Bassa pressione in Borsa

Bassa pressione in Borsa IL PUNTO DEI MERCATI Bassa pressione in Borsa GIORNATA all'insegna della poca voglia di fare, della stanchezza, che si conclude con un ribasso dell'1,17% del Mibtel, del resto in sintonia con l'andamento negativo delle altre piazze europee e la flessione di Wall Street, anch'essa paralizzata dalla crisi asiatica e dalle attese per il discorso che oggi il presidente della Fed, Alan Greenspan, terrà al Congresso. Che la giornata sia di quelle che puntano al «no» lo si vede fin dalle prime battute, da un avvio in ribasso di mezzo punto, e da scambi sui quali domina incontrastata la «lettera». Tuttavia va detto che il giro d'affari resta su livelli scarsissimi, segno che il cattivo umore è soprattutto dettato da un vento di prudenza che consiglia ad alcuni di portare a casa i guadagni, ad altri di rimanere alla finestra aspettando stimoli. Fin dalle prime battute, le attese per l'assegnazione della licenza per il terzo gestore dei telefonini penalizzano Mediaset che finisce in calo dello 0,96%; l'emissione da parte della Benetton di un prestito convertibile in Eurobond per 600 miliardi costringe il titolo di Ponzano a chiudere in perdita del 3,57%. E anche Hdp va subito in zona ribasso e terminerà a meno 2,97%. A fine mattinata, la flessione dell'indice si accentua e supera il punto percentuale, mentre il volume resta a livelli fiacchissimi. Poi l'indice risale la china sperando in un aiuto da New York. Ma è un sollievo di breve durata. New York slitta subito verso il basso, e piazza Affari non trova dunque puntelli su cui far leva: la perdita si allarga all' 1,17%. Benché sfilacciato, il clima tuttavia non è nero. affari. Molti operatori ricordano che la Borsa sta aspettando i prossimi collocamenti: tra Eni, Snia Bpd e Aem, si riverseranno sul mercato offerte non inferiori ai 15-20 mila miliardi. E' quindi possibile che, proprio in previsione di queste operazioni, molti gestori preferiscano ancora mantenersi liquidi. Sempre ieri, del resto, ha avuto un brillante esordio la matricola Gefran che, al debutto, guadagna il 17,9% a 10.936 lire dopo una partenza ritardata per eccessso di rialzo. E sempre ieri hanno avuto dalla Borsa il via libera alla quotazione altre tre aspiranti: Emak, Sol e Castelgarden. Insomma, la battuta d'arresto dopo la folle corsa dell'inizio dell'anno non scoraggia i nuovi aspiranti. Secondo Massimo Capuano, amministratore delegato della Borsa, il 1998 dovrebbe tener a battesimo ben venticinque nuove società. Fatta eccezione per Ina e Fiat, salite dello 0,39% e dello 0,46%, quasi tutti i titoli guida sono scesi dell'1-2%. Ifil cede il 2,5%, Pirellina il 6,52%, Montedison lo 0,65% nonostante il passaggio ai blocchi di un pacchetto di oltre 66 milioni di titoli per un controvalore di 112 miliardi. In calo le banche. Dopo il fallimento della progettata fusione Comit arretra dello 0,63%, Bancaroma scende dell'1,42%. Ma più in generale tutto il settore del credito è debole: Credit e Banca Intesa perdono lo 0,76% e il 2,58%, San Paolo Torino oltre il 2%. Quanto alle Borse europee, nessuna si salva. Da Londra a Francoforte, da Zurigo a Parigi si registrano calo degli indici e scarsi [v. s.ì

Persone citate: Alan Greenspan, Massimo Capuano, Ponzano

Luoghi citati: Francoforte, Londra, New York, Parigi, San Paolo, Torino, Zurigo