L'uomo che uccide i film di Gabriele Romagnoli
L'uomo che uccide i film ERICANI L'uomo che uccide i film JOHN Osborne, di Mountain City, Tennessee, è l'assassino di tutti i film. Quello di «Psycho» (I, H e III) e quello di «Seven». Perfino, a sorpresa, perché tutti puntavano su Sharon Stone, l'assassino di «Basic Instinct». Nessuno spettatore l'ha mai visto in azione, perciò nessuno immagina. Per scoprire che Osborne è il colpevole bisogna andare a Mountain City e chiedere del luogo dove lui lavora, un piccolo stabilimento acquistato dieci anni fa dalla Kodak. C'è uno strano traffico intorno all'edificio: da ogni parte d'America arrivano ogni giorno camion che trasportano rulli sigillati. Varcano i cancelli, scaricano, ripartono. Alla fine di una giornata di lavoro Osborne ha ucciso centinaia di volte, centinaia di film. Li cancella. Per evitare la pirateria e riciclare le pellicole la Kodak le vuole pulito e Osborne è il killer che elimina e poi fa sparire ogni traccia. Usa veleni chimici, qualche volta sostanze combustibili, raramente e più brutalmente, forbici. Mountain City è il cimitero degli «Elephant man», il luogo in cui, e per sempre, affonderà il «Titanio» e affogheranno, sotto l'onda di una emulsione, i suoi passeggeri. Quando un film, prigioniero delle sue bobine, arriva in questa piccola città del Tennessee, capisce di non avere speranze, di non essere lì per ballare un'altra volta allacciato al proiettore: a Mountain City non c'è neppure un cinema. Questo consente a John Osborne di fare il suo sporco lavoro di riciclaggio senza rimpianti, come i sicari professionisti non conosce le sue vittime. Non è mai stato al cinema una volta nella vita. Gli è capitato, racconta, di sintonizzare un film alla televisione, uria storia di amore e guerra, gli pare di ricordare; l'ha guardato per mezz'ora, poi, per un riflesso condizionato e per noia, l'ha cancellato col telecomando. Gabriele Romagnoli
Persone citate: John Osborne, Mountain, Mountain City, Sharon Stone
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