«Volevano fare impazzire Mandela»

«Volevano fare impazzire Mandela» SUD AFRICA Svelato un piano del regime razzista: liberiamolo, ma non sano,di mente «Volevano fare impazzire Mandela» Un «veleno cerebrale» per il leader in carcere JOHANNESBURG. Anche stando in carcere da oltre 23 anni, era un mito, un simbolo vivente: scomodo. Fuori, in condizioni normali, sarebbe divenuto certamente (come poi avverrà nel 1990) il leader carismatico ed attivo dei combattenti per la libertà. E così il regime razzista del Sud Africa nel 1986 ipotizzò e progettò una morte lenta ed apparentemente «pulita» per Nelson Mandela. Un avvelenamento a base di piccoli, ma costantemente elargiti, derivati del litio: quindi la sua liberazione che certamente sarebbe stata spacciata come atto di buona volontà. Non in patria, in un Paese straniero, forse dell'Est. Mandela vi sarebbe arrivato formalmente libero, ma col cervello ormai completamente danneggiato dal veleno, e ben poco da vivere. Questo progetto è stato raccontato ieri da uno scienziato, il professor Schalk van Rensburg, noto veterinario, dinanzi alla Commissione per la Verità e Riconciliazione, che indaga sui crimini commessi contro i civili durante gli ultimi lustri dell'apartheid. Il teste ha affermato di aver appreso del piano dal suo superiore dell'epoca - lavorava nei laboratori chimici dell'esercito - nel 1990, poco prima della liberazione di Mandela. Sembrano esserci pochi dubbi sulla sconvolgente testimonianza. Un documento governativo presentato ieri sembra infatti confermarla in pieno. E' la velina di una riunione del Consiglio di Sicurezza dello Stato, l'organismo di vertice politico-militare - messo in piedi e diretto dal penultimo presidente del Sud Africa bianco, Peter W. Botha, ancor oggi intransigente paladino del segregazionismo - che gestiva durante l'apartheid la «lotta alla sovversione», vale a dire contro i combattenti per la libertà. Nella nota, del 1986, si legge, tra l'altro, che «la morte di Mandela in prigione rischierebbe di creare un sollevamento popolare», ma che altresì «la possibilità che al momento di un'eventuale liberazione la sua salute sia indebolita al punto di non consentirne la guida della rivoluzione che per un periodo breve non può essere esclusa». La conclusione appare ovvia: Mandela sarebbe potuto uscire, ma solo con la certezza che non fosse in grado di nuocere. Il piano non decollò, ed è difficile che ora qualcuno racconti perché. [Ansa]

Persone citate: Nelson Mandela, Peter W. Botha

Luoghi citati: Mandela, Sud Africa