Il G-8 atterra gli aerei di Milosevic di Fabio Galvano

Il G-8 atterra gli aerei di Milosevic Lunedì il Presidente jugoslavo vedrà Eltsin: se non cederà scatteranno le misure militari Il G-8 atterra gli aerei di Milosevic E il leader serbo fa minare il confine Kosovo-Albania LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Di fronte a una situazione nel Kosovo che si è «gravemente deteriorata», ecco da Londra un ultimatum a Slobodan Milosevic. Sull'ala delle decisioni Nato prese a Bruxelles dai ministri della Difesa Nato, che hanno per la prima volta affrontato l'eventualità di un intervento armato, i ministri degli Esteri del Gruppo di Contatto - Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Italia, Francia e Germania - hanno elencato ieri quattro misure per le quali si aspettano dal presidente serbo «un'azione immediata». Gli concedono un solo slittamento. Fino a lunedì, fino ai suoi colloqui moscoviti con il presidente Eltsin. E poi, se i moniti internazionali non saranno accolti, si adotteranno misure per porre fine alla violenza e proteggere la popolazione civile, «comprese quelle che possono richiedere l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza». Non le esercitazioni militari, che ieri la Nato ha deciso di far scattare «prima di lunedì» per accrescere le pressioni su Milosevic quando sbarcherà a Mosca, ma lo spiegamento di forze ai confini - che secondo la Russia richiede il placet del Palazzo di Vetro - o addirittura l'intervento. Sono momenti decisivi. «Milosevic - ha detto ieri il ministro degli Esteri britannico Robin Cook, che presiedeva la riunione del G8 a margine della quale ha operato il Gruppo di Contatto - commette un grave errore se immagina che la comunità internazionale agisca nel caso del Kosovo con la stessa lentezza di cui ha dato prova con la Bosnia». E ha aggiunto, minacciosamente: «Noi abbiamo imparato la lezione. Speriamo che l'abbia imparata anche lui». Resta però, come sempre nei difficili rapporti fra l'Occidente e Belgrado, l'incognita russa. Mosca sarà djj,accordo su quella linea durissima, quando non è neppure disposta ad aderire alle sanzioni del passato e a quelle - il blocco dei voli jugoslavi da e per Belgrado - decise ieri? «La Russia non prenderà parte ad azioni militari contro la Jugoslavia», ha detto ieri il ministro degli Esteri sovietico, Evgenij Primakov. Ma secondo i partner del Gruppo di Contatto 1 importante è che non si opponga all'azione della Nato; e comunque la posizione russa è in continua evoluzione. Non a caso il documento lascia ampio spazio alla mediazione di Eltsin, rinviando l'attuazione di ogni minaccia a dopo. «La Russia - osserva Robin Cook - ha sottoscritto il comunicato». E' il testo in cui si invita Milosevic a «trarre vantaggio da quell'incontro», ad «annunciare un progresso». «C'è unanimità conferma il ministro Dini - e la stessa Russia conviene che, se anche la visita di Milosevic a Mosca non darà risultati nella direzione indicata, occorrerà agire con altre leve, comprese quelle che esigono l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza». Oggi più di ieri per le prime incursioni aeree? «Speriamo - risponde Cook - che più di ieri il nostro messaggio sia recepito, che Milosevic si renda conto come non solo la Nato, ma anche il Gruppo di Contatto al completo e perciò anche la Russia hanno intenzioni precise». Al presidente serbo vengono da Londra quattro richieste perentorie. Ponga fine a tutte le azioni delle forze di sicurezza contro la popolazione civile e ordini il ritiro delle loro unità. Renda possibile un efficace e continuo monitoraggio internazionale nel Kosovo, consentendo accesso illimitato a chi ne sarà incaricato. Faciliti il rientro alle loro case dei rifugiati e dia via libera all'azione delle organizzazioni umanitarie. Awii rapidamente il dialogo con la leadership degli albanesi del Kosovo. «Non possiamo attendere per sempre», ha osservato il segretario di Stato americano Madeleine Albright. Ma da Londra c'è anche un monito ai ribelli albanesi. Sappiano dire di no a ogni forma di violenza e terrorismo: con un'implicita condanna alle forze dell'estremismo e invece un aperto sostegno «per chi s'impegna a un dialogo pacifico» (e Cook ha par¬ lato esplicitamente di «ammirazione per Rugova e per la sua ricerca di un accordo negoziato»). Milosevic - è il coro generale «deve capire che non può continuare ad agire impunemente». Per questo, secondo Dini, c'è necessità di «un messaggio univoco, un appello vigoroso». Ma soprattutto c'è l'esigenza, come ha detto il tedesco Klaus Kinkel, di «mettere Eltsin nelle migliori condizioni per premere su Milosevic», Perché non deve esserci - è il messaggio da Londra, ripetuto alla nausea - una nuova Bosnia. Fabio Galvano Vietati i voli da e per Belgrado Solo Mosca (per ora) si dissocia Profughi kosovari fuggiti in Albania e, in alto, il trasporto sul confine di armi dei ribelli a dorso di cavallo [foto ansa]