QUELLE DUE ANIME IN TRIBUNA

QUELLE DUE ANIME IN TRIBUNA DALLA PRIMA PAGINA QUELLE DUE ANIME IN TRIBUNA vevano e ce la mettevano tutta. Noi italiani eravamo ora esaltati, ora iracondi. Qualche peccatuccio di tracotanza e supponenza dal momento in cui, al decimo, Vieri ha fatto quella bravata italianissima che, zàc-zàc, non sai neanche come ti porta in vantaggio e sembra che sia finita la partita, che non ci sia storia. Allora i giocatori italiani sono sembrati un po' superbi e candidi, l'aria un po' inglese rispetto a cileni piccoli e con capigliature lunghissime che ballavano. E poi i giocatori cileni vibravano come gatti, si scuotevano, facevano un balletto che all'inizio sembrava una fanfaronata. Ma quando è cambiato il clima con il gol di Salas, l'albagia e l'alterigia sono venute meno, i cileni hanno fatto quel che avete visto e tutti i loro compatrioti colorati, danzanti, ondeggianti, tambureggiami hanno fatto diventare lo stadio di Bordeaux una medusa colorata, un corpo vivo e anche inquietante. Gli italiani, noi italiani, lì a mugugnare e a mandare moccoli, prima che Baggio facesse la grazia era crollato l'umore, scesa la cappa della depressione, e sulle scalinate tirava aria da tutti a casa, è finita, pazienza, è andata così. Per di più pioveva a scrosci intermittenti e mi ero munito di un ombrello enorme sotto il quale si è rifugiata mezza tifoseria dell'una e dell'altra parte. Un cileno entrava e un italiano usciva. E venivano giù raggi di sole a catinelle come la pioggia, accecanti e umidi. Il cam po era sudato e imperlato d'acqua, i sedili di plastica su cui sedevamo erano pozzanghere di sudiciume, ma la vita, cioè la partita, continuava. Quel che è successo quando fi nalmente al quarantesimo del se condo tempo è arrivata la resurre zione per via del rigore, aveva del grottesco e del miracoloso: ho vi sto certi omoni toscani che quasi piangevano (prima ancora che il rigore diventasse gol) e c'era una ragazzina, toscana anche lei, che diceva parolacce da far arrossire un taverniere. E insommjjera proprio la vera, autentica, stressante partita di calcio come doveva essere, anche se magari questa nazionale di Maldini padre e figlio poteva presentarsi un po' più fiduciosa in se stessa. Perché quel che l'ha fiaccata in maniera terrificante non è stata tanto la squadra avversaria ma l'accecamento da depressione che ha fatto vedere nero per troppo tempo, con quei piedi di piombo che non galleggiavano più nel pantano della pioggia. E così eravamo noi sugli spalti della battaglia, col fondo dei pantaloni infangato, la pioggia nel collo, le urla cilene nelle orecchie, una frustrazione fisica che diventava malore e ti faceva vedere quanto tutto ciò sia molto stupido e anche fantasticamente bello, con la gente che fìnge di odiarsi soltanto perché è nata in posti diversi, eccetera eccetera. All'uscita dallo stadio si notavano i giornalisti giapponesi, gelidi come l'aria del vespro, imperturbabili. E si notavano le famiglie abbracciate arrivate da Santiago. Ho fatto con la folla i quattro chilometri che separano lo stadio dal centro ed era tutta gente carina. Come era stata entusiasmante tutta la gente comune che martedì sera ho visto sfilare a Parigi e che beveva, ballava e si abbracciava (hooligans scozzesi a parte, ebbri d'indipendenza oltre che di birra), negli stessi giorni in cui India e Pakistan ci ricordano gentilmente che siamo sempre seduti su una polveriera nucleare. Non vorrei scadere nella retorica dello sport come antidoto alle guerre, ma certo è che quanto sta avvenendo in questo inizio di coppa del mondo in Francia fa molta impressione. Proprio perché, come si vedeva ieri alla fine della partita Italia-Cile finita con un pareggio casuale come tutto è casuale in questo sport, si palpa nella gente di tutto il mondo una Estraneità profondissima dall'epoca della violenza e della minaccia. I cileni erano i più colorati e più vivi, forse perché il loro periodo buio è molto recente. Gli italiani hanno dato l'assalto ai grandi magazzini, hanno bevuto vino con sapienza e si sono divertiti. Paolo Suzzanti

Persone citate: Baggio, Maldini, Paolo Suzzanti, Salas, Vieri

Luoghi citati: Bordeaux, Cile, Francia, India, Italia, Pakistan, Parigi, Santiago