Italia e Islam, si apre la via del dialogo
Italia e Islam, si apre la via del dialogo Accordo fra i musulmani: deciso il comitato che tratterà per raggiungere un'Intesa con lo Stato Italia e Islam, si apre la via del dialogo Prodi va alla moschea: faremo di tutto per favorire l'integrazione ROMA. La galassia dell'Islam italiano avrà una voce unica e Romano Prodi si impegna ad «accelerarne l'integrazione». I musulmani residenti nel nostro Paese hanno trovato l'accordo per istituire un comitato congiunto, che condurrà le trattative con lo Stato per raggiungere un'Intesa simile a quelle già siglate da comunità ebraiche e valdesi secondo quanto previsto dall'articolo 8 della Costituzione. L'annuncio è stato dato ieri da Adbullah Saleh al-Obaid, segretario generale della Lega islamica mondiale con sede alla Mecca, durante i lavori del seminario su «Religione e diritti umani: Islam e Cristianesimo» nella Moschea di Roma, a cui è intervenuto il presidente del Consiglio, Prodi. «Siamo finalmente riusciti a trovare una piattaforma per tutti - ha detto Saleh al-Obaid e non ci resta che metterci al la¬ voro per definire la proposta di testo da sottoporre allo Stato. Spero, inchallah, sia pronta quando, fra quattro mesi, tornerò in Italia». E' stato l'arrivo in Italia di Al-Obaid l'occasione per far condividere la proposta di un «organismo unico» alle principali organizzazioni esistenti: Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche Italiane di Milano, Centro Islamico di Roma e Lega Islamica Italiana. Al-Obaid, uomo di fiducia della casa reale saudita, è riuscito ad avere luce verde anche dagli altri gruppi islamici come II Coreis dello «sceicco bianco» Al-Wahid Pallavicini e dalle ambasciate dei Paesi musulmani in Italia, che restano un importante punto di riferimento per una collettività ancora parcellizzata in gruppi nazionali. «I musulmani italiani si riuniscono sotto il patrocinio della Lega mondiale» riassume Mario Scaloja, direttore del Centro Islamico. «L'intervento di Al-Obaid è stato risolutivo» conferma Hamza Roberto Piecardo, segretario dell'Ucoii, promettendo «collaborazione con le altre voci dell'Islam per far avanzare la trattativa sull'Intesa con lo Stato». Il successo della mediazione di Al-Obaid era auspicato negli ambienti di Palazzo Chigi, dove da tempo le due commissioni su Libertà Religiosa e Intese aspettano di discutere il capitolo Islam. Ma finora ogni tentativo era impedito dall'assenza di un unico interlocutore per tutti i musulmani italiani (secondo l'Ucoii sono circa 800 mila). Fra le sigle dell'Islam italiano è previsto un incontro per dar vita al «comitato congiunto» e già circolano le ipotesi di denominazione: Commissione islamica nazionale, Federazione delle associazioni islamiche, Consiglio supremo dell'Islam. I temi sul tappeto per la trattati- va con lo Stato sono in gran parte noti: riconoscimento delle festività, scuole islamiche parificate, assistenza religiosa, effetti civili per i matrimoni islamici, diritto all'8 per mille, inviolabilità dei luoghi di culto. Romano Prodi portando il suo saluto al seminario fra cristiani e musulmani - a cui ha assistito anche Tullia Zevi, presidente dell'Unione delle Co¬ munità Ebraiche Italiane - ha ribadito l'impegno del governo per la libertà religiosa. «L'Italia accoglie una collettività islamica numerosa ed in espansione ed intendiamo utilizzare ogni strumento per favorirne l'inte| grazione perché sentiamo la necessità di comprendere l'Islam» ha detto Prodi, richiamandosi ai valori delle «tre religioni monoteiste» ed auspi¬ cando «modalità che assicurino da parte dello Stato il rispetto delle regole dell'Islam». Al tempo stesso Prodi ha tenuto a puntualizzare l'importanza che il governo attribuisce ad «obiettivi comuni» come «difesa della pace, rifiuto dell'intolleranza e lotta a traffico di droga e terrorismo». Maurizio [Violinar! L'obiettivo: un accordo simile a quelli di ebrei e valdesi Il presidente del Consiglio Romano Prodi
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