Gelli, si segue la pista della dama bianca
Gelli, si segue la pista della dama bianca Sarebbe di Prato Gelli, si segue la pista della dama bianca Lido Celli ROMA. Lido Gelli potrebbe aver affrontato la latitanza con una complice, una donna alla quale risulta legato da due anni e che è scomparsa insieme all'ex capo della loggia massonica P2. La pista della donna misteriosa, che in passato è stata vista ad Arezzo in compagnia di Gelli, viene seguita con attenzione daga investigatori impegnati nella caccia al latitante. Dagli ambienti investigativi aretini filtrano pochi particolari su una vicenda che finora era stata al centro di indagini coperte da riserbo. Qualcosa di più trapela dall'ambiente dei conoscenti di Gelli, ieri riuniti ad Arezzo per commemorare Wanda Vannucci, moglie dell'ex venerabile scomparsa cinque anni fa. La donna misteriosa si chiamerebbe Gabriella e sarebbe una cinquantenne di Prato. La polizia da settimane la cerca e avrebbe perquisito la sua abitazione. Sarebbe stata vista in compagnia di Gelli, prima della scomparsa, non solo ad Arezzo ma anche nei vari spostamenti per l'Italia, in particolare a Cortina. Polizia e carabinieri hanno ribadito di non poter nè confermare nè smentire l'esistenza di indagini sulla donna, alle quali aveva fatto cenno ieri il quotidiano L'Unità. Ieri il ministro dell'Interno, Giorgio Napolitano, rispondendo a Napoli, durante un convegno, alle «preoccupazioni garantiste» sul cosiddetto disegno di legge antifughe messo a punto dal Consiglio dei ministri, ha precisato: «Noi stiamo attenti a non fare di tutta l'erba un fascio e a colpire determinate fattispecie criminali, determinati soggetti indiscutibilmente pericolosi per evitare che questi si sottraggano alla giustizia e all'esecuzione della pena. E' un disegno di legge su cui il Parlamento può pronunciarsi liberamente - ha spiegato il ministro dell'Interno - e mi auguro che le persone che hanno legittime preoccupazioni esaminino con attenzione questo disegno di legge: le misure che vi sono previste riguardano determinati tipi di reati e non si riferiscono a qualsiasi condannato in secondo grado che attenda la sentenza definitiva». Ma l'ex presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, boccia senza mezzi termini il disegno di legge governativo: «Rimango allibito perchè davanti a una proposta del genere si può solo dire che il sole picchia troppo forte in testa, oppure che gli ideatori sono digiuni di diritto costituzionale». Baldassarre ha osservato che quanto previsto dal disegno di legge «rovescia radicalmente l'attuale impostazione, secondo la quale è il giudice a dover motivare un eventuale pericolo di fuga, mentre adesso l'onere di dimostrare che questo rischio non esiste viene a cadere sull'imputato. Il disegno di legge è palesemente illegittimo dal punto di vista costituzionale, per contrasto con l'articolo 13, in materia di libertà personale». [r. cri.] Lido Celli
Persone citate: Antonio Baldassarre, Gelli, Giorgio Napolitano, Lido Celli, Lido Gelli, Wanda Vannucci
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