Dodici doveri per l'uomo del Duemila di Stefano Mancini

Dodici doveri per l'uomo del Duemila La «Carta» voluta da Rita Levi Montalcini: altrimenti sarà la disfatta dell'umanità Dodici doveri per l'uomo del Duemila Un patto contro razzismo e sfruttamento dei minori MILANO. Dicembre '48: l'Onu promulga la «Carta dei diritti dell'uomo». Ieri, cinquant'anni dopo, ecco la «Carta dei doveri umani», voluta da Rita Levi Montalcini e presentata a Milano da Rotary International, Giovani industriali, e International Council of Human Duties, organismo non governativo diretto proprio dalla Montalcini all'università di Trieste. Dodici punti, una sorta di Tavole della legge laiche per l'uomo del Duemila. «Rispetta la dignità umana, combatti ogni forma di discriminazione razziale o di sesso e lo sfruttamento dei minori», recitano i primi due comandamenti. «Le razze non esistono, esistono i razzisti - spiega il Nobel per la medicina -. Le loro teorie hanno portato allo sterminio di milioni di persone». La Levi Montalcini non si riferisce soltanto all'Olocausto, ma anche ai conflitti che hanno insanguinato e insanguinano l'ex Jugoslavia e alcuni Paesi africani. La «Carta» impegna poi tutti gli uomini e tutti i governi a operare a favore degli anziani, rispettare la vita umana, appoggiare coloro che aiutano chi soffre, promuovere la pianificazione familiare volontaria, appoggiare ogni tentativo di distribuire secondo giustizia le risorse del pianeta, evitare sprechi di energia, proteggere l'ambiente, rispettare la diversità genetica degli organismi viventi, appoggiare ogni sforzo per migliorare la qualità della vita, operare per il mantenimento della pace. Ma chi tramuterà in leggi e regole di comportamento i dodici principi? «Un problema complesso ammette la Levi Montalcini -. Però non abbiamo scelta: o i Paesi ricchi si impegnano ad aiutare quelli in via di sviluppo e a eliminare discriminazioni e sfruttamento o sarà la disfatta dell'umanità». Soluzioni concrete? «Affidare le redini del mondo ai giovani e alle donne». Tra le righe della Carta dei doveri si leggono i timori della scienziata alle soglie del nuovo millennio: la bomba atomica, l'alterazione del programma genetico, la degenerazione dell'ambiente, lo sfruttamento del vizio, la criminalità. Il riferimento alle biotecnologie è concreto: dobbiamo iscriverle nelle categorie del bene o del male? «I rischi esistono e le regole sono fondamentali, ma non mettiamo lucchetti alla creatività umana - è la risposta -. La scienza ci ha dato e ci darà grandi benefici». La Carta verrà illustrata il 21 giugno a San Vito al Tagliamento (Pordenone), nel corso di un forum internazionale. Ci saranno, tra gli altri, il cardinale Ersilio Tonini, il fisico Freeman Dyson, il genetista Jean Jacques Cassiman e l'astrofisico George Coyna. Stefano Mancini

Persone citate: Ersilio Tonini, Freeman Dyson, George Coyna, Jean Jacques Cassiman, Levi Montalcini, Montalcini, Rita Levi Montalcini

Luoghi citati: Jugoslavia, Milano, Pordenone, San Vito Al Tagliamento, Trieste