«Il Pendolino treno del Duemila» di Bruno Gianotti
«Il Pendolino treno del Duemila» Troppo forti i costi dell'Alta velocità, le ferrovie si convertono al «tilting» «Il Pendolino treno del Duemila» Fiat: saremo ancora leader TORINO. L'obiettivo è il 50% dei treni ad assetto variabile: Fiat Ferroviaria, leader del mercato con il Pendolino e raro esempio di «made in Italy» ferroviario esportato con crescente successo in tutta Europa, punta a rafforzare la sua posizione su un mercato in rapido sviluppo. Al traino del Pendolino, l'azienda ha chiuso il '97 con un fatturato di 743 miliardi (triplicato in 5 anni), e un risultato operativo pari al 6,7% del fatturato. Il '98 si annuncia ancora più brillante, con i primi 5 mesi mesi di fatturato a quota 330 miliardi (in crescita del 10% in termini omogenei), e ordini sufficienti per altri due anni. Ieri ha celebrato i suoi primi 80 anni forte della più grossa commessa mai registrata nel settore dei treni «tilting», ad assetto variabile: 3 mila miliardi di valore, in società con Gec Alsthom, per fornire Pendolini alla Virgin, la società britannica di mister Branson che ha rilevato una parte della rete nella privatizzazione delle ferrovie della Regina. E continuerà a spingere il suo prodotto di punta, hanno annunciato Paolo Monferino, direttore centrale di Fiat Spa, Gianni Coda amministratore delegato e direttore generale della Ferroviaria e Fernando falcone direttore tecnico, proprio in vista della «rivoluzione culturale» nel settore ferroviario che va verso l'abbandono dell'Alta Velocità in stile Tgv, con i binari «dedicati» soltanto ai treni veloci, per convertirsi a treni universali come il Pendolino, che non ha bisogno di linee speciali per abbassare le medie di percorso. Non è un rigetto dell'Alta velo cita, che in Italia sta completando il tracciato principale Milano-Na poh e sta ultimando i progetti della direttrice Torino-Trieste. Ma è una strategia che va oltre il breve termine. «Non crediamo che ci sarà uno svulippo dell'Alta velocità - dice Moni ermi - ma un gran de sviluppo dei treni tilting». La conferma? E' nei fatti, nei 333 Pendolini già piazzati da Fiat Ferroviaria in Italia, Germania Repubblica Ceca, Finlandia, Polo nia, Slovenia, Francia, Spagna e Portogallo, più l'ordine «congela to» dalla Malesia per difficoltà economiche. La conversione dei francesi, dei «padri» dell'Alta velocità è la prova del nove: stanno già collaudando un prototipo di convoglio ad as¬ setto varibile in collaborazione con Fiat. Questione di costi e di impatto ambientale, dice Monferino: «L'Alta velocità tradizionale richiede altissimi investimenti iniziali, grandi opere, consumo ener¬ getico e inquinamento acustico non indifferenti. Quindi si punterà sempre più su mezzi che corrono sulle linee tradizionali, sempre con ottimi risultati in fatto di comfort, velocità e sicurezza». Le previsioni sono per un raddoppio del budget mondiale del settore a più 2000 miliardi l'anno entro i prossimi 5 anni. Fiat Ferroviaria ha oggi il 70% del mercato europeo e prevede anche la possibilità di scendere al 50%, che significa però, nelle nuove dimensioni, sempre un cospicuo di fatturato e l'apertura di un nuovo filone, la manutenzione che sarà sempre più affidata agli specialisti delle aziende. Frattanto, l'evoluzione dei convogli è già arrivata alla terza generazione: dopo i Pendolini Etr450, 460 e 470 (il modello per le relazioni Italia-Svizzera), stanno per arrivare sui binari l'Etr480 e il Pendolino Diesel-elettrico che ha gli stessi principi dei suoi predecessori ma i motori diesel che gli consentono di velocizzare le linee non elettrificate. Bruno Gianotti il ministro dei Trasporti Claudio Burlando
Persone citate: Branson, Claudio Burlando, Gianni Coda, Monferino, Paolo Monferino
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