«Violante? Un funerario Robespierre»

«Violante? Un funerario Robespierre» La replica del politico: un giornale cattolico non dovrebbe mai irridere ai temi della vita «Violante? Un funerario Robespierre» Nuova campagna dell'Avvenire sulla donazione di organi ROMA Violante? E' come Robespierre, parola dell'Avvenire. Al sempre più battagliero quotidiano dei vescovi (l'altro giorno ce l'aveva con il leader del ppi Marini) non è piaciuta l'uscita del presidente della Camera con l'Associazione Donatori d'Organi («trapianti solo a chi ha manifestato l'intenzione di donare») e ha risposto ieri con un corsivo a dir poco velenoso di Maurizio Blondet: «Anche l'Italia ha il suo Incorruttibile... vestito da impresario di pompe funebri. Forse è convinto che lo stile funerario lo renda più monumentale. Probabilmente confonde il rigore morale con il rigor mortìs*. E via di questo passo, con un sarcasmo di cui è difficile trovare l'uguale. «Violante sparge attorno a sé l'allegria di un sepolcro. Profuma di crisantemo. Il suo è il giustizialismo applicato alla necroscopia. L'altra faccia dell'esproprio proletario. Ancorché cadaverico». Il presidente della Camera non è forse uno dei politici più popolari, per il volto austero e le poche con- cessioni alla «piacioneria», ma mai aveva suscitato tanta acrimonia. Sei anni fa l'allora presidente della Repubblica Cossiga lo definì «piccolo Vishinsky», paragonandolo al Grande Inquisitore, persecutore feroce e tragico dei processi staliniani. Personaggio non meno temibile di Robespierre, certo, ma l'attacco di Cossiga era un colpo di fioretto, questa è piuttosto una raffica di mitra. Cui, peraltro, Violante reagisce freddamente, con poche righe al direttore Dino Beffo: «Apprezzo il sarcasmo di Blondet, dubito però che abbia divertito le migliaia di cittadini che attendono un trapianto... La stampa ha il diritto intangibile di criticare, anche volgarmente, il presidente della Camera, ma un giornale cattolico non dovrebbe mai irridere ai temi della vita». Dopo l'aspra polemica con Marini, l'episodio segna nuova puntata delle «rischiose schermaglie» (così le definisce Marida Bolognesi) tra Avvenire e Ulivo : «Si corre il pericolo di riaprire lo scontro laici-cattolici, che ritenevo ormai superato, visti i valori comuni ampiamente condivisibili in tema di tutela della vita. La sterzata dell'Avvenire potrebbe provocare un irrigidimento del mondo laico». Anche per l'Aido si tratta di «attacco assurdo e fuori luogo. Anzi. E' una strumentalizzazione politica bella e buona». Tra gli iscritti all'Aido figurano centinaia di religiosi tra cui 2 cardinale di Milano, Martini, quello di Torino Saldarmi, e quello di Urbino, Bianchi, che ha donato un rene al fratello. Proprio l'arcivescovo in questione cerca di metter pace tra Violante e la Chiesa. Evita diplomaticamente polemiche con l'Avvenire («non ho ancora letto, sono arrivato proprio ora...») mentre sottolinea che quella di Violante era «una provocazione. Occore stimolare un cambiamento di mentalità, l'Italia è all'ultimo posto in Europa per donatori. E' triste, vergognoso e umiliante». Ma c'è anche chi stigmatizza le parole di Violante. «La donazione è tanto più significativa proprio perché non è legata ad alcuna convenienza - dice il senatore dell'Udr Maurizio Ronconi -. Evidentemente Violante non ha particolare dimestichezza con la gratuità». E «la donazione è un bellissimo atto di generosità, non può quindi diventare un "baratto"», avverte Padre Giordano Muraro, teologo e moralista. «Quando si entra nella logica della donazione e della gratuità, non si possono fare calcoli». Raffaella Slllpo II presidente della Camera Luciano Violante: è attaccato dall'Avvenire

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