«Vendo gioia, non morte» di Raffaella Silipo
«Vendo gioia, non morte» «Vendo gioia, non morte» La Nonino: è una follia sulla mia grappa non la metto UDINE. «Semo fora de testa». L'Italia del vino s'indigna, si stupisce, si dispera. La proposta della Commissione Affari Sociali di far scrivere sulle etichette degli alcolici «Nuoce gravemente alla salute» non poteva avere accoglienza peggiore, nella celeberrima distilleria Nonino di Udine. E la signora Gianola, che con le tre figlie prosegue la centenaria tradizione familiare di produrre grappe, promette che darà battaglia. «Faremo la marcia su Roma, occuperemo il ministero. Certo non subiremo passivamente questo sopruso». Signora Nonino, la situazione è davvero così grave? «Gravissima. Sant'Iddio, se credono che metterò mai sulle mie bottiglie quell'etichetta, si sbagliano di grosso. Sono le mie ampolle di grappa, le distillo con amore, con tradizione, e dovrei dire che fanno male? Pazzi, ignoranti, ottusi». Perché, l'alcol non fa male? «Guardi, tutto fa male se preso in dosi troppo elevate, anche l'acqua, anche la pastasciutta, anche il lavoro. Un anorressico sta forse meglio di un alcolista? Mentre è provato che l'alcol, preso con moderazione, fa addirittura bene, è un vasodilatatore. E poi, mi dica lei, chi trae beneficio da questa norma?». Forse i ragazzi che il sabato sera bevono troppo e poi si schiantano sulle strade. «Ma si figuri se quei ragazzi leggono l'etichetta. Le dico di più, magari la leggessero: saprebbero distinguere i prodotti di qualità da quelli scadenti. Invece è una legge che danneggia i produttori ed è inutile per i consumatori, ecco». Pare che in Francia ci siano norme analoghe... «Macché. In Francia le avvertenze valgono per la pubblicità di alcolici, e su questo posso anche essere d'accordo. Ma sulle etichette, Dio mio... Sa come andrebbe a finire?». Come? «Che i nostri prodotti avrebbe¬ ro l'avvertenza e quelli del resto d'Europa no. Un ulteriore gravame sui produttori, che va ad aggiungersi alle imposte pesanti, ai controlli senza fine, a una burocrazia tremenda, insostenibile. Ci mettono in condizione di non poter affrontare la concorrenza, invece di rendere più facile il lavoro a chi vuol lavorare. E poi, non avessero altro da fare, capirei. Invece trascurano i veri problemi per mettere i bastoni tra le ruote a noi». Che cosa potrebbe fare invece per voi lo Stato? «Soprattutto incoraggiare la qualità. E poi promuovere un'autentica cultura del cibo e del vino, anche e soprattutto fra i giovani. Perché c'è un'ignoranza spaventosa, come dimostra questa legge. E invece bisogna imparare a conoscere le nostre radici. Perché noi non vendiamo morte, noi vendiamo gioia e piacere». Raffaella Silipo L'Associazione degli enotecnici «Una proposta che si basa su cognizioni errate sulle diete» Gianola Nonino, produttrice di grappa friulana
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