Referendum, superate le 250 mila firme

Referendum, superate le 250 mila firme Venerdì raddoppiano i banchetti: mille Referendum, superate le 250 mila firme ROMA. Sono oltre 250 mila le firme raccolte, la metà di quelle necessarie. E così il comitato per il referendum maggioritario i ai-Di Pietro-Abete) ha raggiungo il primo obiettivo. Ma il tempo stringe e il comitato intensifica la raccolta puntando ad una media di centomila frme a settimana fino alla fine di giugno. E così da venerdì prossimo raddoppieranno i banchetti che arriveranno a mille in tutta Italia. Visibilmente soddisfatti i protagonisti di questa battaglia che ieri mattina alla Camera hanno fatto il punto della situazione in una conferenza stampa a cui hanno preso parte Luigi Abete, Mario Segni, Pietro Marzotto, Achille Occhetto, Antonio Martino, Willer Bordon e Giuliana Olcese, rinnovando l'invito a tutte le forze politiche a collaborare al buon esito dell'iniziativa referendaria «la sola vera occasione per dare impulso all'ammodernamento istituzionale del paese». Ieri mattina, alla Camera, non c'era però Antonio Di Pietro - che ha preferito raccogliere firme, fuori Roma - ma non è mancato il dialogo a distanza con il comitato referendario. A senatore, che aveva definito il suo movimento «L'Italia dei Valori» come il «motore» della raccolta delle firme, gli ha replicato Mario Segni: «Il referendum è come un Jumbo... ha molti motori». Anche Abete ha concordato sul fatto che nel comitato c'è «una pluralità di motori». «Per raggungere un obbiet- tivo - ha osservato Claudio Petruccioli (Ds) - servono anche le ruote». Un po' più polemica la risposta del costituzionalista di Forza Italia Peppino Calderisi «il referendum non è certo stato inventato da Di Pietro», mentre Antonio Martino ha sottolineato che «intorno al motore serve la macchina». A stemperare i toni è arrivato l'intervento di uno dei collaboratori più stretti dell'ex Pm, Willer Bordon: «La competizione è aperta e se ci fossero tanti Di Pietro sarebbe un bene per tutti». Ma è Mario Segni a chiudere ogni spunto polemico, almeno con Di Pietro: «Sono arrabbiato con chi non lavora, certamente non con chi sta al nostro fianco». «Noi siamo e dobbiamo essere come i cristiani prima della battaglia di Lepanto contro i turchi: uniti per sconfiggere il nemico comune, poi...». [r. i.j Uno dei leader del movimento referendario, Mario Segni

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