«Pregherò per lei e la sua nazione»

«Pregherò per lei e la sua nazione» Prodi promette al leader palestinese di sottoporre lo stallo nel processo di pace al vertice Ue «Pregherò per lei e la sua nazione» Il Papa riceve Arafat. Invito a Betlemme per il Giubileo ROMA. «Israele conduce una pulizia etnica e religiosa contro musulmani e cristiani a Gerusalemme». Con questo duro atto d'accusa Yasser Arafat ha concluso la prima giornata della sua visita in Italia, durante la quale ha incassato un triplice risultato: il presidente del Consiglio, Romano Prodi, si è impegnato ad ottenere dal vertice dell'Unione Europea in programma a Cardiff «significative pressioni per sbloccare il negoziato di pace in Medio Oriente»; il Papa ha promesso di «pregare per la Palestina»; Italia e Vaticano aiuteranno la promozione dell'iniziativa «Betlemme 2000» per coinvolgere la città nelle celebrazioni del Giubileo. Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese piunto in mattinata dal Cairo aiia guida di una folta delegazione, è stato ricevuto a Ciampino dal sottosegretario agli Esteri, Rino Serri. «Presidente - gli ha chiesto Serri dopo i saluti di rito - ma sono vere queste voci sulle sue dimissioni dopo un eventuale accordo con Israele?». Arafat ha negato abbozzando un sorriso sotto la kefiah bianconera: «Macché, i giornalisti di al-Johmuriya si sono già scusati con me per quelle false indiscrezioni che hanno pubblicato...». Dopo una sosta al suo hotel romano, Arafat si è diretto in Vaticano per un incontro privato di tredici minuti con Giovanni Paolo II prima che incominciassero i funerali del cardinale Agostino Casaroli. Il faccia a faccia è iniziato proprio con un ricordo di Casaroli: fu infatti il cardinale scomparso che nel 1978 ebbe i primi contatti con l'Olp incontrando all'hotel «Parco dei Principi» di Roma Faruk Khaddumi. Il leader palestinese ha descritto a Giovanni Paolo II la «tragica situazione del mio po polo mentre il processo di pace è minacciato», e gli ha poi rinnovato l'invito a visitare Betlemme in occasione del Giubileo della Cristianità. «Il viaggio in Terra Santa sarà possibile ha replicato il Pontefice - solo quando le condizioni saranno più favorevoli». «Dio aiuti il vo stro popolo, pregherò per" lei e per la sua nazione», ha detto il Papa a Yasser Arafat dopo colloquio, sottolineando che «il processo di pace deve prosegui re nel rispetto degli impegni presi e del diritto internaziona le». Lasciato il Vaticano, il presidente dell'Anp ha ricevuto Silvio Berlusconi e Massimo D'A lema. Diversi i commenti all'u scita. Più politico D'Alema: «L'atteggiamento di Israele sul negoziato è assai negativo, l'Europa deve fare maggiori pressioni sul premier Benyamin Netanyahu. L'inadempienza degli accordi favorisce un ritorno del terrorismo». Per il leader di Forza Italia invece il punto è che «le economie ricche devono aiutare lo sviluppo dei palestinesi perché la miseria porta alla disperazione ed al fanatismo». «Sono orgoglioso dell'amicizia di Berlusconi», ha commentato Arafat, in divisa verde multare. Ad ora di pranzo il corteo palestinese è arrivato a Palazzo Chigi. Prodi ed Arafat (che que- sta sera vedrà Scalfaro e Dini) si sono parlati per quasi due ore. «Israele espone il processo di pace ad una lunga morte congelando gli accordi e aumentando gli insediamenti», ha esordito l'ospite, smentendo le indiscrezioni su «progressi segreti nelle trattative» e chiedendo all'Italia di «fare di più per sostenere le pressioni americane su Netanyahu per sbloccare il negoziato». L'Anp in questo momento conta molto sulla mediazione di Washington, e per questo ha rallentato i tempi per la convocazione di un vertice arabo. «Vedrò quello che posso fare», ha risposto Prodi, promettendo «impegno» in occasione del summit dell'Ue a Cardiff per «spingere l'Europa ad affiancare gU Usa per superare l'attuale fase di difficoltà in Medio Oriente». «Contiamo molto sulle parole del presidente del Consiglio», dice Nemer Hammad, delegato di Palestina in Italia, sempre a fianco di Yasser Arafat. Per quanto riguarda la cooperazione, l'Anp conta sull'aiuto italiano per incoraggiare la nascita di joint venture e per la l'iniziativa di «Betlemme 2000». E Prodi, affiancato dal vice Veltroni, non si è tirato indietro. Non a caso ieri è stato firmato dal sottosegretario Serri e dal ministro palestinese alla Cooperazione Nabil Shaat un accordo per crediti e doni pari a 76 milioni di dollari (circa 130 miliardi di lire). «L'intesa conferma il ruolo leader dell'Italia fra i donatori commenta Serri - perché riteniamo che la strategia degli aiuti sostenga lo sviluppo e al tempo stesso garantisca il processo di pace». In serata, dopo alcuni incontri privati, Arafat ha partecipato ad una cena in suo onore con imprenditori italiani, diplomatici arabi e numerosi politici (fra gli altri Veltroni, Napolitano, Bertinotti, Occhetto, Mattarella, Orlando, Cofferati, D'Antoni). «L'Italia e il suo popolo sono nel cuore di ogni palestinese», ha detto nel brindisi del pasto con menù senza carne né alcolici. Aggiungendo poi un preciso messaggio politico: «Se crolla il processo di pace sarà una catastrofe ma confido'òhe alla fine la saggezza trionferà perché una pace vera, giusta ed equa è anche il sogno della maggioranza dei cittadini israeliani». «Siamo ancora in tempo per salvare la pace fra noi e gli israeliani ma - ha continuato pronunciando un'accusa destinata a far discutere - il governo Netanyahu deve porre termine ad un processo di colo .nizzazione che nella città di Ge rusalemme ha oramai assunto i connotati di una pulizia etnica e religiosa nei confronti di cristiani e musulmani». Maurizio Molinari Ma «il mio viaggio in Terrasanta sarà possibile solo se la situazione muterà» Dure accuse a Israele «Pulizia etnica e religiosa contro musulmani e cristiani a Gerusalemme» Serri: «Presidente è vero che vuol dare le dimissioni?» «Macché, sono voci già smentite» L'incontro tra Giovanni Paolo II e Yasser Arafat e, nella foto piccola il rappresentante palestinese in Italia Nemer Hammad