«Hdp non vende né Rcs né Burgo»

«Hdp non vende né Rcs né Burgo» EDITORDA E FINANZA La finanziaria al cambio della guardia. Maurizio Romiti: con mio padre ruoli diversi «Hdp non vende né Rcs né Burgo» Gft, Fila e Valentino sono strategiche MILANO. Alla fine è arrivata, inevitabile, la domanda su papà Cesare appena nominato presidente di Rcs: come sarà la convivenza con Maurizio Romiti, amministratore delegato dell'Hdp? «Normalissima, ci conosciamo da tempo», sorride Romiti junior: «Lui ha imparato a fare il presidente, io spero di imparare a fare l'amministratore delegato». Nessun complesso, assicura, nessun imbarazzo nemmeno per il fatto che papà Cesare sarà anche azionista di Hdp: «In Rcs siamo gli unici soci mentre sopra di noi ce ne sono quindici». Dura quattro ore abbondanti l'assemblea degli azionisti Hdp. Non fosse per Maurizio Bertuzzi, instancabile principe dei professionisti d'assemblea che tiene il microfono per settanta minuti, finirebbe anche prima, giusto il tempo per approvare il bilancio '97 (6470 miliardi di ricavi, utile per 204), decretare il cambio dell'acronimo da Hpi a Hdp, aumentare da 9 a 14 il numero dei consiglieri (nuovi entrati: Piefrancesco Saviotti della Comit, Alberto Ronchey, ex presidente Rcs, Enrico Bondi di Compari, Giancarlo Giammetti per Valentino e Roberto Bertazzini per Smeg), confermare i dividendi (15 e 25 lire per ordinarie e risparmio) e anticipare l'andamento del gruppo nel primo trimestre'98:19,2 miliardi di utile e 426 miliardi di posizione finanziaria netta. Bertuzzi frena e qualche socio si lamenta del dividendo («E' inferiore a quello di Gemina»), Raffaele Fiengo, leader del Cdr del Corriere chiede di inserire nello statuto Rcs garanzie («Solenni e formali») sull'autonomia e l'indipendenza dei giornalisti, un altro piccolo azionista chiede lumi sul futuro: «Venderete l'Rcs a Gemina?». Maurizio Romiti scuote la testa e quando il presidente Nicolò Nefri gli passa la palla per le risposte smentisce come già sette giorni fa aveva fatto: «Non esistono ipotesi di cessione dell'Rcs né a Gemina né ad altri». Partecipazione strategica, quella in Rcs, come «quelle in Gft, Valentino e Fila». Non cita Burgo e qualcuno gli chiede se questo significhi una cessione prima o poi del 21% di Burgo: «Burgo fornisce carta alla Rcs per 150 miliardi l'anno», è la replica che sta a dire che per ora non se ne parla, per ora almeno visto che, aggiunge, «stiamo lavorando sui programmi e poi prenderemo le adeguate decisioni». Risponde anche a Fiengo, Romiti: «L'azionariato stesso di Hdp - dice - rappresenta di per sé la migliore garanzia di indipendenza, non c'è un'azionista di controllo che in fluenzi le politiche della società». Restano gli interrogativi su Fila che soffre il pessimo andamento del mercato statunitense e la crisi dei mercati asiatici. Vero, ammette Romiti, Fila non va bene, nei primi tre mesi dell'anno ha visto scendere del 24% il suo fatturato, il risultato operativo è calato da 90 miliardi a 5,8 ma, aggiunge, «è in corso d'elaborazione un piano di riorganizzazione che sarà pronto a settembre». La strategia? Studiare un nuovo posizionamento del marchio, bilanciare la presenza nelle varie aree del mondo, varare una gamma di prodotti tutta nuova e ridurre i costi con maggiori tagli nell'organico. Ma per una Fila che va peggio, ecco una Rcs che va meglio del previsto, «ha sempre programmi di svuiluppo all'estero» e «ha cresciuto del 9,1% il fatturato nel primpo trimestre '98». E il resto? Il Gft, assicura Romiti junior, prosegue l'espansione in Nord America e, a parte la linea Emanuel, va secondo budget, di più meglio (per ora) non dire: «Sta esaminando varie operazioni ma nessuna è ancora definita». Ultima parola per Valentino: nel '98 c'è un programma di riorganizzazione ma per capire quanto porterà la maison nelle casse Hdp bisogna aspettare per vedere, spiega Romiti, «quanto peserà l'ammortamento dell'avviamento». [a. z.] Maurizio Romiti

Luoghi citati: Milano, Nord America