Ppe, salta l'invito a Berlusconi

Ppe, salta l'invito a Berlusconi Il presidente degli europopolari: non c'è ragione per chiedergli di essere presente al prossimo vertice Ppe, salta l'invito a Berlusconi Nella battaglia europea Prodi vince un round CARDIFF DAL NOSTRO INVIATO Silvio Berlusconi non sarà invitato al prossimo vertice dei leader appartenenti al Ppe, in programma per metà dicembre a Vienna. I popolari italiani e Romano Prodi mettono a segno un punto nello scontro che li contrappone ai vertici europei, mentre il presidente del Ppe Wilfried Martens - che aveva ventilato la partecipazione di Berlusconi ai prossimi incontri - è costretto a una ritirata strategica. La decisione è arrivata ieri notte a Cardiff, dopo oltre tre ore di riunione dei capi di governo aderenti ai Popolari. L'opposizione interna, che già si era battuta senza successo contro l'ingresso dei 20 eurodeputati di Forza Italia nel gruppo parlamentare e che adesso minacciava di alzare il livello dello scontro se Berlusconi fosse stato invitato ai prossimi summit del Ppe, l'ha avuta vinta. Martens ha annunciato ieri sera che «con l'accordo di tutto il vertice del Ppe insisterò perché Prodi prenda parte ai prossimi incontri. Adessso non c'è più ambiguità». E visto che il «pericolo Berlusconi» appare superato è probabile che il pres.' dente del Consiglio italiano consideri risolto l'autaut che aveva dato a Martens («o io o Berlusconi) e torni all'ovile del Ppe per l'appuntamento di Vienna. Ma perché, dopo le aperture degli scorsi giorni il Ppe ha mutato rotta, pur continuando ad appoggiare l'ingresso di Forza Italia? «Abbiamo deciso di non invitare Berlusconi perché Forza Italia non ha aderito come partito al Ppe. La questione non si porrà finché Forza Italia non aderirà come partito», spiega Martens. ma il presidente dei Popolari europei, ci tiene anche a sottolineare le ragioni dell'apertura agli Azzurri: «Era in corso una scalata sul Ppe, per questo al vertice di Bonn del 24 marzo scorso ho ricevuto un mandato in base al quale dovevo tra l'altro agevolare la creazione di un partito di centro in Italia in modo da riagganciare l'elettorato democratico. Questa era la linea approvata da tutti i membri del Ppe». Come a dire che anche dall'Italia non erano venute particolari critiche all'operazione, che mirava a levare terreno sotto i piedi del gollista Philippe Seguin il quale attraverso l'Upe stava raggruppando la destra euroscettica. Ieri, però, sulle posizioni del Cancelliere tedesco Helmut Kohl, di Martens e del premier spagnolo José Luis Aznar, ha avuto la meglio l'opposizione del primo ministro lussemburghese JeanClaude Juncker e di quello belga Jean-Luc Dehaene. Difficile, comunque, giustificare il mancato invito solo come conseguenza del fatto che Forza Italia non è un partito nel Ppe. Al vertice di ieri era infatti presente anche il leader dei conservatori britannici William Hague che guida un gruppo di deputati aderenti al Ppe a titolo individuale e non come partito. E sebbene il presidente del Parlamento europeo José Maria Jil-Robles spieghi che Hague «era il padrone di casa e non gli si poteva chiudere la porta in faccia», la regola che vien invocata per Berlusconi in questo caso non è stata applicata. Il rischio di perdere il Ppi, il terzo partito popolare europeo, non valeva l'apertura totale a Forza Italia, come aveva detto Dehaene: «Quello che si sta facendo non ha senso». Francesco Manacorda IL PARLAMENTO EUROPEO VERDI II ARE Alleanza rancale europèa Si PSI Gruppo del partito del Socialismo europeo 214 63IE Sinistra unitaria 34 MISTO lift* Partito europeo del liberali,! democratici e riformatori 41 popolare europeo 200 Nota: \ popolari sono 199 in attesa che Lisbona sostituisca un deputato portoghese deceduto l-EDN indipendenti Jier l'Europa elle Nazioni 17 IL PPE UP8 Unione per l'Europa 30 Iti-deschi 47 ■ austriaci n'Ali ANI ■ 35 BELGI 7 BRITANNICI 18- FINLANDESI 4 .GRECI .. . | .9 '. ^DANESI ^ ■ ■ ■ PORTOGHESI 9 *] forza italia 20 ppi 7 ccd 3 patto segni 3 svp 1 cdu 1

Luoghi citati: Bonn, Cardiff, Europa, Italia, Lisbona, Vienna