Bonus fiscale per la scuola privata

Bonus fiscale per la scuola privata Resta Pincognita di Rifondazione, che continua a ripetere il «no» anche all'allargamento della Nato Bonus fiscale per la scuola privata Vertice da Prodi, si cerca un'intesa sull'istruzione ROMA. Cessato allarme, era solo uno scherzo. H Polo non voterà contro l'allargamento della Nato ma, probabilmente, si asterrà. La Lega (forse) farà lo stesso. Cossiga starà a fianco di D'Alema, Marini e Prodi a formare la maggioranza necessaria per approvare il provvedimento e se Bertinotti voterà contro non sarà poi una tragedia. Un fatto spiacevole, ma di sicuro non tale da creare problemi al governo. Oggi si prende un po' di libertà di coscienza lui sulla Nato, domani se la prenderanno i popolari sulla fecondazione assistita e sui finanziamenti alla scuola privata e la partita sarà in pareggio. La confusione rimane in entrambi i poli e anzi si accresce, e proprio per questo il governo ora può sperare di superare senza drammi questa fase critica. Perché la divisione della maggioranza di centro-sinistra è bilanciata dal caos del centro-destra che arriva a toccare punte di sublime ridicolo. Esempio. Martedì Silvio Berlusconi dice che il Polo voterà contro l'allargamento della Nato a Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Lo dice contro qualsiasi logica, perché appare a tutti scontante che americani e europei premeranno per un via libera obbligato e lui dovrà far marcia indietro. Ed ecco che ieri il presidente di Forza Italia chiarisce che «assumeremo una decisione da uomini dell'Occidente». Facendosi scappare anche che il Polo potrebbe astenersi. Poi si giustifica con gli stralunati alleati italiani e europei usando la logica del commerciante: «Se qualcuno vuole vendermi un prodotto e se annuncio che comprerò quel prodotto, quale capacità negoziale mi resterebbe?». Replica scandalizzata di An (Tremaglia): «Ieri: mandiamo a casa il governo. Oggi: astenuti. Non si può valutare la politica estera come se fosse compravendite di seconda categoria». E si capisce che Fini si sente come una frasca sbàttuta dal vento. Ora da Cossiga (voto sì), ora da Berlusconi (voto no, anzi, ni) senza che nessuno gli chieda cosa ne pensa lui. La Lega, anche lei, non sa bene cosa fare. Le ragioni della serietà verso gli altri Paesi europei le fanno dire (Calzavara) che si asterrà. La tattica di politica interna le fa dire (Cornino) che non ha ancora deciso. Di fronte a cotanta confusione, Prodi ha buon gioco a dire che il problema Nato non lo preoccupa. Ma, in cambio, ce n'è un altro. Quello della parità tra scuole pubbliche e private, dove di nuovo Rifondazione comunista avversa la soluzione degli altri, mentre i popolari hanno ben scarse possibilità di manovra, pressati come sono dalle intimazioni della Chiesa. Ieri D'Alema e Marini sono andati a pranzo da Prodi per trovare una soluzione al problema. Secondo una proposta di D'Alema, il governo potrebbe procedere alla riforma e al rafforzamento della scuola, prevedendo anche misure a favore della scuola privata sotto forma di sgravi fiscali alle famiglie. Non ci sarebbero, cioè, i finanziamenti diretti alle scuole private che chiedono i popolari. Gli sgravi, o bonus fiscali, sarebbero per i libri per gli studenti delle scuole pubbliche, e comprenderebbero anche altro per quelli delle scuole private. Si parla anche di lavorare sul credito di imposta, dando compensazioni alle famiglie a basso reddito. E così si potrebbero superare le obiezioni di Bertinotti. Voglia di provocare crisi non la dimostra nessuno e quindi una soluzione sarà trovata. Lo stesso Bertinotti, che tanti problemi sta crean¬ do, dice che «il governo è logorato, ma non serve una crisi». Finendo accusato dalla sua opposizione interna (Ferrando) di prender tempo per cercare «una intesa politicamente globale, ma su cosa?». Prende tempo Bertinotti; lo prende Prodi. Il «vertice» tra i partiti della maggioranza, fissato per venerdì, è stato spostato a data da definire. Forse a mercoledì prossimo. Nel frattempo si moltiplicano gli incontri (Bertinotti è il più gettonato) per ridurre tensioni e problemi. Su tutti benedicente, il presidente dei senatori pidiessini, Cesare Salvi, si augura «che si possano creare ampie convergenze nazionali». Specificando, però, che parla della politica estera e della difesa. Alberto Rapisarda PARITÀ' SCUOLE STATALI SCUOLE NON STATAU 34.499 SEZIONI 30.894 SEZIONI CON 867.638 ALUNNI CON 743.006 ALUNNI 153.768 CLASSI 11.084 CLASSI CON 2.619.289 ALUNNI CON 229.869 ALUNNI 94.314 CLASSI 3760 CLASSI CON 1.870.696 ALUNNI CON 79.674 ALUNNI 114.743 CLASSI 11.990 CLASSI CON 2.S 12.574 STUDENTI CON 211.141 STUDENTI GLI 1B8SE6NAMTS (DALLE MATERNE ALLE SUPERIORI) SCUOLE STATALI: gli insegnanti di ruolo sono circa 760.000 SCUOLE NON STATALI: gli insegnanti sono circa 100.000 H n jfp IL, CWVgWO ■ j CB>U «S CCD Rispetto di parametri per le scuole private (numero alunni, personale qualificato, ecc). Doppio elenco docènti, di ruolo e abilitati Parità private e pubbliche. Gestione persone fisiche con più di 25 anni. Elenco provinciale e albo nazionale dell.e paritarie Contributi diretti alla fam.iglia su metà della spesa per studente. Parità in 3 anni-. Il primo anno stanziamento di 600 miliardi. é locali Contributo statale in forma di buono per le famiglie. Onere: i primi tre, anni 197 miliardi, poi 97 Parificate rette da diretto.re-gèstorè. Azienda autonoma per le statali.-Vigilanza antitrust. Buono scuola non inferiore all'85% della ."spesa - v'' , -v,-1 (DALLE MATERNE ALLE SUPERIORI) SCUOLE STATALI: gli insegnanti di ruolo sono circa 760.000 SCUOLE NON STATALI: gli insegnanti sono circa 100.000 Retta detraibìle senza limiti di redditol(lim'ite 1 di 4 milioni perle elementari, 6 per le medie § e superiori) Albi .di dirigenti e docenti, locali e nazionali. §1 i Buòno agli studenti. Istituzione del Servizio W Nazionale di Valutazione I titoli privati non hanno valore legale. Pariti- & cazione à determinate condizioni. Gli enti ' locali possono fare scuole equiparate.

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