« E' innocente». Ma lui si è ucciso in carcere

« E' innocente». Ma lui si è ucciso in carcere Cagliari, accusato di omicidio « E' innocente». Ma lui si è ucciso in carcere La verità raccontata 13 anni dopo da un pentito, che poi si è impiccato CAGLIARI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La verità è arrivata con 13 anni di ritardo: servirà forse a smascherare gli assassini di un commerciante cagliaritano, ucciso l'antivigilia di Natale del 1985, ma potrà solo riabilitare la memoria di un giovane che, segregato in carcere per il delitto, si impiccò, sopraffatto dalla disperazione di non poter provare la sua innocenza. Ma intanto in questa storia c'è una croce in più: il pentito che ha rivelato i segreti del «giallo» si è tolto la vita, angosciato dalla paura di subire ritorsioni perché non era stato ammesso al programma di protezione. E' una storia drammatica, un caso di malagiustizia che arroventò il clima nel capoluogo isolano appena uscito da un'altra sconcertante vicenda giudiziaria, un anticipo del calvario subito da Enzo Tortora: quattro avvocati finiti in cella sulla base di false accuse di coimputati che intanto riacquistavano la libertà, indiziati fermati solo sulla base di imbarazzanti omonimie. Una bolla di sapone, si dimostrò alla fine, ma la cui esplosione ebbe la forza di schiantare diverse esistenze. Erano anni in cui era aspro il dibattito tra «garantisti» e i settori più «duri» della magistratura, convinti di dover affrontare con tutti i mezzi messi a disposizione dal codice l'escalation della criminalità. In questa cornice si inserì, nella notte del 23 dicembre del 1985, l'omicidio di Giambattista Pinna, 55 anni, titolare di ima bottiglieria, il «Bevimarket», alla periferia della città. Era tardi, ma le serrande del negozio erano ancora aperte quando tre banditi armati di pistole fecero irruzione nel negozio: il commerciante contava l'incasso, forse cercò di reagire, fu ucciso con tre colpi sotto gli occhi del genero-aiutante, Marco Collu. Sulla base di esili sospetti, le indagini si indirizzarono su Aldo Scardella, un ventiquattrenne che per pagarsi gli studi vendeva fiori all'ingresso di un cimitero di Cagliari. Per sei mesi il giovane restò da solo in cella: il pm ebbe un colloquio con l'indiziato, poi passò gli atti al giudice istruttore Carmelina Pugliese che non fissò mai un interrogatorio e non ritenne opportuno mettere fine al regime di isolamento: «Sono innocente, non ce la faccio più, mamma, perdonami», scrisse in un foglietto Aldo Scardella. Poi si appese con una rudimentale corda alle sbarre di una finestra. Il procuratore della Repubblica contestò la gestione degli accertamenti, il Csm aprì un'inchiesta: giunsero a Cagliari i giudici Giancarlo Caselli e Franco Fiandanese, oltre all'ispettore del ministero di Grazia e Giustizia, Giangkeomo Della Torrè.'Fói, pian piano, lépolémiche fatalmente si scolorarono, anche sa Itì ^cónda •restò'nellanieL moria come un esempio di malagiustizia. Circa un anno fa, la svolta. In carcere un detenuto chiese di parlare con un magistrato e svelò i misteri di diversi delitti avvenuti a Cagliari. Fece anche due nomi, sostenendo che si trattava degli assassini del titolare della bottiglieria. Le sue rivelazioni furono giudicate parziali, il prigioniero venne considerato un pentito a metà, non gli furono accordati i benefici cui aspirava: temendo vendette, si tolse la vita come Scardella. Trovati i riscontri a quel racconto, la polizia ha arrestato ora per l'omicidio dell'antivigilia di Natale Adriano Peddìo, 34 anni, di Dèsulo (paese del Nuorese) e Walter Camba, 34 anni, cagliaritano, entrambi assai noti agli investigatori. La piaga del suicidio di Scardella si è riaperta. Racconta suo fratello: «Si è impiccato perché nessuno gli credeva. L'avevano spinto in un vicolo cieco. "Parla, fai i nomi e ti liberiamo", gli dicevano. Ma un innocente non può barattare la verità. Si tolse la vita perdonando chi gli aveva fatto del male». Corrado Grandesso Il carcere dove si era tolto la vita il giovane condannato anche se era innocente. Nel riquadro Aldo Scardella, il giovane accusato di aver ucciso il titolare di una bottiglieria di Cagliari

Persone citate: Aldo Scardella, Collu, Corrado Grandesso, Enzo Tortora, Franco Fiandanese, Giambattista Pinna, Giancarlo Caselli, Walter Camba

Luoghi citati: Cagliari