«Vince la ragione del profitto» di Antonella Torra

«Vince la ragione del profitto» «Vince la ragione del profitto» II veterinario: rischi ce ne sono ancora TORINO. «Purtroppo le ragioni della produttività e del profitto superano sempre quelle della cautela sanitaria». E' perplesso sulla riduzione dell'embargo Mario Valpreda, veterinario, direttore della Sanità pubblica della Regione Piemonte. «Vede, io credo che si correrà il rischio di partecipare ad una perversa lotteria, mi chiedo perché bisogna giocare». La possibilità di riaprire le frontiere ai vitelli provenienti dalla Gran Bretagna non la convince, pensa che ci siano ancora dei rischi? «Diciamo che ho delle perplessità. Gli inglesi non hanno effettuato una bonifica radicale dei propri allevamenti: avrebbero dovuto abbattere tutti i capi degli allevamenti dove erano stati riscontrati casi di "mucca pazza". Inoltre non sappiamo per quanto siano circolate le farine di carne infetta: potrebbero esserci nuovi casi, tenuto conto del lungo periodo di incubazione del morbo». La Commissione Europea porrebbe comunque dei limiti alla ripresa delle esportazioni, dovrà trattarsi di vitelli nati dopo il 1° agosto 1996 e non potranno essere nati da madri colpite dalla malattia. «Io porrei qualche limitazione in più. Per essere completamente sicuri gli animali dovrebbero provenire da allevamenti che non hanno mai avuto capi malati e dove non è stata somministrata farina di carne sospetta». Una pazzia, allora, togliere l'embargo? «No, assolutamente, i rischi sono molto contenuti. I vitelli nati dopo il 1° agosto 1996 cer¬ to non hanno consumato farine di carne infetta e le loro madri avrebbero già manifestato la malattia. Il morbo è comunque una prerogativa delle mucche: i vitelli vengono macellati a 18-20 mesi e il periodo di incubazione della malattia è molto più lungo. Gli organi più a rischio sono l'encefalo e il midollo spinale, poi i linfonodi, la milza, le tonsille. Ed ecco che le bistecche non sono a rischio, molto più pericolosi gli hamburger per i quali viene tritato un po' di tutto». Se la proposta della Commissione Europea dovesse passare, che ripercussione avrebbe sui produttori italiani? «La stessa che ha avuto la notizia della malattia: un crollo di consumi assolutamente sproporzionato al reale rischio. Ora si torna a parlare del morbo e le vendite scenderanno di nuovo. La Regione Piemonte sta preparando un progetto di intervento per avere la qualifica di regione indenne da encefalopatie spongiformi. Un piano di controlli clinici diretti, diversificato a seconda se si tratti di allevamenti con animali importati o nostrani. La razza bovina piemontese è una delle più pregiate al mondo. I nostri controlli sono molto severi, per questo vogliamo che questa razza venga valorizzata». A che punto sono gli studi sul morbo della «mucca pazza»? «Siamo ancora al livello di forti sospetti sulla possibilità di trasmissione all'uomo. Sappiamo solo che l'agente patogeno passa la barriera di specie: ad esempio ci sono stati casi di gatti malati». Antonella Torra

Persone citate: Mario Valpreda

Luoghi citati: Gran Bretagna, Piemonte, Torino