Friuli, bentornati alla Prima Repubblica

Friuli, bentornati alla Prima Repubblica UN MILIONE DOMANI AL VOTO Si rielegge (col proporzionale) il Consiglio regionale: il centro destra sembra favorito Friuli, bentornati alla Prima Repubblica Tutti sperano nel Centro, ma l'ago della bilancia resta la Lega UDINE DAL NOSTRO INVIATO Bentornati nella prima repubblica. Uno viene qui a Udine per cedere come funziona una regione «speciale» e per capire come potrebbe funzionare un'Italia federale e invece finisce per perdersi in un giungla di partiti, in una foresta di richiami, in una babele di sigle, in una melassa di burocrazia e di - lo dicono i friulani - inefficienza. Una passeggiata nella politica di qui è come una visita ad un museo etno-politico, è come la consultazione di un albo paleozoologico. Ci sono tutte le specie, anche quelle apparentemente scomparse. A cominciare dai democristiani, che per non tradire una lunga tradizione, litigano, si insultano, si imbrogliano, si denunciano, cercano di farsi le scarpe. Speciale davvero, questa regione. Nel far casino. Prendiamo la storia della De che anche qui era ben più del partito di maggioranza relativa. Ma sistema, mamma e insieme connessione dei nodi di potere. E anche qui nel bigbang del '92-'93 s'è polverizzata in sigle, gruppi, famiglie. Ora la grande diaspora si sta ricomponendo perché nella politica, come nella storia, tutto ritorna. Il progetto centrista di Cossiga qui si compie: ecco insieme Cdu, Cdr, Ppi, lista Dini. Buttiglione, Mastella, Marini. Ecco scardinato l'Ulivo e ricomposto il centro cattolico. Resta fuori il polista Casini col Ccd e sono out i rifondatori della De di Piccoli e Forlani. Casini dice che quello è il «centro degli equivoci e della nostalgia». I rifondatori, invece, fanno causa e la vincono contro Buttiglione nel nome del simbolo che presentano, quello vero e autentico, scudocrociato e Iibertas. Litigio di cavilli grafici, sentenze del Tar, ricorsi al Consiglio di Stato (che ba dato ragione ai «rifondatori»), elezioni in forse fino all'ultima ora. Conclusione nella più classica delle tradizioni democristiane, una bella stretta di mano: io rinuncio al ricorso e tu mi prometti che... Fino al prossimo ricorso e... sgarbo. Intanto, quelli del centro, aspettano sempre Cossiga. D senatore aveva detto che sarebbe venuto a benedire la sua creatura. Anzi, l'altra settimana era già quasi sulla scaletta dell'aereo e poi è tornato indietro. Ha lasciato che qui a Udine venissero Marini e Buttiglione a litigare su chi doveva parlare e quanto. E tutti e due a prendersela con Mastella che anche lui ha voluto dire qualcosa e poi se n'è andato prima che la cerimonia finisse. Un palco sovraffollato, dove c'era anche un La Malfa imbarazzato e sincero: con lo sbarramento al 4,5, è l'unica speranza per l'unico repubblicano. Riuscirà Frankenstein? «Non è un esperimento, ma un "si salvi chi può"», ci spiega don Duilio Corgnali, direttore del settimanale diocesano la Vita Cattolica, martellatore di politica e politici. Il suo giornale è stato implacabile accusatore dei vizi regionali. Un mese fa ha fatto i conti di questa inenairabile legislatura (cinque anni, cinque governi). Conti in tasca ai politici, per concludere: Re¬ gione meglio del lotto: Superguadagni. Don Corgnali e i suoi ragazzi hanno messo a confronto le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri a cinque anni di distanza: risultati da capogiro. In testa c'è la bella signora della Lega, Alessandra Guerra, che della Regione è stata persino presidente: il suo reddito, dal '92 al '96 è passato da 17 milioni a 259. Quello del socialista De Gioia da 26 a 227; quello del repubblicano D'Orlandi da 52 a 241; quello del pidiessino Degrassi da 7 a 194. Complimenti. Ma non basta. Perché anche i conti politici raccontano della singolarità di questa nomenklatura. dei sessanta consiglieri, la metà ha avuto incarichi di giunta; e sempre la metà di essi ha concluso i cinque an¬ ni in Regione in un partito diverso da quello in cui era stato eletto. E nemmeno le cifre di bilancio tornano. Perché la Vita Cattolica ha scoperto che la Regione e le sue Finanziarie hanno investito 700 miliardi in bot e altri titoli. Non era meglio aiutare aziende e cooperative o la montagna, insomma dar lavoro? La Chiesa e don Corgnali, suo braccio armato, hanno sparato a raffica contro il sistema. Ci ricorda don Duilio che un anno fa, mentre la classe politica friulana si trastullava con le sue crisi, furono i vescovi a scrivere a Massimo D'Alema presidente della Bicamerale per difendere la «specialità» della Regione: «La volevano cancellare e nessuno se n'era accorto». Tanto attivismo ha prodotto il tentativo di dar vita a un partito «catalano» autonomista ispirato dai cattolici e collegato a quello del Nord-Est di Massimo Cacciari. Il sindaco filosofo di Venezia è anche venuto a «benedire» la prima edizione della Bibbia in friulano che di quell'operazione politica era la rappresentazione simbolica. Ma la montagna ha partorito il topolino («Progetto Autonomie») da cui s'è sganciato anche Riccardo niy, sindaco di Trieste, che doveva essere uno degli sponsor. «Progetto», secondo i sondaggi, rischia di non fare il quorum. Tra la Chiesa e il mondo politico c'è ora un grande freddo che sarà difficile ricucire, considerato il punto di vista «antisistema» assunto dal settimanale cattolico. Ma don Corgnali non demorde: «Hanno badato soprattutto a garantire se stessi anche attraverso il mantenimento del sistema elettorale proporzionale, autolegittimante e autoconservatore». Proprio per questo le elezioni di domenica in Friuli sono un bel salto nella prima repubblica. Tutti dicono che la destra vincerà. Fini è rimasto quattro giorni da queste parti. Ha incontrato le categorie del «lavoro autonomo», è andato a pranzo con il presidente degli industriali Valduga («Una consuetudine», ci ha detto l'ingegnere senza chiarire se fosse stato lui ad invitarlo o Fini a proporsi). Berlusconi ha fatto una bella cena all'hotel Astoria. I due, insieme a Casini, hanno detto di essere pronti a governare con la Lega che 5 anni fa aveva sfiorato il 30 per cento e senza la quale, grazie al proporzionale, sarà difficile fare maggioranza. Nel suo ufficio di periferia, sistemato tra un supermercato aumentare e la sala del Regno dei Testimoni di Geova, la signora Alessandra Guerra cita Blair e tira palle incatenate contro tutti: «Forza Italia sono socialisti riciclati; il Centro è la nostalgia del passato; la sinistra è la sinistra... L'unica novità siamo sempre noi della Lega». Ma questo vuol dire che non governerete con nessuno? «Chi ci vuole deve firmare col sangue l'impegno a fare le cose che voghamo noi». Firmeranno. Graziano Pasqual, presidente della Lega cooperative e candidato forte del partito di D'Alema, riconosce che la «degenerazione degli ultimi anni» ha ridicolizzato la «specialità» regionale fino a rendere possibile la sua messa in discussione: «Ma fino agli Anni 80 è stato strumento formidabile, ha aumentato la velocità dello sviluppo in una regione ex povera di emigranti». E racconta della «concertazione» tra regione e sindacati che fece da ammortizzatore alla crisi economica. Si capisce che era parte di un sistema consociativo finito in pezzi con tutto il resto. Ora Pasqual dice che il futuro passa attraverso la capacità di usare la «specialità» per far sistema con Croazia, Austria e Slovenia. Altrimenti si chiude. Il fatto è che il voto friulano servirà soltanto per quel che pesa politicamente su Roma. E' la solita minestra Polo-Lega-Ulivo. Della «specialità» e del Friuli nessuno parla poi davvero. Basta sedersi su un divano dell'hotel Astoria, sembra di vivere dentro il telegiornale: Berlusconi, Fini, Casini, Mastella, Buttiglione, Marini. Portaborse e miracolati. Alla fine vinceranno tutti. Come capitava una volta. Cesare Martinetti Alla prova del nove il raggruppamento che fa capo a Francesco Cossiga E' sceso il gelo tra Chiesa e partiti REGIONALI NEL EMULI VENEZIA GIUPPI 11 consiglieri g"3T,9IÌ8fi COSI' OGGI wo consiglieri RC 3 consiglieri IN 12 consiglieri (ha perso per strada 6 consiglieri così distribuiti: 1 Fi, 2 Unione Friuli, 2 Pini, 1 Indipendente) PM1 consigliere fjjjj 3 consiglieri USTA PER IMESH 0 consiglieri (2 consiglieri possati a Fi| LEGA AUT. FRIULI ORA UMI0NE FRIULI 3 consiglieri (2 do Ln) USTA-MNI-RUiNOVAMEHTO ITALIANO 3 consiglieri (2 da Ln, l do Lcfì con«2!' .i (1 da Ln,1 dal Psi.l dolili e2 dalla Usta Trieste) ALLUMA NAUÒNALE 5 consiglieri 'I SI (SOCIALISTI ITALIANI) 2 consiglieri ' INDIPENDENTI 3 consiglieri (1 ex De, 1 ex Ree ì ex li Il quadro dei partiti espresso dal volo regionale del 1993 si è molto modificato, complice il ricorrente cataclisma del ricambio di governo (5 giunte in 4 anni) ) UDINE POROENO^E ULIA COSI1 NEL 1993 PARTJTO % SEGGI I'll Hr*j Ml IS I kbIs! Pt ^HHT' JHran La leghista Alessandra Guerra, già presidente della giunta