La Bonino: ma adesso si impegni il governo
La Bonino: ma adesso si impegni il governo INTERVISTA La Bonino: ma adesso si impegni il governo 1 MMA Bonino, commissario europeo fra i più attivi promotori della Conferenza diplomatica di Roma, perché dar vita a un Tribunale penale internazionale? «E' stata l'esperienza dei tribunali ad hoc sull'ex Jugoslavia e il Ruanda a dare impulso a questa proposta. Due i motivi. Primo: i tribunali ad hoc hanno dei limiti temporali-geografici e vengono istituiti dopo i crimini, perdendo ogni deterrenza. Secondo: i tribunali ad hoc sono decisi dal Consiglio di sicurezza e quindi il sospetto di una loro politicizzazione è forte». La preparazione della Conferenza è stata tormentata. Quali i motivi di disaccordo? «C'è una bozza di statuto con 1700 paragrafi oggetto di disaccordo. Ma i principali contenziosi sono cinque: competenze del Tpi, ruolo del procuratore, consenso degli Stati, rapporto con il Consiglio di sicurezza, strumenti del Tpi». Sulle competenze qual è l'oggetto del disaccordo? «La divisione è fra chi vuole che la Corte abbia competenza su tutti i crimini internazionali - dal traffico di droga alle guerre nucleari - e chi invece, come me, preferisce iniziare con una lista ridotta: genocidio, crimini contro l'umanità e di guerra». n procuratore come potrà condurre le indagini? «Alcuni Paesi vogliono che il procuratore possa iniziare la sua attività solo se glielo chiede il Consiglio di sicurezza o uno Stato. Molti di noi invece ritengono che il procuratore debba avere una sua autonomia. Qui però si delinea un compromesso: il procuratore avrà un margine di autonomia ma in uno stato molto precoce di indagini dovrà riferire a un "panel" di giudici preliminari». Insomma, autonomo ma senza mani libere... «Nessuno vuole avere in giro per il mondo decine di Mani Pulite o Kenneth Starr che non rispondono mai a nessuno». Al procuratore servirà il eoa senso degli Stati? «Molti vogliono che i singoli Stati diano il consenso a indagini sul loro territorio. Su questo punto però le posizioni sono radicahzzate. C'è chi chiede il consenso dello Stato di cui è cittadino la vittima o il criminale». Il nodo più difficile è il rapporto fra il Tpi e il Consiglio di si< carezza. Perché rischia di im pedire l'accordo finale? «Il punto è che il Consiglio di sicu rezza esiste ed ha una riconosciuta responsabilità per ristabilire pace e sicurezza. Ma mentre arabi e non allineati vogliono evitare ogni di pendenza diretta da quest'organo dell'Orni, molti membri permanenti del Consiglio di sicurezza, come Cina e Stati Uniti, intendono mantenere il diritto di veto». Sembra un vicolo cieco... «Sul tavolo c'è il compromesso di Singapore: il Consiglio di sicurezza perde il potere di veto ma può avere diritto di chiedere al Tpi di soprassedere, sospendendo le indagini o la raccolta di prove, quando sta trattando la stessa questione». Chi pagherà i conti del Tpi? «Due ipotesi. Prima: struttura finanziata dal bilancio ordinario del- l'Onu e inchieste pagatetcon un fondo volontario. Seconda: tutto pagato dai fondi volontari. Ma, dopo l'esperienza dei tribunali ad hoc, quest'ultima via la escluderei». Il procuratore potrà agire anche sui territori di quegli Stati che non aderiranno? «Questo tipo di convenzioni è erga omnes, riguarda tutti». Dove sarà la sede permanente: L'Aia, Roma o II Cairo? «Roma non si è mai formalmente candidata. L'unica ad averlo fatto è L'Aia». Come giudica il contributo dato dall'Italia? «I vari governi sono sempre stati a favore anche se attivi in maniera differente. Credo però che in queste 5 settimane serve da parte italiana un salto di qualità nell'impegno». Che cosa intende dire? «Il Canada preparò la conferenza 'sul trattato anti-mine con un impegno di alto profilo. Ora l'Italia non può pensare che risolva tutto Giovanni Conso o la signorina Bonino. Dovrà attivarsi nei contatti bilaterali come in seduta plenaria. Gettando nella mischia tutto il suo peso politico. Tutto il governo è chiamato a quest'impegno». E se non troverete un accordo alla Conferenza? «0 una serie di Stati se ne andrà ripetendo la scelta che ha portato al trattato anti-mine. Oppure decidiamo di rivederci fra un anno per i temi aperti». Qual è stato l'ostacolo più difficile da superare? «Un ostacolo grande perché la posta in palio è grande: una rimessa in discussione della sovranità degli Stati». Maurizio Molinari Ma Usa, Cina e Francia puntano a mantenere un diritto di veto sulle azioni del procuratore Favorito per la presidenza dei lavori l'ex Guardasigilli Giovanni Conso tà ia ela io rda vo o i tiulo a94 ui il commissario europeo per gli aiuti umanitari Emma Bonino Ma Usa, Ca mantenesulle azionFavorito pdei lavori Giovanni La Bim il commissario europeo per gli aiuti umanitari Emma Bonino
Persone citate: Bonino, Emma Bonino, Giovanni Conso, Kenneth Starr, Maurizio Molinari
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