«Soltanto affari, niente mafia»

«Soltanto affari, niente mafia» Fra una settimana la giunta per le autorizzazioni deciderà sul politico di Forza Italia «Soltanto affari, niente mafia» Giudice: dimostrerò che sono innocente PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Solo affari e niente mafia. E' il ritornello del primo gruppo di arrestati per associazione mafiosa e altri reati come il riciclaggio, ieri interrogati a Palermo dal gip Renato Grillo e dai sostituti procuratori Gaspare Sturzo e Gaetano Paci. E il deputato di Forza Italia Gaspare Giudice, numero due del partito azzurro in Sicilia, del quale i magistrati antimafia palermitani guidati da Gian Carlo Caselli hanno chiesto l'arresto, dichiara: «Non voglio negare che ho più volte incontrato Giuseppe Panzeca (presunto boss nuovamente in manette, ndr), ma ho la serenità di poter dimostrare la mia innocenza». L'onorevole ha affidato la sua difesa all'avvocato Raffaele Restivo, imo dei penalisti più noti a Palermo. Giudice, emozionato ma più che determinato, ha aggiunto: «Non mi celo dietro il mio status di parlamentare. Da uomo libero ascolterò le contestazioni e darò le risposte sperando che la verità e l'onestà di un uomo trionfi alla fine. Non mi voglio fare scudo del partito o essere strumento di una battaglia. Sono un uomo onesto, padre di due figli, che vuole andare in aula, in commissione e davanti all'opinione pubblica, nudo». Giudice ha concluso: «Se ci sono intercettazioni ascoltiamole, se si vuole vedere il mio tabulato si veda, non ho nulla da nascondermi e da cui trincerarmi». Il nuovo caso mafioso-politico- giudiziario che colpisce in alto Forza Italia tiene banco a Roma. La giunta per le autorizzazioni a procedere è stata già convocata dal presidente Ignazio La Russa di An per giovedì 18. Il relatore, Michele Abbate (ppi), dovrà presentare le sue conclusioni nella successiva seduta già fissata per mercoledì 2A giugno. «Quindi decideremo subito che cosa fare», ha precisato La Russa. Cioè se impedire il processo a Giudice o consentirlo. Silvio Berlusconi, incontrando i suoi parlamentari, ieri ha colto l'occasione per insistere sul fatto che secondo lui la maggior parte degli italiani non crede più nelle procure. Berlusconi ha ribadito che una commissione d'inchiesta su Tangentopoli dovrebbe «svuotare i cassetti». Beppe Pisanu, capogruppo di F.I. alla Camera, do¬ po aver incontrato Giudice, ha osservato che questi gli ha fatto sapere di volersi difendere da solo senza coinvolgere il partito. Si è defilato Gianfranco Micciché. H coordinatore forzista in Sicilia infatti è volato a New York per incontrare alcune comunità siculo-americane. Un viaggio programmato da tempo, è stato detto. Senza aggiungere però che, dato quel che sta accadendo, avrebbe potuto essere rinviato. Cristina Matranga, battagliera deputata palermitana di Forza Italia, che esordì in politica nella Rete di Leoluca Orlando, ha dichiarato: «Prendere provvedimenti seri dentro Forza Italia e rivoltarla se Giudice è colpevole, ovvero fare la guerra alla procura se ha sbagliato e in questo caso sarò io a chiedere conto e ragione di questi errori abnormi nelle sedi istituzio¬ nali appropriate». Gianfranco Zanna, deputato regionale diessino, ha chiesto al presidente della Commissione siciliana antimafia Fabio Granata di convocare l'ex assessore regionale azzurro Ugo Grimaldi, deputato di Enna, e il sindaco di Vulabate presso Palermo, Giuseppe Navetta, pure lui forzista. Zanna vuole che chiariscano i loro rapporti con Nino Mandala, imprenditore arrestato l'altro ieri durante l'operazione. Che il governo Prodi e i leader dell'Ulivo «reagiscano energicamente» alle «cose terribili» dette sui magistrati da Berlusconi, Maiolo e Miccichè, lo chiede invece Franco Piro, il portavoce nazionale della Rete. E con molto fair play, l'ex forzista palermitano Alberto Acierno, ora transitato nell'Udr di Cossiga, nota: «Quest'ac¬ cusa non sembra giustificare una richiesta di arresto. Ho abbandonato Forza Italia non per problemi delinquenziali, ma in disaccordo con gente che ha poca esperienza politica». Dello scenario di «mafia e nautica» parla un sindacalista della Cgil popolare in Siciha, Italo Tripi. La sua barca a vela è ormeggiata alla Cala, l'antico porticciolo di Palermo davanti agli uffici della Camera del lavoro. Sulle società nautiche che secondo l'accusa la cosca mafiosa di Caccamo ha utilizzato con Gaspare Giudice per riciclare soldi «sporchi», Tripi fa un'analisi attendìbile: «Negli ultimi dieci anni la nautica ha avuto un notevole exploit e Cosa Nostra non ha perso tempo a pervadere anche quest'ambiente». Antonio Ravidà I soldi del traffico di droga viaggiano su conti cifrati e solo una parte arriva in Italia grazie a false fatture di aziende complici Un pentito accusa il parlamentare di aver aiutato le cosche negli Anni 80 a investire in case a Tenerife e posti barca sulla Costa Smeralda m A sinistra Gaspare Giudice A destra il procuratore aggiunto di Palermo, Guido Lo Forte sull'autostrada tra Modena e Mantova. Salvatore Bevilacqua era morto in un incidente stradale. Una certezza che prese a vacillare quando proprio Covelli riferì che quell'incidente era l'effetto della somministrazione di una dose di cocaina tagliata con veleno per topi. E chiamò in causa il Gumari. «Ieri, davanti al gip modense - ha riferito uno dei difensori di Gumari, l'avvocato Maisano - Covelli ha detto che si è inventato tutto e che anche per l'omicidio Cazzato. Siamo intenzionati a chiedere subito la revisione del processo per l'omicidio Cazzato», [r. v.l Giancarlo Caselli, procuratore di Palermo A sinistra Gaspare Giudice A destra il procuratore aggiunto di Palermo, Guido Lo Forte