Psicoanalisi, oltre il lettino
Psicoanalisi, oltre il lettino discussione. Le provocazioni di un convegno che si apre oggi a Roma Psicoanalisi, oltre il lettino Inconscio e poesia, lo stesso linguaggio MILANO I L buon Musatti sarebbe I contento che il premio I intitolato a suo nome _4Jvada a chi frequenta la psicoanalisi ma psicoanalista non è, a chi applica la teoria freudiana in altri campi, nelle arti e nella società. Musatti si era sempre battuto per guardare oltre la siepe della dottrina, bene al di fuori del tradizionale sofà o lettino terapeutico. E così il premio viene dato quest'anno alla storica della psicoanalisi Silvia Vegetti Finzi e al critico letterario Francesco Orlando: sarà consegnato dopodomani a Roma, durante il congresso nazionale della Società psicoanalitica itabana, la Spi, dedicato al gran tema del sogno, un secolo dopo L'interpretazione dei sogni di Freud. Due premiati di valore. A parte la sua ormai classica Storia della psicoanalisi, via via sempre aggiornata (Mondadori), la Vegetti Finzi ha indagato, da II bambino della ìiotte al recentissimo Volere un figlio (ancora Mondadori), «l'immaginario che presiede alla maternità e all'allevamento di un figlio». «Nel processo educativo - spiega - metto l'accento non esclusivamente sul figlio ma sulla relazione tra genitori e figlio, perché in questo modo anche l'adulto si pone in gioco e cambia, cresce». E ci sono le questioni di bioetica: «La donna vuole un figlio a tutti i costi e i medici vogliono anche loro molto spesso fare un figlio a tutti i costi, con la fecondazione assistita: si crea di fatto una collusione fra donne e medicina. Vorrei allora diffondere una maggiore consapevolezza, perché le donne non cedano passivamente e completamente al loro inconscio, che è onnipotente, vuole tutto e subito, esige un figlio anche senza l'uomo. Nelle fantasie inconsce incontriamo infatti la partenogenesi, l'uomo è cancellato. La si vede anche in miti religiosi, come è per me quello della Vergine Ma- ria. Controllare l'immaginario è oggi un nuovo compito etico». L'altro vincitore del Musatti, Francesco Orlando, si ritiene un «eretico» rispetto agli altri cultori della psicoanalisi applicata agli studi letterari. Per questo il premio lo soddisfa in particolar modo. Ma perché eretico? Perché in genere un critico vede in un'opera il documento per definire il profilo psicoanalitico dell'autore. Per Orlando non è così. Per lui le ca¬ ratteristiche che Freud individua nel linguaggio dell'inconscio attraverso le sue manifestazioni (sogni, lapsus, sintomi nevrotici) sono le stesse, molto semplicemente, del linguaggio poetico. Un bel cambiamento. Questo linguaggio dell'inconscio e della poesia ha una retorica e una logica tutte sue. «Salta in primo luogo il principio d'identità, per cui "a" è uguale soltanto ad "a"», spiega Orlando. La conseguenza è una fan¬ tasmagoria continua. Domina la metamorfosi, la contraddizione. «E' come se io dicessi: caro lettore, ritrova nella poesia le tue contraddizioni». Sono trent'anni che il critico va per questa strada, da un ciclo freudiano in tre volumi a una curiosa ricerca sui rifiuti, le immagini-robaccia in letteratura (Einaudi). Una via che non è molto piaciuta «né ai critici di sinistra, ideologici, molto poco dialettici, molto poco amanti delle contraddizioni della vita, né ai critici formalisti alla Contini, per i quali turbavo la bella superficie liscia di un testo su cui fare filologia in pace». Il Gattopardo, per esempio: «Mentre un critico ideologico rileva la posizione conservatrice di Tornasi di Lampedusa, il suo rimpianto per la classe dominante d'altri tempi, io scorgo un atteggiamento più complesso, vedo anche il rimpianto per la mancanza in Sicilia di una borghesia progressiva come quelle di Francia e Inghilterra. L'ideologia non può assorbire queste contraddizioni. La grandezza dell'opera sta nel dominarle». Questi premi Musatti sono in definitiva dei sintomi, confermano ulteriormente che gli psicoanalisti della Spi (ormai 600, fra ordinari e associati) sono usciti da quel chiuso, da quell'arroccamento che li caratterizzava fino a non molti anni fa e che faceva tanto disperare un Elvio Fachinelli, psicoanalista irato contro la burocrazia e la boria elitaria della corporazio ne. Adesso si sono come rotti gli argini del sussiego. Attaccati dalle neuroscienze, immersi in una galassia di almeno quattordicimila psicoterapeuti, i freu diani escono allo scoperto, dialogano. Ufficialmente, umilmente. Il congresso che s'apre oggi è persino inaugurato da due filosofi, Remo Bodei e Paolo Rossi. Non era mai accaduto. Claudio Altarocca Il premio Musatti a Silvia Vegetti Finzi e al critico letterario Francesco Orlando A sinistra Sigmund Freud. A destra Cesare Musatti. Sotto Silvia Vegetti Finzi
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