«Stila sarà una società indipendente» di A. Z.
«Stila sarà una società indipendente» ROABSHOW Presentata agli analisti l'Opv. L'utile per azione previsto in crescita del 10-15% l'anno «Stila sarà una società indipendente» Rosa: nessuno spezzatino, proteggeremo il titolo MILANO. I numeri, tanto per cominciare, che sono poi quelli che gli analisti presenti al debutto del «road show» in piazza Affari si aspettano con una certa curiosità. Inevitabile. Perché se è una novità quasi assoluta quella di una società, e non una qualsiasi ma una società con storia e pedigree come la Snia Bpd, offra sul mercato il 53% che Fiat e Mediobanca hanno deciso di cedere, è ovvio che gli analisti vogliano capire, per decidere che fare, le prospettive di redditività. Serviti. Prima ancora che lo chiedano, snocciola subito le cifre l'amministratore delegato Umberto Rosa: «L'utile per azione - dice - crescerà del 10-15% l'anno per i prossimi tre anni». E aggiunge: «Le nostre previsioni dicono che il sistema Snia può generare nel triennio liquidità per 500600 miliardi». Va dritto al succo del discorso, Umberto Rosa. Gli analisti prendono nota. Seguono con attenzione Matteo Arpe, responsabile dell'area Finanza di Mediobanca, «global coordinator» (con JP Morgan) dell'operazione, che presenta tempi e modalità dell'offerta pubblica: valore globale non inferiore ai 520 milioni di dollari, debutto dell'Opv (che assorbirà 93 dei 372 milioni di titoli offerti) il 17 giugno fino al 19 e giorno clou sabato 20 quando verrà comunicato il prezzo. «E' una buona operazione», sorride Rosa. Perché?, gli chiedono. Risposta: «Perché per la prima volta in Italia si mette a disposizione del mercato una società che ha fatto una ristrutturazione di successo, che non ha né noccioli, né nocciolini di controllo e dove l'azionista non dovrà aver timore che prevalgano interessi estranei ai suoi». Negli ultimi otto anni, argomenta Rosa, la Snia ha cambiato pelle, da conglomerata che era si è concentrata su tre business: «E io penso che sia meglio camminare su tre gambe che su una sola». C'è stata una forte ristruttaurazione^ ricorda: «Dai 12 settori di un tempo, tra cessioni, acquisti e joint-venture, siamo arrivati ai tre di oggi: fibre, chimico-agrochimico e medicale, focalizzandoci su specialità ad alta redditività». Qualcuno fa notare: in piazza Affari c'è chi avrebbe preferito un break-up della società, la cessione della Sorin, per esempio, della Caffaro: non c'è il rischio, viene chiesto, che i prossimi azionisti comprino la Snia per farne spezzatino? «Noi abbiamo un target chiaro: mantenere il valore del titolo il più vicino possibile a quello di break-up così da far costare caro comprare la Snia», è la replica di Rosa. E il management: cambierà? Una volta chiusa l'offerta e chiarito chi saranno gli azionisti istituzionali, il consiglio vedrà la progressiva uscita dei cinque attuali rappresen tanti di Fiat e Mediobanca (altri 5 sono già indipendenti), assicura Rosa «poi ci con fronteremo in assemblea». L'obiettivo resta comunque quello di dar vita a una Pu blic company: «Nel resto del mondo gli esempi sono numerosi, qui da noi pur troppo no, siamo i primi». Difficile anche per Rosa, quindi, prevedere come il siste ma Italia sappia reagire alla nascita della prima vera società indipendente: «E' un bel punto di domanda - dice -, la risposta darà la misura di quanto sta realmente cambiando il Paese». [a. z.]
Persone citate: Caffaro, Matteo Arpe, Umberto Rosa
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