«Non mi salutavano più, li ho uccisi» di Alessandra Pieracci
«Non mi salutavano più, li ho uccisi» Genova, l'uomo fermato dal figlio prima che ammazzasse la consorte e si togliesse la vita «Non mi salutavano più, li ho uccisi» Pensionato spara a marito e moglie, suoi vicini di casa GENOVA. Duplice omicidio, scatenato dalla foiba, ieri mattina alle 6 sulle alture di Pegli, dove la città lascia spazio alle frazioni fatte di campi coltivati e cascine che sovrastano il mare. Un pensionato di 67 anni, Lorenzo Bruzzo, sposato e padre, di due figli, ha impugnato il fucile semiautomatico da caccia Franchi caricato a tre colpi per la caccia al cinghiale e ha detto alla moglie: «Vado a sparare alla faina che ci mangia le galline». Invece ha ucciso una coppia di vecchi amici, Francesco Gaggero, 60 anni, e Antonia Causa, 59, due contadini vicini di casa che avevano appena caricato il furgone per portare zucchine, radicchio e basilico ai mercati generali di corso Sardegna. Poi è tornato indietro a caricare l'arma nel cortile per uccidere la moglie malata e togliersi la vita, ma il figlio maggiore gli ha strappato il fucile di mano gridando: «Papà, che hai fatto?». L'uomo è stato arrestato dai ca¬ rabinieri, che gli hanno sequetrato un piccolo arsenale di armi da caccia. «Quei due non mi salutavano da mesi» è stata la sua laconica, folle spiegazione. Poi si è chiuso in un totale mutismo. Lorenzo Bruzzo, ex dipendente dell'Elah e dell'Italsider, abita da una vita nella casetta costruita dal nonno, in via Assarino 2. Al piano di sopra c'è il figlio maggiore. La pensione gli ha permesso di dedicarsi al suo orto e alla caccia. Tre anni fa è stato operato per un aneurisma cerebrale e da allora, come dicono alcuni familiari, non è stato più lo stesso, diventando introverso e apatico. Negli ultimi tempi diceva che i Gaggero, i vecchi amici cui aveva persino imbiancato casa, non lo salutavano come prima. «E' una tua impressione» gli avevano replicato i suoi cari, non dando eccessiva importanza a questa sua idea, diventata invece quasi un'ossessione. L'orto dei Bruzzo è diviso dal podere dei Gaggero dal rio Canta- lupo. Oltre i campi, c'è la cascina della coppia, in via Pola 8, dove vive anche Giacomo, dipendente dell'Amiù, figlio unico della coppia. Ieri mattina i Gaggero si sono alzati alle 4,30 per raccogliere gli ortaggi e caricare il furgone. Avevano appena terminato quando, dal canneto sul greto del rio, è arrivato Bruzzo. Prima che i due potessero accorgersi del pericolo, il pensionato ha sparato tre volte e due colpi sono andati a segno, trapassando il capo dei due contadini. Un altro agricoltore, che si trovava a una trentina di metri, ha assistito alla scena e si è nascosto gettandosi tra la vegetazione della sua «fascia». Le deflagrazioni non hanno allarmato la moglie dell'assassino, ma hanno fatto affacciare sia il fi¬ glio della coppia, che ha visto i cadaveri insanguinati e irriconoscibili ed è stato colto da choc, sia il primogenito dell'omicida, che si è precipitato in cortile a disarmare il padre. «Lasciami finire, devo ammazzare la mamma e poi me» gli ha detto con calma il genitore, senza però tentare di riprendersi l'arma. Alessandra Pieracci L'omicida era stato colpito da un aneurisma e da allora dava segni di squilibrio Il presunto omicida, Lorenzo Bruzzo, arrestato dai carabinieri
Persone citate: Bruzzo, Francesco Gaggero, Gaggero, Lorenzo Bruzzo
Luoghi citati: Genova
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