Dobrijevk se ne va dalla Scala di Luigi Rossi
Dobrijevk se ne va dalla Scala Bufera nel balletto Dobrijevk se ne va dalla Scala e l e e e à n ] MELANO. Finale burrascoso per la stagione di balletto alla Scala. Nello spettacolo di venerdì, che comprende anche la ripresa di «Chéri» con Carla Fracci, la nuova produzione de «Le nozze di Paquita» è stata cancellata. Il motivo è annunciato con uno scarno comunicato del teatro che recita: «La signora Ljuba Dobrijevic, maitre principale del corpo di ballo, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, dimissioni accettate dalla Direzione del teatro». Di conseguenza il programma dello spettacolo previsto per venerdì subirà una modifica: la serata verrà aperta da «Paquita Divertissement» con coreografia di Marius Petipa. Chiarendo il secco annuncio, alquanto sibillino, si torna a proporre il balletto ottocentesco nella versione originale e non nella annunciata rilettura di Ljuba e del marito Pierre Dobrijevic. Cosa è accaduto? Per comprenderlo a fondo bisogna risalire al termine della scorsa stagione, quando Elisabetta Tarabust si dimise da direttrice del corpo di ballo scaligero dopo tre anni di positiva attività. Passati momenti di incertezza, la Scala venne nella determinazione di non coprire la carica vacante, ma limitarsi ad assumere un maitre de ballet principale nella persona della jugoslava (ma abitante da anni in Svizzera) Ljuba Dobrijevic. La cosa non ha funzionato molto bene e la situazione è andata deteriorandosi fino a sfociare nella rottura di questi giorni. «Casus belli» finale appunto la coreografia dei coniugi per il classico ottocentesco, che non era parsa valida rispetto alla abituale routine della versione originale già largamente nota alla Scala, ove era stata eseguita dalla stessa Fracci. Non è l'unico guaio che il balletto milanese sta attraversando in questo scorcio finale della stagione, già indebolita da una brutta rilettura di un altro classico ottocentesco «La Sylphide» di Bournonville malamente modificata dal coreografo danese Peter Schaufuss. Il dittico di venerdì doveva comprendere sei recite in Scala, ridotte invece a soli tre spettacoli, con successivo trasferimento in luglio al teatro lirico nell'ambito di «Milano d'estate» ove verrà riproposta anche la «Giselle» di Mats Ek e tornerà la «Carmen» di Antonio Gades. Il cambiamento di date metterà in imbarazzo anche il protagonista di «Chéri» Massimo Murru che aveva preso altri impegni internazionali. Cosa succederà ora? Anche se ufficialmente non è stato comunicato, si sa che la Scala ha richiesto per il ruolo scoperto di maestro principale Giuseppe Carbone, che del corpo di ballo è stato, in due diversi periodi, a partire dal 1991, direttore. Curiosamente Carbone rientra con un incarico di minore importanza, a riprova della confusione di idee che sta investendo il teatro milanese. Per quanto riguarda il balletto la Scala non possiede purtroppo una personalità di rilievo come Muti nella musica. Luigi Rossi
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