Prodi lancia un patto con i sindaci

Prodi lancia un patto con i sindaci Il premier chiude gli stati generali di Albertini: siete il cervello d'Italia, il governo vi starà vicino Prodi lancia un patto con i sindaci Giallo per l'assenza di Berlusconi MILANO. «Milano è il sì o il no dell'Italia, lo snodo, il cervello, il motore produttivo». Così Romano Prodi, presidente del Consiglio, arrivato a suggellare le molte buone intenzioni che per tre giorni - nel rosso sonnacchioso del Piccolo Teatro - sono state declinate qui agli Stati generali della città fortissimamente voluti dal sindaco Gabriele Albertini. Sarà lo stesso sindaco a snocciolarne la contabilità: «Trenta ore di discussione, 105 relatori, 21 sponsor, 7500 cittadini che hanno seguito le 5 sessioni». Tanta pienezza a fronte di una assenza, quella di Silvio Berlusconi, che ha finito per diventare un autentico colpo di scena politico niente affatto involontario. Ci torneremo. Con ordine. L'ultimo atto di questi tre giorni va in scena tra piccoli applausi e clima disteso. Albertini che omaggia il presidente. Il presidente che omaggia Albertini. «Il governo - dirà Prodi - vuole stare molto vicino a Milano e ai suoi progetti, indipendentemente dalla coloritura politica della sua giunta». Anzi: «Io esigo cooperazione. Perché la fedeltà alle istituzioni è fondamentale affinché il Paese vada avanti». E Albertini: «Prendo atto». Oltre ai due protagonisti, il colpo d'occhio riunisce al tavolone Roberto Formigoni, presidente della Regione e il commissario europeo Mario Monti. Entrambi dicono quel che ci si aspetta: Formigoni rivendica le eccellenze dalla Lombardia e chiede maggiori autonomie dallo Stato centrale. Monti elogia il'governo e specialmente Prodi: «Che ha portato questo Paese in Europa». Entrambi assicurano che d'ora in avanti il compito di Milano sarà più indispensabile che mai, «anche se niente affatto facile». Prodi conviene: «Integrandoci all'Europa, il ruolo di Milano sarà decisivo». Come piazza finanziaria, prima di tutto: «Vedrete entro pochi mesi le risorse che butteranno su Francoforte in concorrenza con la piazza di Londra per strapparle il primato, approfittando di questo sottile intervallo di tempo in cui la. Gran Bretagna è ancora fuori dall'Euro». Come luogo di sfida economica: «Milano deve difendere le sue eccellenze. Prima di tutto la rete universitaria, gli ambiti della ricerca scientifica, i pensatoi dell'innovazione». Come capitale del Sud-Europa nei trasporti aerei: «Malpensa parte e noi stiamo facendo ogni sforzo perché diventi bello, importante, funzionale. Ci sono stati errori, anche nostri, ci sono stati fraintendimenti... Ma tra Malpensa e l'aeroporto di Roma non c'è affatto concorrenza, semmai complementarità». E ancora: «Il sindaco ci aiuti. Abbiamo tutte le intenzioni di appoggiarne lo sviluppo, perché è una straordinaria occasione per integrare, nell'intero sistema Italia, la rete dei trasporti». Prodi parla assai breve del passato («Milano simbolo del miracolo economico italiano»), non pronuncia mai la parola Tangentopoli, preferendole una circonlocuzione («Proprio qui, dove in questi ultimi anni la società si è rotta»), si allunga sul presente: mercato, innovazione, privatizzazioni («Io zitto zitto e tenace ho già privatizzato i due terzi delle strutture pubbliche»), omaggia Strehler («Siamo nel teatro che volle e che non vide») e prende a prestito la parola «amicizia», chiave dell'intervento del cardinal Martini. La declina così: «Una società spezzata non ricostruisce. Anch'io ho il problema di mettere insieme la comunità italiana per riformare leggi che altrimenti ci attanagliano, ma bisogna creare unità per riformarle. Questa è la sfida storica». . 1 Quando va a concludersi il consesso - tra i flash e la solita ressa, più un doppio bacio di Albertini alla platea («Milanesi, vi ringrazio di avermi adottato») - ecco che spunta un messaggio di Silvio Berlusconi. Il quale Berlusconi - «viene», «non viene», «parlerà», «non parlerà» - ha infine deciso di non esserci. Dicono gli organizzatori che aveva chiesto di parlare. E «per opportunità» gli era stato detto di no. Lo avevano invitato a sedersi in prima fila. E «per opportunità» è stato lui a dire di no. Perciò il fax: «Milano è un modello di qualità. E' la migliore risposta che Forza Italia e il Polo possono dare al vecchio modo di governare». Plana sul consesso una mezz'oretta prima della fine, ma viene tenuto in ghiacciaia. Nessuno lo legge in pubblico. E saranno i militanti di Forza Italia a doverlo fotocopiare per distribuirlo ai cronisti. «Disguidi» diranno gli organizzatori. :In realtà un plateale segnale di quanto Palazzo Marino voglia affrancarsi dall'ingombranza di Arcore. PinoCorrias Il presidente del Consiglio Romano Prodi ieri a Milano per gli Stati generali del Comune | i