E Arafat apre ai falchi di Aldo Baquis

E Arafat apre ai falchi E Arafat apre ai falchi «Hamas, entra nel governo palestinese» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Yasser Arafat apre a Hamas, il più caparbio movimento di opposizione islamica al suo regime di autonomia nei Territori. Secondo quanto ha riferito ieri un dirigente politico islamico, Mahmud a-Zahar, la possibile inclusione di alcuni ministri di Hamas nel prossimo rimpasto dell'esecutivo dell'Autorità palestinese (Anp) sarà discussa martedì a Gaza su iniziativa di Arafat. Ma le probabilità di riuscita della manovra politica sono scarse, pressoché nulle. Entrare nell'esecutivo dell'Anp significherebbe infatti per Hamas riconoscere indirettamente gli accordi di Oslo. « Le prime reazioni fra gli integralisti sono di totale chiusura. «Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà ad entrare nel gabinetto pale- stinese», ha dichiarato da Amman il portavoce Ihrahùn Ghoshe. «Queste informazioni sono state divulgate - ha aggiunto - per distogliere l'attenzione dalla feroce campagna di repressione condotta dall'Anp contro i nostri militanti, 200 dei quali sono ancora detenuti in carceri palestinesi e primo fra questi Abdel Aziz Rantisi», espo- nente di punta di Hamas a Gaza. Ma in queste ore la partita si gioca a Khartum (Sudan) dove il prestigioso sceicco Ahmed Yassin attende da oltre una settimana il visto di ingresso in Egitto e l'assenso israeliano al suo rientro a Gaza. Partito due mesi fa da Gaza «per sottoporsi a cure mediche in Arabia Saudita» Yassin ha nel frattempo fatto tappa in tutti i principali Paesi mediorientali (con la notevole eccezione di Egitto e Giordania), raccogliendo ovunque consensi politici e finanziamenti. La cifra da lui raccolta per finanziare la «Jihad islamica»' (ossia la lotta ad oltranza contro «l'entità sionista», per lui illegittima) è compresa secondo stime ufficiose fra. un minimo di 50 milioni di dollari e un massimo di oltre 100. Abbastanza per rendere le istituzioni assistenziali di Hamas nei Territori un'alternativa reale al regime di Yasser Arafat. Da qui, probabilmente, l'iniziativa di nominare ministri per conto di Hamas in sostituzione di figure ambigue accusate di corruzione dal Consiglio legislativo palestinese. Ma Yassin pone condizioni al suo ritomo a Gaza. «Sono uscito dalla porta principale, non dalla finestra», ha osservato. «Pertanto dovrò rientrare dalla porta principale, con permessi ufficiali». I servizi segreti israeliani ritengono che - per Israele - Yassin sia meno pericoloso se tenuto sotto controllo a Gaza, piuttosto che costretto all'esilio nei Paesi arabi. «Ma le sue attività - ha notato Carmi Ghilon, ex capo del servizio di sicurezza'interna, lo "Shin Bet" - rischiano di destabilizzare Arafat». «In definitiva r ha convenuto il generale Moshe "Bughy" Yaalon, ex capo del- l'intelligence militare - il nostro interesse coincide, in questo caso, con quello di Arafat». In attesa che la situazione si chiarisca, l'Egitto non si affretta a garantire a Yassin un visto di ingresso: se Israele decidesse di negargli l'ingresso a Gaza, l'ingombrante ospite resterebbe bloccato al Cairo. «Sceicco Yassin, ma cosa vuole fare con i soldi che ha raccolto?», gli ha chiesto un giornalista israeliano. «Servono a finanziare la lotta armata?». «Sono destinati alle vedove, agli orfani e ai detenuti», ha replicato Yassin. «E cosa ne pensa della definizione di Ghilon secondo cui Lei è il leader' politico palestinese più pericoloso per Israele?». Lo sceicco ha meditato un istante e pòi, al telefono da Khartum, ha risposto: «Ringrazio del complimento». Aldo Baquis Ma le prime reazioni sono negative «Accettare significa dare via libera alla pace americana»