« Che ci faccio con 500 lire? »

« Che ci faccio con 500 lire? » « Che ci faccio con 500 lire? » La Napoli dei senza lavoro chiede di più NAPOLI. In tanti anni ha sentito e visto di tutto, ma soprattutto ha imparato a capire cosa sia davvero la povertà. E ora Rosanna Romano, responsabile del settore volontariato e politiche sociali della Caritas di Napoli, parla della piaga che deturpa il volto della città e di tutto il Sud. Il sussidio di solidarietà è certo meglio di niente, dice: ma nessuno si illuda che cinquecentomila lire al mese bastino a risolvere uno solo dei problemi che sommergono l'altra Napoli, quella che non ha niente. Nel vero senso della parola. «Sì, ci troviamo davanti a situazioni gravissime, apparentemente senza via d'uscita - spiega Rosanna Romano -. C'è gente aggredita con¬ temporaneamente da mille problemi, assillata da una quantità incredibile di bisogni insoddisfatti. Se dovessi tracciare l'identikit di un pòvero, penserei a un disoccupato che ormai non riesce più a trovare nemmeno lavoro ini nero. Quest'uomo ha una famiglia da manterere e in prospettiva non può neanche confidare in un tetto sicuro perché su di lui pende la spada di Damocle dello sfratto esecutivo». Se ne presentano tanti, alle associazioni e alle parrocchie che fanno capo alla Caritas. «Non so dire se il numero dei poveri sia aumentato di molto in questi ultimi anni spiega Rosanna Romano -. La piaga della miseria non è certo cosa recente. E' vero piut¬ tosto che la genteiè esasperata dal cumulo' dei problemi che l'attanaglia, e quindi denuncia più frequentemente 10 stato di bisogno in cui si trova»,. Nei vicoli del i Quartieri Spagnoli e nei palazzoni grigi e squadrati della periferia si intrecciano mille storie di infelicità e disperazione. «Casi gravi, gravissimi - conferma Romano -. So di genitóri a cui sono stati tolti ì figli perché non possono garantire il loro sostentamento. In alcuni casi 11 padre è tossicomane o detenuto, ma in altri si tratta di famiglie colpite da un solo dramma: la miseria. Il numero delle donne che finiscono in strada sta aumentando a vista d'occhio, e al problema della prostituzione si affian- cano quelli della devianza minorile e degli anziani abbandonati». Il sussidio di solidarietà a chi non ha più nulla, insiste Rosanna Romano, può essere solo un primo passo: «Di strada da fare ce n'è tanta. Questa gente ha un problema gravissimo, cioè la mancanza di informazione: non sa come tutelare i propri diritti, spesso non sa neppure di avere dei diritti. In questo senso gli organismi statali offrono scarsa collaborazione». Le conseguenze di quella che alla Caritas chiamano «insensibilità» delle istituzioni sono evidenti: «Non a caso le persone bisognose individuano il loro primo interlocutore nelle associazioni del volontariato laico o cattolico. Non si fidano dello Stato che il più delle volte vedono come un nemico». Oltre ai soldi, spiega ancora Rosanna Romano, «Lo Stato dovrebbe pensare ad una serie di iniziative per il recupero di questa gente. Penso all'assistenza psicologica per i più anziani, alla formazione per i più giovani, all'informazione capillare sui diritti e sui servizi che le istituzioni hanno il dovere di garantire. Conosco gente che non aveva un letto su cui riposare e che non sapeva come procurarsi un posto nel dormitorio pubblico». ff. mil.l Le assistenti sociali restano pessimiste «C'è chi non trova neanche lavoro nero» * • ■' ; ■ A. 'fi 33 & J? Una delle recenti manifestazioni di protesta dei senza lavoro a Napoli

Persone citate: Casi, Rosanna Romano

Luoghi citati: Napoli