« Mi chiese di trovare un killer »

« Mi chiese di trovare un killer » «Era pronta a pagare due miliardi». E sullo stile di vita della donna: «Spendeva 40 milioni al mese per la casa» « Mi chiese di trovare un killer » La domestica accusa l'ex moglie di Gucci MELANO. Non un'emozione, non un tentennamento. Alda Rizzi, la domestica di casa Gucci prima a Sankt Moritz poi in galleria Passarella a Milano, ricorda tutto: «La signora mi chiese se l'aiutavo a trovare qualcuno per uccidere il signor Gucci Era pronta a pagare due miliardi. Insisteva: "Fosse l'ultima cosa che faccio, ma voglio vederlo morto"». E' il '90, quando Alda Rizzi riceve l'invito da Patrizia Reggiani Martinelli. Cinque anni prima dei colpi di pistola in via Palestra 20, cinque anni dopo che lui se ne era andato, lasciandola sola con le fighe e «un appannaggio di 200 milioni al mese». «Ma quei soldi non bastavano mai, a metà mese erano già finiti, anche perché con il passare degli anni il signor Gucci aveva ridotto l'appannaggio a 60 rnilioni al mese», rivela ancora Alda Rizzi, la borsetta Finto Vuitton ai piedi, il microfono davanti. E gli occhi del giudice, del pubblico ministero, dei difensori, tutti addosso a lei che senza un tentennamento racconta gli anni da contabile in casa Gucci. Quando una moglie delusa sognava di farla pagare al marito. «A questo punto, il processo è pure finito», dice convinto il pm Carlo Nocerino. Segno che questa deposizione piena di frasi lapidarie, concetti chiari, qualche sì e pochi no alle domande più dirette, risulterà secondo lui decisiva alla ricostruzione dell'accusa. «La signora spendeva sui 40 milioni al mese solo per la casa», torna l'anima da contabile di Alda Rizzi. Che fa poi un elenco dettagliato: «14 milioni per gli alimentari, 2 milioni per la luce, altrettanti per le orchidee, quattro milioni al mese per il telefono e il resto negli stipendi al personale, dall'autista al maggiordono, alla cuoca e a tutti gli altri». «All'inizio pensai che scherzasse, poi mi chiese di chiedere aiuto al mio fidanzato. Le ristrettezze in cui viveva ia signora si erano tramutate in odio verso il signor Gucci», prova a dare una sua spiegazione questa donna che, come precisa ada Corte, «si è sposata solo tre anni fa, dopo quindi ci anni di fidanzamento». Alda Rizzi dice no a quelle ri chieste. Anzi. «Avvisai il signor Gucci, era il novembre del '91. All'inizio sembrava spaventato, mi disse che avrebbe preso dei prov vedimenti», ricorda ancora. Pri ma di rivelare un altro particola re: «La signora era molto legata allo chalet Oiseau bleu di Sankt Moritz. Diceva che se non le veni va intestato, sarebbe stata pronta a dargli fuoco, a incendiarlo». Odio, odio e ancora odio. Alda Rizzi non tralascia nulla nel raccontile l'altra Patrizia Reggiani Martinelli, quella così diversa dalle crociere sul Creole e dalle feste miliardarie. Il ritratto che fa è quello di una donna accecata dall'odio. E dalla gelosia: «La si gnora era molto contraria alla relazione con Paola Franchi. Le da va fastidio che il signor Gucci spendesse soldi per un'altra don na». Il 27 marzo '95, quando Mauri zio Gucci viene ucciso, Alda Rizzi non lavora più per la signora Reg giani Martinelli. Ma capisce subito, le basta una telefonata di condoglianze il giorno stesso e lei cambiò subito discorso. Ad agosto dello stesso anno, una nuova telefonata. Alda Rizzi chiede di poter tornare a lavorare a Sankt Moritz e chiede cosa fare, se gli investigatori fossero arrivati a lei. «La signora mi disse eh»; avrei dovuto dire la verità. E cioè che Maurizio Gucci aveva molti nemici», racconta. Ma aggiunge un altro particolare: «Disse che non si ricordava, quando le rammentai i discorsi di qualche anno prima. Allora prese il telefono mio marito. Le disse: "Allora, signora, ce l'ha fatta!". E lei ammise: "Sì, ma ci ha lasciato nei casini". Poi intimò a mio marito: "Faccia quello che vuole, la sua parola vale quanto la mia. Ma non si metta contro di me"». Anche l'avvocato Mino Auletta, il legale che ha assistito Patrizia Reggiani nella parte economica del divorzio da Maurizio Gucci, ammette in aula che la signora gli aveva chiesto cosa avrebbe rischiato, se avesse ucciso il suo ex marito. Racconta: «Era novembre del '94, le dissi solo che un avvocato della mia tipologia non aveva alcuna intenzione di parlare di certe cose». In difesa di Patrizia Reggiani Martinelli si schierano solo due uomini, che negli ultimi anni le sono stati molto vicini. Andrea Stramezzi, medico dentista, ci tiene ai distinguo: «La nostra non era una relazione, era solo un'amicizia molto stretta». Poi spiega: «Le volevo bene, le voglio bene anche adesso... Per me è incapace, anche se più volte ha espresso il desiderio di vederlo morto. Era come una bambina che picchiava i piedi per terra». Anche Renato Verona si dice incapace di credere che quei desideri che lei esprimeva si siano poi tramutati nella realtà di un omicidio. Ma il suo, lo ammette, è il pensiero di una persona che è ancora molto legata a Patrizia Reggiani Martinelli. E che lo scorso San Valentino le ha inviato in carcere quaranta rose blu. Fabio Potetti Un avvocato: «Verso la fine del '94 mi chiese che cosa avrebbe rischiato se avesse ucciso il marito» Due amici hanno deposto in difesa della donna: uno a San Valentino le ha mandato in cella 40 rose blu 1E SPESE DI PATRIZIA REGGIANI [dalla deposizione dell'ex governante] Dopo la separazione nel 1985 riceveva da Maurizio Gucci 200 milioni al mese Le spese per la vita familiare erano di 40 milioni al mese, di cui: ■ 14 milioni per gli alimentari ■ 4 o 5 per il telefono ■ 2 per la luce ■ 2 per le orchidee ■ il resto per il personale Sopra, Patrizia Reggiani in tribunale. A destra, Andrea Stramezzi, il dentista amico della donna, che ha deposto durante l'udienza di ieri A destra, Alda Rizzi e Luciano Punta, i due domestici della villa di Maurizio Gucci a Sankt Moritz

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