Capro Espiatorio in arte «Numero 2» di Filippo Ceccarelli

Capro Espiatorio in arte «Numero 2» IL PALAZZO Capro Espiatorio in arte «Numero 2» allora, come si legge nel Levitico, «Aronne farà accostare il capro (Marco Minniti, ndr) e stendendo le mani sopra la sua testa, confesserà sopra di lui tutte le colpe e tutti i falli (dei diessini, ndr), e fattili passare sulla testa del capro, lo manderà via nel deserto». Così il Minniti espiatorio «si porterà appresso tutte le colpe loro» (e anche quelle di D'Alema). Non sembri eccessivo, né irriguardoso il ricorso alla Bibbia per cercare di spiegare la sempre più frequente applicazione politica delle teorie sul Capro Espiatorio. E sulla necessita, nel caso del pds, di trovarne uno credibile dopo la sconfitta elettorale, il fallimento bicamerale e la paralisi della Cosa 2. Ora, è senz'altro vero che Minniti, dirigente prediletto del segretario e anche per questo promosso «numero 2» da quegli stessi giornali che ora lo danno pericolante, si trova ancora al suo posto, al vertice delle Botteghe Oscure. Dove non solo si escludono «tagli di teste», ma in un articolo che voleva suonare tranquillizzante l'Unità ha scritto che nell'ultima riunione D'Alema ha «simbolicamente» chiamato Minniti alla presidenza, «al suo fianco». Simbolo per simbolo, tuttavia, è proprio quella vicinanza, e quella chiamata* così plateale e personalizzata a renderlo, nonostante tutto, un plausibile Capro Espiatorio. O almeno: impressionante è parsa la rapidità con cui questo plenipotenziario dalemiano è stato individuato come tale in vista di ogni possibile resa dei conti interna. Il classico «colpevole sostitutivo», chiamato a pagare al posto di altri, nel quadro di una strategia volta a supe rare la crisi con il minor danno possibile. Nessuno ovviamente gli augura un simile destino né lui è parso sorpreso, tan tomeno tirando in ballo re sponsabilità precedenti o superiori. Del resto, le logi che spietate e impersonali della «vittima sacrificale» non riguardano solo Minni ti, D'Alema e il pds - dove pure, a essere pignoli, i'im I provvisa fuoruscita di I Claudio Velardi dall'esclu¬ sivo e potente staff del segretario si potrebbe ascrivere a meccanismi di quel tipo. Il punto è che la politica italiana, semmai, sta diventando un'industria di Capri Espiatori. Una fabbrica di «fusibili», se si preferisce, secondo un'immagine usata dal sociologo Giuseppe Bonazzi nel suo Colpa e potere, programmati a bruciarsi o a saltare in caso di cortocircuito per tutelare i più costosi e intangibili apparati del potere. In maniera lampante, sei mesi fa, in una situazione che assomiglia all'attuale del pds come una goccia d'acqua (leader forte, sconfitta elettorale, vuoto di prospettive), il «numero 2» di An e fedelissimo di Fini Maurizio Gasparri - brenne ' pure lui velocissimamente designato Capro Espiatorio: da immolare al posto del responsabile effettivo.1 9 Fu quindi degradato, perse poltrona, onori, visibilità. Anche lui evocò la Bibbia: ma non il passo sul capro spedito nel deserto, bensì il sacrificio di Isacco. Che pure finisce bene: «e infatti intervenne Dio in persona a salvarlo» commentò con comprensibile sollievo autobiografico prima del recupero. Tra fughe di mafiosi, intanto, disastri ferroviari e catastrofi ambientali, l'ombra lunga del Capro Espiatorio governativo «pronto uso» lambiva i ministri Flick, Burlando e Costa. Mentre Previti e Dell'Utri, per forza di simboli ed eventi di un berlusconismo dimezzato dai giudici, sempre più sono costretti a fare un pensierino sulle inesorabili dinamiche sacrificali che hanno segnato e seguitano a segnare la sorte di Craxi, De Lorenzo e Cirino Pomicino. Filippo Ceccarelli elli | si.