Una donna salva il Colonnello

Una donna salva il Colonnello Nel deserto: la guardia del corpo crivellata dai proiettili, il leader ferito a un gomito. 16 morti Una donna salva il Colonnello Fa scudo a Gheddafi sotto le raffiche dei killer; IL CAIRO NOSTRO SERVIZIO Il mistero circonda ancora l'attentato contro il leader libico Gheddafi avvenuto il 2 giugno scorso nella parte orientale del Paese. Il Colonnello sarebbe scampato per un caso alla morte nell'agguato tesogli da un gruppo di fondamentalisti grazie al coraggio di una donna, una sua guardia del corpo. Nella sanguinosa sparatoria 16 persone sarebbero rimaste uccise e sette ferite, tra le quali lo stesso Gheddafi. Questo, almeno, è il drammatico racconto fatto da viaggiatori giunti ieri al posto di confine egiziano di Sallum, provenienti dalla Libia. Racconto confermato dalla polizia egiziana. A Tripoli i diplomatici occidentali dicono di non aver notizie dell'attentato. I libici smentiscono tutto, e sostengono che il Colonnello avrebbe accusato nei giorni scorsi un lieve malessere che lo ha costretto al riposo, facendo saltare una visita in Egitto e nel Buriana Faso. Stando alla testimonianza di questi viaggiatori libici, che hanno scelto l'anonimato, l'agguato è avvenuto vicino a Derna, nella zona della Montagna Verde (alGabal al-Akhdar), a soli 150 chilometri a Ovest di Sallum, il confine con l'Egitto. Il corteo presidenziale stava infatti avviandosi verso la frontiera: il giorno successivo il Colonnello avrebbe dovuto iniziare una lunga visita al Cairo, 9 giorni. Il «Rais», secondo i testimoni, ordina una sosta per arringare un gruppo di cittadini che si accalcava sulla strada costiera. Sale su una collina e comincia a rivolgersi alla folla. Mentre parla, un commando armato sbuca da dietro la collina e comincia a sparare all'impazzata. Le guardie fanno scudo con il loro corpo per proteggere il Colonnello, altri rispondono a fuoco. Una delle «amazzoni», Aisha, muore crivellata di proiettili riuscendo a salvare Gheddafi. La stessa sorte tocca ad altri pretoriani del leader - il quale se la cava con una ferita al gomito - e ad alcuni attaccanti. Nel frattempo il corteo presidenziale, con il camper del «Rais», fa dietro-front e rientra a Tripoli. Arrivano rinforzi, la zona viene circondata da imponenti reparti della sicurezza che danno la caccia agli elementi superstiti del commando. I viaggiatori non hanno dubbi: sono stati gli integralisti islamici a fare questo agguato per eliminare il capo della rivoluzione. Del resto, la zona della Montagna Verde è considerata una loro roccaforte, viste le ripetute imprese da loro compiute in quella regione (l'ultima risale all'estate del 1996, quando un gruppo di 400 detenuti islamici evase in massa da un carcere ma fu inseguito e sterminato dai militari). Un centinaio di giovani vengono arrestati nella zona dell'agguato. Ma le retate si estendono fino a Bengasi, e i soldati riprendono a pattugliare la regione orientale fino al confine con l'Egitto. Rientrato nella capitale, il Colonnello ordina di disdire tutti gli appuntamenti e rimanda la visita in Egitto. Il rinvio è per il 5 di giugno, ma poi II Cairo viene informato della cancellazione del viaggio. Salta anche l'appuntamento del 10 giugno a Ouagadougou, nel Burkina Faso, per l'apertura del summit dell'Organizzazione dell'Unità Africana. Commentando l'annullamento della visita, che era stata preceduta da una chiassosa campagna stampa, il presidente egiziano Mubarak aveva affermato che Gheddafi era semplicemente malato di tonsillite. A loro volta, i portavoce del Colonnello dissero che Gheddafi non voleva «disturbare» Mubarak, af- faticato dopo la visita di re Hassan del Marocco. Per giustificare la mancata partecipazione al summit dell'Oua, Gheddafi dirà di non aver voluto mettere in imbarazzo i leader africani violando le sanzioni aeree imposte alla Libia dopo la strage di Lockerbie. L'attentato non è stato ancora confermato da fonti neutrali. Una fonte autorevole al Cairo ha assicurato che si tratta di una montatura, dal momento che il leader di Tripoli è apparso l'altro ieri in ottima forma fisica e di buon umore durante un'intervista trasmessa in diretta dalla tv libica. Tra il Colonnello e l'Egitto esiste piena col- laborazione nella lotta all'integralismo islamico, dal momento che la «Jamaa Islamiya» egiziana è riuscita a mettere radici in Libia grazie alla presenza di numerosi immigrati dal vicino Paese. E alcuni «mujaheddin» libici reduci dalla guerra in Afghanistan hanno preferito tornare in Libia, dove agiscono nella clandestinità. Per combattere gli integralisti, considerati nemici della Rivoluzione Verde, il Colonello ha usato la stessa ferocia con cui ha perseguitato gli altri oppositori laici di ogni colore. Ibrahitn Refat Negli anni del boom petrolifero tutte le ragazze facevano il servizio militare, e molte restavano in divisa attratte dagli stipendi elevati S m olonnello ffiche dei killer; Il colonnello Gheddafi Sotto è con una donna della scorta addetta alla sua sicurezza Il colonnello Gheddafi Sotto è con una donna della scorta addetta alla sua sicurezza