IL DIRITTO AL MONOPOLIO di Luigi La Spina

IL DIRITTO AL MONOPOLIO DALLA PRIMA PAGINA IL DIRITTO AL MONOPOLIO die sulla sua popolarità. Arriva, addirittura, a promettere, davanti a un notaio, di ritirare la sua candidatura nel caso di una elezione diretta del Presidente della Repubblica. Dotato della sola eredità di una buona educazione, non conosco «insulti legittimi». Ecco perché del solo sostantivo non faccio mai uso. Del tutto legittimo, credo, è, invece, non solo formulare osservazioni, come in questo caso, ma anche giudizi e, persino, pregiudizi. Tutt'al più, possono essere sbagliati. E l'unico verdetto che conta è quello dei lettori. Per maggior chiarezza è bene ripetere, questa volta sì, qualche opinione, poiché l'indubitabile perspicacia investigativa di Di Pietro, in tal caso, ha fatto cilecca: nessuna delle sue ipotesi sui motivi dell'articolo corrisponde alle intenzioni. L'ex pm e i suoi colleghi della procura di Milano hanno combattuto e combattono, come è stato scritto sulla Stampa tante volte in questi anni, una coraggiosa ed encomiabile lotta alla corruzione pubblica, in particolar modo quella politica. Né turba o sorprende, perciò, la popolarità di Di Pietro: la legittimità della sua carriera politica è stata sanzionata da una democratica elezione. Non c'è bisogno di assicurazioni, poiché nessun notaio potrebbe annullare una legittima candidatura. Altre sono le questioni di «legittimità», anzi è una sola: Di Pietro, come ogni politico, si deve rassegnare ad essere giudicato per quello che fa, senza assoluzioni o indulgenze per meriti pregressi. D'altra parte, per chi dalla giovinezza, ahimè lontana, è liberale e per un giornale che lo è da 130 anni, è fin troppo facile ricordare il dovere di combattere tutti i monopoli, da quelli politici a quelli economici. Ma anche da quello della virtù a quello del referendum. Luigi La Spina

Persone citate: Di Pietro

Luoghi citati: Milano