Da millenni brindare si pronuncia «salute»
Da millenni brindare si pronuncia «salute» ANALISI Da millenni brindare si pronuncia «salute» ON so quante oltre le centomila sono le leggi vigenti in Italia e-non vedo quale nuovo Giustiniano sa- ' rebbe oggi capace di riordinare questo Corpus juris. Si dice anche che la legge non ammette l'ignoranza. Ma chi oggi è capace di trascorrere un anno solo della sua vita senza incorrere in una infrazione di queste oltre centomila leggi? E quale giudice o avvocato è in grado di ricordarne solo una centesima parte? Ora, in questi giorni, i giornali scrivono di quelle undici proposte di nuove leggi in materia di lotta all'alcolismo. Ma dove si va a perdere tempo? Da semplice cittadino di questa repubblica sono convinto che tra le nostre incalcolate leggi ci saranno anche quelle contro l'alcolismo, basta applicarle; tirarle fuori dai Digesti e vedere prima se proprio è il caso di farne di nuove. Ma la più grossa è quella di proporre sulle etichette delle bottiglie di vino la dicitura «Nuoce alla salute»! Che scoperta: ogni cibo o bevanda quando si passano i limiti nuoce alla salute; tutti gli alimenti di cui l'uomo abusa/Dobbiamo leggere «nuoce alla salute» sull'aria che si respira in città? Quella sì! No, non va proprio leggere su una bottiglia «Nuoce alla salute» quando alzando il bicchiere da millenni si dice «Salute!». Mi sa che questo è stra volgimento, è decadenza grande di valori, diseducazione. Da parte mia dico sempre ai giovani: piuttosto di quelle dolciastre bevande colorate gassate create con la chimica e che arricchiscono le multinazionali, bevetevi un buon bic chiere di vino perché oltre a far bene alla salute aiuta i nostri viticoltori, e a mantenere il nostro paesaggio collinare. L'alcol nuoce alla salute, certo, può provocare pazzie e delitti, ma non è vietandolo che si possa d'un colpo rimediare: educhiamo non a tracannare per annegare l'esistenza nell'alcol, ma a rendere accettabile la vita. E poi, a che serve vietare a mescere un bicchierino di grappa in certe ore e in determinati ambienti quando uno può portarsi via un'intera bottiglia? Ma, a parte i paradossi, perché proprio il vino nuoce alla salute? Certo, il vino è di per sé rischioso, e il patriarca Noè dopo averne bevuto in abbondanza «si inebriò e si scoperse in mezzo alla tenda» come è scritto nella Genesi (9, 20); ma nel libro sapienzale Ecclesiastico o Siracide è anche scritto (31, 25-28): «Non mostrarti forte con il vino, / perché il vino ha rovinato molti. / La fornace prova il metallo nella tempra, / così il vino prova il cuore in una sfida di arroganti. / Il vino, per gli uomini, equivale a vita, / ma solo se lo bevi in giusta misura. / Che vita è quella di chi è privato del vino? / Esso fu creato sin dall'inizio per rallegrare. / E' allegria del cuore e gioia dell'animo / il vino bevuto a tempo giusto». E al Salmo 104, inno alla creazione, al versetto 15 è scritto: «E vino che allieta il cuore dell'uomo, / e olio che fa brillare il suo volto, / e pane ancora a irrobustire il vigore». Ma restando sempre nel campo delle Sacre scritture e senza andare a Omero, non è forse il miracolo delle nozze di Cana il primo di Cristo? Lì, ci dice Dostoevskij per mezzo di Aliòscia, il minore dei Karamàzov, «...non il dolore ma la gioia degli uomini ha commosso Cristo, questa prima volta che compiva il miracolo: alla gioia degli uomini volle cooperare...» cambiando l'acqua in vino. Insomma, fin dall'antica civiltà classica, a Atene e a Roma, il vino faceva parte dell'alimentazione di base, come il grano; e lo sapevano fare molto bene e conservare a lungo: il 121 a. C, anno in cui fu ucciso G. Gracco ed era console L. Opimio, è ricordato nella storia anche perché vi fu una grande annata vinicola. Dante, nel Canto XXV del Purgatorio, là dove Stazio spiega la generazione dell'uomo e l'origine dell'anima, prende come similitudine «...il calor del sol che si fa vino, I giunto a l'omor che da la vite cóla». Ma ricordo anche un vecchio cacciatore che a ogni autunno scambiava un lepre con una bottiglia di grappa: la usava come medicina e gli durava un anno. Mario Rigoni Stern
Persone citate: Cana, Dostoevskij, L. Opimio, Mario Rigoni Stern, Noè, Salute
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