Risolto il giallo della nube radioattiva

Risolto il giallo della nube radioattiva Si è sprigionata da una fonderia spagnola: il vento l'ha trasportata su mezza Europa Risolto il giallo della nube radioattiva Ma sulla data dell'incidente restano dubbi Accuse a Madrid: «Notizia data con ritardo» ROMA. Si è conclusa ieri pomeriggio la caccia alla nube radioattiva che agli inizi di giugno aveva fatto riscontrare una quantità di Cesio 137 superiore al normale nei cieli di Francia e Italia. Intorno alle sei di sera il Csn - Consiglio per la sicurezza nucleare spagnolo - ha ammesso che partiva dalla fonderia Acerinox di Algeciras nel sud della Spagna la fuga radioattiva. Una fuga avvenuta nel sistema di filtri del forno numero uno e che è stata comunicata al Csn il 9 giugno. Il Consiglio ha precisato che la causa della contaminazione «potrebbe essere una fonte di cesio 137 che si trova fra i rottami metallici che alimentano il forno, ma non è stata rilevata dai sistemi di vigilanza radiologica al momento dei controlli cui vengono sottoposti i rottami all'ingresso in acciaieria». La società - ha assicurato il Consiglio ha preso le misure necessarie «per l'isolamento della zona e il controllo degli accessi per proteggere i lavoratori e l'ambiente». Il cesio che non si era mescolato con il prodotto finale nel processo di produzione dell'acciaio è stato eliminato nella polvere prodotta dalle ciminiere ed è stato trattenuto in una zona particolare della fabbrica. Due sere fa tecnici del Csn hanno svolto gli accertamenti opportuni ed hanno deciso di far procedere alla pulizia della zona della fabbrica contaminata dalla polvere radioattiva affidando il lavoro a personale specializzato della stessa società. In più, il Csn «ha controllato le misure adottate e ha impartito istruzioni supplementari per tenere sotto controllo le conseguenze». In realtà, però, - ha precisato il Consiglio - «la rete di vigilanza radiologica nazionale non ha rilevato in Spagna alcuna alterazione. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le condizioni meteorologiche dei giorni scorsi hanno spostato la contaminazione atmosferica»." ' > Si conclude così'S^làllo che per dieci giorni ha tenuto' in" stato di allarme èli é^erti'di tùtt'Èùropa, di fronte a un fenomeno che appariva inspiegabile. Ma non tutto è chiaro: a cominciare dalla data in cui sarebbe avvenuta la fuga. Sicuramente prima del 9 giugno se - come precisa l'Agenzia internazionale per l'energia atomica la prima rilevazione di un tasso di radioattività di poco superiore alla media in Francia, Svizzera, Italia e Germania risale al mese scorso. E non si concludono, anzi aumentano le polemiche. Sotto accusa la Spagna, ma anche l'Italia. «Se sono vere - ha affermato Roberto Lasagna, responsabile del settore ambiente di Forza Italia le notizie sull'anomala concentrazione di Cesio 137 sulle Alpi, il silenzio del governo Prodi è grave quanto il silenzio del governo comunista dell'Urss sul caso Cernobil». H senatore ha presentato un'interrogazione parlamentare per sapere «per quali motivi si è taciuto sull'aumento della radioattività, visto che sia l'Anpa che la Protezione Civile ne erano a conoscenza». Ma le proteste contro il governo si sono levate anche dalla maggioranza. Massimo Scalia, parlamentare verde ha definito ((inaccettabile» il silenzio delle autorità italiane. «Non si capisce perché su un evento che è durato dal 27 maggio all'8 giugno non sia stata fornita alcuna informazione». Immediata, la risposta dell'Anpa, l'agenzia che in Italia ha condotto le ricerche sulle analisi delle cause del fenomeno: «Siamo stati tra i primi in Europa t ad avvisare la popolazione e a tentare di ricostruire la situazione e a tenerla sotto controllo», si è difeso il direttore Giovanni Damiani. Una tesi che però non convince troppo Wwf e Legambiente: «Quando ricompare il nucleare sparisce l'informazione ai cittadini, il lupo perde il pelo ma non il vizio». [f. ama.] Wwf e Legambiente all'attacco: quando ricompare il nucleare sparisce l'abitudine di informare i cittadini IL VENTO RADIOATTIVO OCEANO ATLANTICO I PRECEDENTI Nubi radioattive arrivate in Italia in seguito alle esplosioni nucleari francesi nel deserto del Sahara degli Anni 60 e alle esplosioni nucleari cinesi tra gli Anni 70 e 80 Nube del reattore nucleare di Cemobil caduta in Italia nel mese di maggio del 1986, con un massimo di concentrazione nell'arco alpino Nube radioattiva sulla Lombardia alla metà degli Anni 80, provocata dalla combustione di carbone ad alto contenuto di isotopi radioattivi naturali Persistenza della contaminazione radioattiva da Cesio 137 proveniente da Cemobil sull'arco alpino, riscontrata e denunciata ai primi di maggio scorso dai l'Opri (Istituto per la misurazione delle radiazioni) di Parigi, e ridimensionata dall'Anpa

Persone citate: Giovanni Damiani, Massimo Scalia, Roberto Lasagna