Voglia di partito sotto la Quercia di R. R.

Voglia di partito sotto la Quercia Dopo le elezioni D'Alema striglia i segretari regionali. Forse Congresso anticipato Voglia di partito sotto la Quercia Già archiviata la svolta della Cosa 2 di Firenze? ROMA. Il risultato del voto amministrativo, a cui si aggiunge l'esito fallimentare della Bicamerale, provoca più di una fibrillazione a Botteghe Oscure. Nonostante i sondaggisti di turno facciano arrivare analisi rassicuranti (l'ultima darebbe l'Ulivo, senza Rifondazione, al 45%, contro il 41 del Polo), nelle file dei «Ds» c'è una certa confusione. Come si evince dalle battute di D'Alema contro gli avversari interni («Se qualcuno ha un'altra linea, la proponga», ha detto ieri al Messaggero) e anche dall'episodio di ieri che ha visto per protagonisti, da una parte, il segretario diessino e, dall'altra, la delegazione verde capeggiata dal portavoce Luigi Manconi. Al termine Mauro Paissan, deputato di spicco del «Sole che ride», ha rivelato che il leader della Quercia ha intenzione di soddisfare la richiesta di tutti quei suoi dirigenti e sono tanti - che vorrebbero ripristinare, davanti alla dicitura «democratici di sinistra», il termine «partito», persosi a Firenze, al congresso che sancì la nascita della Cosa due. Ecco la versione di Paissan: «Abbiamo chiesto a D'Alema come dovevamo chiamare i "diessini" e lui ha risposto: "Noi siamo un partito, è ovvio, quindi potete chiamarci Pds, non secondo la vecchia definizione, ma nel senso di partito dei democratici di sinistra». L'affermazione di D'Alema non poteva passare inosservata. E infatti, è giunta la precisazione ufficiale del Bottegone: «Si è trattato di una battuta, nulla di più. Alla delegazione verde che gli domandava come è più corretto chiamare ora il partito, D'Alema ha risposto: "Chiamateci come vi pare. Vi autorizzo a chiamarci anche Pds, purché sia inteso come partito dei democratici di sinistra"». Tutto chiarito? Insomma... Paissan, ai giornalisti che gli chiedevano se quello del segretario diessino fosse uno scherzo, una battuta ironica, aveva risposto di no. Delle due l'una: o l'umorismo dalemiano non è stato capito dai verdi, o questi hanno anticipato una decisione che per il momento doveva restare segreta. Del resto, di decisioni da prendere, il leader diessino, in questi giorni, ne ha in mente tante. Quella di istituire nuovamente la segreteria, in modo da ridimensionare, senza darlo a vedere in modo plateale, quei dirigenti di provata fede dalemiana, che però non hanno brillato. E poi c'è la decisione del Congresso. Martedì da Botteghe oscure filtrava l'indiscrezione, raccolta in ambienti autorevoli, che le assise nazionali si sarebbero tenute non nella primavera prossima, bensì con qualche mese d'anticipo, a gennaio o, al più tardi, a febbraio. Il giorno dopo, cioè ieri, sempre dal Bottegone è giunta la smentita. Ma da quel che è dato di capire queste precisazioni sono «atti dovuti» per evitare che le polemiche nei Ds si inaspriscano. Ma D'Alema ha riunito i segretari regionali e li ha duramente «strigliati» per il voto di domenica. [r. r.]

Luoghi citati: Firenze, Roma