«Palinoti allo sbaraglio»

«Palinoti allo sbaraglio» «Palinoti allo sbaraglio» II sociologo: si risparmia sulla formazione professionale «Pur dun lasi è dia paqualusacriCM E' un grande as" sente dietro alle tragedie sul lavoro, che l'anno scorso in Italia hanno ucciso oltre 1200 persone: «E' la cultura della sicurezza», secondo l'analisi del sociologo Luciano Gallino. Professore, che cosa significa in concreto «cultura della sicurezza»? «Non si tratta solo di caschi, di cinture, di ponti o di reti, ma di trasmissione dell'informazione. Il fatto è che molte aziende non dedicano le due o tre ore settimanali necessarie per spiegare ai lavoratori rischi e contromisure. Farlo significa tenere fermo il cantiere o l'azienda e una decisione del genere costa, soprattutto in tempi di concorrenza spietata». Fatto aggravante, questa cultura non sembra mai essere stata molto forte. E' così? «Sì. In molti settori, e anche nell'edilizia. E, anzi, oggi vedo un ulteriore regresso. Credo che al centro del problema, oltre all'incremento dei ritmi e alle maggiori pressioni produttive, ci sia in primo luogo la bassa scolarità di molti lavoratori, tra i quali si conta un numero sempre maggiore di immigrati. Molti non capiscono, perché non parlano la nostra lingua. E non mi pare che ci siano molti impresari disposti ad assumere un interprete per dare le spiegazioni del caso ai dipendenti albanesi». Le statistiche parlano di un incremento degli incidenti e di quella che appare - a detta di molti - come una strage silenziosa. E' colpa anche del mercato del lavoro che sta cambiando impetuosamente? «Il mercato si trova sotto pressione. Paghe e salari sono in competizione con i Paesi di tutto il mondo. Così, avviene che si assumano persone disposte a chiudere un occhio sulla sicurezza come sugli orari e orari più lunghi significano operai avere voro posti tire nque fìcio» più stanchi e, quindi, più esposti ai pericoli. Mi sembra la conferma di un fenomeno che chiamerei di divaricazione». In che cosa consiste? «Nel fatto che a seconda della classe sociale alla quale si appartiene si vive di più o ùi meno. Faccio un esempio. La normativa europe? impone che ogni volta cne si comincia un'attività produttiva si tenga una lezione sulla sicurezzAnche noi professori universitari dobb.. mo farla, all'inizio di un corso, perché gli studenti sono assimilati a prestatori d'opera. Ma se noi la facciamo, per rischi davvero minimi, come inciampare in un gradino, quanti cantieri o stabilimenti la fanno per pericoli ben più seri? Trovo un po' ridicolo - e drammatico allo stesso tempo - che si parli di sicurezza più a giovani in salute che a lavoratori scarsamente preparati». Da una parte, quindi, i camici bianchi e dall'altra i «dannati» allo sbaraglio? «Non c'è dubbio che le attività ad alta tecnologia generino anche molti posti a bassa tecnologia. Per i camici bianchi che operano in ambienti sterili a temperatura costante, già proiettati nel XXI secolo, ci sono tanti costretti ai "lavori dei nonni". Questa è l'altra faccia, quella che definisco la Terzomondizzazione del Nord del pianeta». E' un esito inevitabile? «Le profezie si realizzano da sole se non si fa nulla per falsificarle. Purtroppo, mentre le scene di Bombay e di Lagos arrivano nelle nostre periferie, in Italia la cultura e la politica dell'occupazione restano scarse. E, intanto, due miliardi di persone premono per un lavoro a tutti i costi. Così, chiunque si offra per un mestiere povero, degradato e con strumenti primitivi sa bene che, se non lo accetterà, sarà sorpassato da qualcun altro, ancora più carico di miseria di lui». [g. bec] «Pur di avere un lavoro si è disposti a patire qualunque sacrifìcio»

Persone citate: Luciano Gallino

Luoghi citati: Italia, Lagos