«Svizzeri filonazisti» Berna furiosa di E. St.
«Svizzeri filonazisti» Berna furiosa Centro Wiesenthal «Svizzeri filonazisti» Berna furiosa WASHINGTON. «La Svizzera era un paese saturo di avidità e di odio razzista»; negli Anni Trenta e nei primi Anni Quaranta i sentimenti filonazisti erano largamente diffusi in tutti gli strati della popolazione, a cominciare dal consiglio federale. Non solo: durante la Seconda guerra mondiale «gli svizzeri furono sempre in favore dei tedeschi»: queste le parole con cui lo studioso Alan Schom ha anticipato alla televisione americana un nuovo, duro rapporto stilato contro la Confederazione elvetica dal Centro Simon Wiesenthal a Los Angeles. «Gli svizzeri - ha incalzato Schom in dichiarazioni alla Abc - pensavano che i tedeschi avrebbero vinto la guerra e non furono in alcun modo neutrali». Secondo le accuse, che dovrebbero essere ulteriormente articolate e documentate dal Centro, a 1200 giovani filonazisti elvetici fu consentito di addestrarsi e combattere con i tedeschi, né diedero pubblicità alle informazioni loro pervenute circa le atrocità naziste. «Sono affermazioni inaccettabili e perfide»: è stato lo stesso presidente della Confederazione elvetica Flavio Cotti a reagire oggi con queste parole di medita asprezza a una nuova raffica di accuse rivolte alla Svizzera circa l'atteggiamento del Paese verso il nazismo. «Questo rapporto - ha tuonato il presidente e ministro degli Esteri - è un'offesa alla generazione della Seconda guerra mondiale e alle autorità di oggi In questo studio si tenta di dipingere la Svizzera come un Paese completamente filonazista, ma sappiamo tutti quanto la generazione di allora ha fatto per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia, per combattere il nazismo». [e. st.]
Persone citate: Flavio Cotti, Simon Wiesenthal, Wiesenthal
Luoghi citati: Berna, Los Angeles, Svizzera, Washington
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