A Tokyo è recessione, le Borse tremano

A Tokyo è recessione, le Borse tremano Il pil cala dopo 24 anni. Seul perde l'8,6%. Yen in picchiata, Rubin non frena il biglietto verde A Tokyo è recessione, le Borse tremano Torna Re dollaro MILANO. E adesso è proprio Sole calante. Crisi, crisi nera per un Giappone che fino all'ultimo, con lo scatto d'orgoglio del suo primo ministro Ryutaro Hashimoto, fino a poche ore prima aveva cercato di negare l'evidenza: «Non siamo così a terra». Sarà, ma i numeri, ahimè, sono numeri da recessione. Nei primi tre mesi dell'anno, ha comunicato ieri l'Epa che è l'agenzia per la pianificazione economica, «il Pil è calato dell'1,3%». Non succedeva dal 1974, l'anno della crisi petrolifera, il più duro del dopoguerra quando il Pil giapponese scese dello 0,5%. Ma più fosca ancora è la proiezione annuale dell'Epa: a fine '98, a questi ritmi, il calo del prodotto interno lordo sarà del 5,3%: disastro. Segnali? La domanda interna scesa deU'1%, l'indice Nikkei di Borsa, che dieci anni fa sfiorava quota 40 mila punti, ormai sempre più vicino a 15 mila. A trarre vantaggio da questa situazione è soprattutto il dollaro, tornato bene rifugio, che ieri ha schiaciato lo yen, trattato a oltre quota 144. Nessun dubbio ormai, la crisi asiatica partita un anno fa come un ciclone in Malaysia, Corea, Indonesia, Hong Kong, ha colpito dove nessuno osava immaginare e qualcuno temeva: nel Paese del Sol Levante, seconda potenza economica, pedina delicatissima nello scacchiere economico e finanziario mondiale. Corea, Indonesia, Hong Kong, Malaysia, Thailandia, tutte economie delicate, ex tigri improvvisamente trasformate in gattini impauriti: dopo anni di crescita a due zeri il loro improvviso crac ha gettato ombre sull'economia di mezzo mondo. Ma il rischio, quello vero, quello paventato da economisti e analisti, uomini d'industria e di finanza, era proprio quello di un virus che contagiasse il colosso Giappone: finché la crisi resta circostanziata ai satelliti, alle ex tigri, si può sperare in un effetto tutto sommato contenuto per le economie occidentali, quella europea e statunitense ma guai, aggiungevano, se entra in crisi il Giappone. «All'inizio pensavamo che la crisi asiatica e i timori per il sistema finanziario avessero un impatto molto inferiore: segnali di ripresa dei consumi e degli investimenti rende- vano credibile l'ipotesi di una crescita del Pil dell'1,9% nel '99, come previsto dal governo», ammette, sconsolato, il presidente dell'Epa Shinpei Nukaya che subito dopo usa parole che non lasciano dubbi sulla gravità: «I dati sottolineano la fosca situazione dell'economia reale del Paese». «Situazione fosca», parole pesanti. Che non serviranno, certo, ad alleggerire una tensione che è già palpabile a Tokyo come a Osaka. Mercati finanziari in fibrillazione. Sistema bancario in allarme per i timori che, dopo i crac del '97, ne possano seguire di peggiori nel '98. Mercato immobiliare sot¬ to stress. Disoccupazione in aumento con 4 giapponesi su cento ormai senza lavoro, percentuale mai riscontrata in un'economia che si fonda tuttora sulla garanzia dell'impiego a vita. Shock nello shock. A suo modo misurato, nel Paese del harakiri, dal numero di suicidi causati da problemi economici: oltre 3500 nel '97 (più di 500 tra i manager), il triplo di sette anni prima quando, anno 1990, entrò in crisi l'economia di carta dei «magnifici» - si fa per dire Anni Ottanta. Presente «fosco» e prospettive nerissime con lo yen, orgoglio nazionale, a far da cartina da tornasole a una crisi preoc¬ cupante: questione di ore, prevedono i cambisti, e serviranno 150 yen per avere un dollaro, quasi il doppio degli 80 yen che bastavano tre anni fa. Una caduta verticale che qualcuno sperava potesse essere fermata dall'intervento congiunto delle autorità economiche e monetarie, da un segnale soprattutto dall'America. E invece, se possibile, dagli Usa è arrivata una mazzata: «Il dollaro sta bene ai livelli attuali di cambio», ha fatto sapere ieri il sottosegretario al Tesoro Bob Rubin. Spiegando a chi immaginava interventi prò yen: «Molti pensano che un intervento monetario a volte possa essere utile, ma nel lungo periodo le valute finiscono sempre per seguire i fondamentali economici e nel caso dello yen i fondamentali sono rappresentati dalla congiuntura economica giapponese». Immediata la reazione (negativa) dei mercati. Erano giorni che Wall Street, temendo il tracollo dello yen e la fuga verso dollaro e Bond, si trascinava dietro tutti gli altri mercati, ieri, dopo il -1,3% del Pil, lo shock da Sole calante ha colpito duro: Wall Street di nuovo giù e giù dell'1,41% Londra, del 2,19% Parigi, del 2,88 Francoforte, dell'1,08% Zurigo e giù del 2,41% Piazza Affari. [a. z.] CHI HATENUTO, CHI E' CROLLATO Ecco gli andamenti di alcune fra le piu importanti Borso BORSA INDICE VAR.% TOKYO 15.022,33 + 0,05 HONGKONG 7.915,44 +0,37 SEUL 302,09 —8,10 GIACARTA 408,37 —3,17 KUALA LUMPUR 472,37 — 2,20 COLOMBO 639,80 — 3,04 SHANGHAI 41,652 — 1,66 SINGAPORE 331,57 —0,61 TAIWAN 7.117,11 —1,30 MILANO [MIBTEl] 23.137 —2,40 FRANCOFORTE [DAX] 5.680,2 —1,45 PARIGI (CAC-401 4.050 —2,19 LONDRA [FT-100] 5.769,8 —1,41 Torna la paura nelle Borse asiatiche dopo l'annuncio del calo del Pil in Giappone

Persone citate: Bob Rubin, Bond, Borso Borsa, Ryutaro Hashimoto