Il modello Unico è un rebus I ragionieri: «Prorogatelo»

Il modello Unico è un rebus I ragionieri: «Prorogatelo» Il modello Unico è un rebus I ragionieri: «Prorogatelo» ROMA. Troppe complicazioni: nei casi difficili, la compilazione del modello Unico per la dichiarazione deii reddiiti è un grosso rebus anche per i ragionieri commercialisti, che chiedono ima nuova proroga direttamente al ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Il presidente del Consiglio nazionale William Santorelli fa presente al ministro che il modello subentrato al 740, nella sua semplicità, deve tuttavia fare riferimento a una serie di norme di legge del tutto nuove e ancora complicate, «un diluvio legislativo derivante dalla riforma tributaria comporta per decine di migliaia di professionisti lo svolgimento di un'attività frenetica, con il rischio anche di errori che finirebbero col produrre lo sconcerto del contribuente e l'incremento del contenzioso». I ragionieri chiedono quindi più tempo per decifrare le norme ed evitare errori. Assicurano però che i casi più semplici saranno risolti in tempo, senza andare ad intasare gli uffici. Una presa di coscienza, insomma, lontana dalle richieste del passato: Santorelli dà atto al ministro di «perseguire un disegno riformatore ampio e complesso», ma lamenta che per l'Irap, per la quale i professionisti dovranno fare una riclassificazione contabile dei clienti, la circolare applicativa è stata pubblicata solo il 5 giugno. Dubbi vengono poi espressi circa la capacità di banche e uffici postali di far fronte ai loro adempimenti e viene spiegato che il software di elaborazione è in vendita da appena 20 giorni. E dai commercialisti di Genova arriva a Visco un'altra richiesta: annullare le cosiddette cartelle pazze in tempi rapidissimi, anche a discapito di un gettito che sarebbe comunque inferiore, come ricavo, ai costi che la vicenda ha fino a oggi avuto. Il presidente dell'ordine genovese Giancarlo Strada ricorda in una lettera aperta che l'entità del problema «è stata sottovalutata sin dall'inizio, mettendo così in ginocchio i Centri di servizio che sono stati subissati da una valanga di istanze di ri liquidazione». E una conferma indiretta viene dal Secit, il servizio degli ispettori delle Finanze, che ha svolto una ricerca e ha segnalato che i controlli «mirati» sulle cartelle sono stati veramente pochi. Già nell'agosto del '96, spiega il Secit, l'amministrazione finanziaria aveva «la certezza del mancato incrocio tra un cospicuo numero di dichiarazioni integrative e dei versamenti», cioè di una delle ragioni alla base dell'invio di numerose cartelle esattoriali errate. Anche se hanno compiuto un gran numero di errori (il 30% delle cartella esattoriali inviate, secondo i dati dei superispettori), gli uffici fiscali non avevano compiuto appieno il proprio dovere anche nel completare numericamente i controlli: circa il 20% delle domande di condono che le Finanze avevano segnalato come meritevoli di particolari verifiche, non è stato «lavorato» dagli uffici periferici. La palma dell'inefficienza spetta, secondo i dati dell'indagine, all'Ufficio imposte dirette di Napoli nel quale solo il 59,8% delle 21.500 dichiarazioni di condono segnalate è stato verificato. Sempre in Campania c'è l'ufficio fiscale che ha completato al 100% i controlli sulle dichiarazioni meritevoli di controllo: è quello di Mercato San Severino.

Persone citate: Giancarlo Strada, Santorelli, Vincenzo Visco, Visco, William Santorelli

Luoghi citati: Campania, Genova, Mercato San Severino, Napoli, Roma