Il mare inghiotte il re dei navigatori

Il mare inghiotte il re dei navigatori Sui soccorsi polemica tra Parigi e Londra. La polizia gallese annuncia: è morto Il mare inghiotte il re dei navigatori Taharly, 66 anni, disperso al largo del Galles PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo aver sfidato e vinto per decenni gli oceani in condizioni estreme, strappando l'ammirazione della Francia e del mondo, a 66 anni Eric Tabarly è annegato in un modo che definiremmo banale se non fosse atroce. L'anziano navigatore solitario stava facendo rotta per l'Irlanda sul suo «Pen Duick» per partecipare a una commemorazione ufficiale. Le condizioni meteorologiche erano difficili, ma tutt'altro che proibitive. Vento a 60 km orari, onde di tre metri. Per un vecchio lupo di mare, una bazzecola. Ma il destino gli è stato nemico. I suoi 4 compagni di viaggio (i fratelli Antonie e Candida Costa, 52 e 53 anni, Jacques Andre Rebcc, 51 anni, ed Erwan Quemere, 63 anni) avevano scarsa esperienza di vela e ancor meno di lingua inglese. E quando, venerdì notte, Tabarly è caduto in acqua non lontano dalle coste gallesi - i motivi restano da. appurare: malore, colpo di sonno o forse solo il rilassamento di chi pensa che l'oceano non abbia più segreti per lui - la prima reazione a bordo è stata il panico. Anziché cercare di localizzare il naufrago hanno gettato fuoribordo alla cieca i salvagenti disponibili. Ancora più caotiche le manovre d'allarme. La radio di bordo, dicono, non funzionava. E non avendo a disposizione sul «Pen Duick» un sistema d'emergenza satellitare, alle capitanerie non è pervenuto alcun Sos. Solo alle 7 di sabato - cioè 7-8 ore dopo la sciagura - una nave australiana ha notato il razzo di segnalazione lanciato dai superstiti. Avvicinatasi, ha potuto soccorrerli e diramare, infine, l'allerta. Altri minuti preziosi sono stati tuttavia persi a causa di difficoltà linguistiche. I quattro francesi non riuscivano a spiegare in termini precisi l'accaduto ai loro interlocutori anglofoni né a indicare la posizione esatta della barca al momento dell'incidente. Individuata un'area piuttosto ampia, ai soccorritori non restava che sperare in un miracolo. Anche ammettendo che Tabarly avesse potuto afferrare un salvagente, la sopravvivenza massima in condizioni d'ipotermia non supera le 4 ore. Alle ricerche, massicce, hanno partecipato mezzi aeronavali britannici. Ma la Marina francese, rapidamente informata, ha tenuto a integrarli con mezzi propri. La notizia di Tabarly «scomparso in mare» non viene resa pubblica sino a fine mattinata, nella speranza di un ritrovamento tardivo. Poi le agenzie di stampa divulgano l'annuncio, subito ripreso in apertura da giornali radio e tg. La Francia non vuole credere che Tabarly sia affogato. Così quando le autorità britanniche annunciano,. nel primissimo pomeriggio, che le ricerche sono sospese, Parigi s'indigna. Bisogna continuare, insiste. E le pressioni diplomatiche ai massimi livelli finiranno per indurre gli scettici inglesi a riprendere i sorvoli è le operazioni via mare. Anche la Raf prende parte alle manovre dell'ultima ora. Ma col calare della notte si dissolvono gli ultimi appigli, e la polizia gallese ufficializza la morte di Tabarly, dopo aver interrogato i quattro compagni di navigazione. Ma c'è chi si rifiuta di credere - come il collega Olivier de Kersauson - che Eric Tabarly sia davvero morto. Enrico Benedetto TRAGICHE GARE IN MARE ■ 1985. Cade in mare il francese Castenet durante il tentativo (fallito) del catamarano «Jet Services» di stabilire il primato di traversata dell'Atlontico. ■ 1986. Roberto Kramar, skipper del «Berlucchi», scompare assieme a Beppe Panada il 13 giugno al largo della Comovaglia durante la regata transoceanica Plymouth-Newport. ■ 1995. Il A novembre Daniel Tosato, skipper di «Parsifal», annego insieme ad altre cinque persone del circolo velico riminese al largo di Minorca. ■ 1998. Il 2 aprile l'imbarcazione di Giovanni Soldini, impegnata nel record della traversata dell'Atlantico, viene rovesciata da un'onda a 380 miglia dalla costa inglese. Muore il velista Andrea Romanelli, 35 anni ■ 1998. Il 28 maggio Peggy Bouchet, navigatrice francese che voleva essere la prima donna ad attraversare l'Atlantico su una barca a remi, ha dovuto rinunciare perché un'onda ha capovolto la barca a 80 miglia da Guadalupa. Il suo ultimo sogno «Devo ancora fare un giro del mondo» \>\\\VV>> 1 km Eric Tabarly sulla sua barca in una foto del '92

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