L'onda asiatica spazza l'Europa

L'onda asiatica spazza l'Europa Un altro crack nel Far East, yen ai minimi nonostante il G7. Greenspan insiste: «Non tocco i tassi» L'onda asiatica spazza l'Europa Giù tutte le Borse, resiste solo Piazza Affari MILANO. L'ombra lunga dei crack asiatici deprime le Borse europee, con la sola Piazza Affari - o quasi - a difendere le posizioni (specie grazie a Fiat, Eni e ai titoli beneficiati dall'assegnazione a Wind della licenza di terzo gestore dei telefonini). Nel Far East al peggio non c'è mai limite e ogni volta che sembra che il fondo sia stato toccato una nuova raffica di segni meno ricorda che senza riforme profonde dai guai non si uscirà. In Giappone, vero cuore della crisi, lo yen dà sempre più preoccupanti segnali di debolezza costringendo il G7 di Parigi a prendere impegni verbali al suo sostegno, ma senza convincere granché i mercati. E la fiacchezza delle monete dell'Estremo Oriente promette di espandere gli effetti depressivi al resto del pianeta. Le cifre della nuova Caporetto asiatica raccontano di un indice Nikkei che a Tokyo ha perso un ulteriore 1,24%, che di per sé non sarebbe un trauma se non si aggiungesse all'impressionante record di arretramenti degli ultimi mesi (e anni). Lacrime amare anche a Hong Kong che ha toccato il nuovo minimo dal 1995 con un tonfo del 4,91%, e a Singapore (-4,5%), Seul (-4,3%) e Kuala Lumpur (-3,1%). Quanto alle valute, lo yen ha sfondato nella prima parte della giornata la soglia di 141 per un dollaro, poi ha recuperato qualcosa, grazie alle dichiarazioni del sottosegretario Usa al Tesoro, Lawrence Summers, al termine del G7 («continueremo a sorvegliare l'andamento del mercato dei cambi»), ma è stato un fuoco di paglia e molti operatori scommettono su una moneta giap ponese scambiata quanto prima a 150. Di conseguenza in tutto il Far East si comprano biglietti verdi a qualunque prezzo: così la rupia in donesiana ha lasciato sul terreno il 9,7% in una giornata e perdite significative hanno registrato anche il ringitt malaysiano, il dollaro di Sin gapore e quello di Taiwan (record negativo degli ultimi 11 anni). Se il buon giorno si vede dal mattino, il gioco dei fusi orari ha presentato qualche ora dopo alle Borse eu ropee un quadro che suggeriva di al leggerire certe posizioni. I risultati si riassumono in una chiusura negati va per la City di Londra, in calo dello 0,54% (penalizzate soprattutto le so cietà maggiormente esposte in Asia), una limatura per Francoforte -0,10%, con un rialzo di 15 pfenning per il titolo di Deutsche Telekom che fa parte del consorzio Wind) e un deciso arretramento a Zurigo (-0,83%). Parigi ha registrato invece un piccolo avanzamento (+0,16%) che si affianca al +0,36 di Milano (24.255 punti) che con questi chiari di luna si può considerare un successo. A Piazza Affari, prudente, gli scambi sono scesi da 2200 a 2000 miliardi. Fra i titoli più in vista sono stati l'Eni, che ha messo a segno un +2,56% in vista del collocamento della quarta tranche, e Fiat (+2,79%). E' tornata a salire Banca Intesa (+4,28%) per le voci di un prossimo accordo con Cariparma, e per ragioni analoghe (un possibile interesse da parte di Mediaset) si è messa in luce Olivetti (+2,79%). Me¬ diaset invece ha pagato con un -0,92% la sconfitta della sua cordata Picienne, nella gara per il terzo gestore di telefonia mobile. Male anche Tim (-1,76%) e Autostrade (-4,52%), capofila dell'altro consorzio battuto, Telon. Hanno stappato bottiglie di champagne i possessori di azioni Ericsson, sospese per ecceso di rialzo (+9,88%), società che figura fra i principali fornitori di Wind. Bene anche Ina (+2,34%), Fideuram (+2,47%), Ifil (+1,33% le ordinarie e +7,21% i diritti) e Pirellina (+3,29%). Nel complesso, dunque, la Borsa italiana si è mossa più in base a logiche interne che sotto l'influsso dei segnali negativi dall'Asia, che però hanno tenuto banco nel mondo e torneranno probabilmente a farlo oggi. Non hanno convinto gli investitori le dichiarazioni del ministro delle Finanze giapponese, Hikaru Matsunaga, che ha detto: «Sono preoccupato per la debolezza dello yen e se sarà necessario prenderò forti misure d'accordo con gli altri Paesi industrializzati». Ma la crisi asiatica non ha avuto finora i temuti riflessi negativi sulle prospettive degli Stati Uniti, come ha spiegato nella sua attesa testimonianza al Congresso il governatore della Federai Reserve, Alan Greenspan: «L'attuale andamento dell'economia americana, con una combinazione di forte crescita e bassa inflazione, è il più impressionante che io abbia visto in 50 anni» ha detto, concludendo che «alla Fed non riteniamo necessario stringere la morsa monetaria». Ma ha aggiunto: per ora. Luigi Grassia Tokyo perde 11,24% Per Hong Kong, Seul e Singapore flessioni vicine al 5 per cento Milano premia Fiat, Eni e i titoli legati a Wind vincitrice nei telefonini LA CADUTA DELLE TIGRI {Quanto hanno perso ieri le principali Borse asiatiche) -4,91% THAILANDIA -4,48% TAIWAN -3,12% FILIPP1NE -0,34% INDONESIA -0,87% INDIA -2,66%

Persone citate: Alan Greenspan, Greenspan, Lawrence Summers, Luigi Grassia