Handicappate nella casa di appuntamenti di Alessandra Pieracci

Handicappate nella casa di appuntamenti A gestire l'organizzazione una donna e il suo convivente. Denunciati anche sette anziani «clienti» Handicappate nella casa di appuntamenti Genova: nel giro della prostituzione le ospiti di un istituto GENOVA. Una storia di squallore e disperazione, una vicenda di prevaricazione che precipita nell'orrore. Un gruppo di donne handicappate psichiche, tra cui una Down, accolte e protette da un istituto gestito dalla Curia al Righi, suggestivo e isolato quartiere sulle alture, sono state raggirate, violate e sfruttate, a volte picchiate, ridotte a dover abortire, proprio da un'ex ricoverata. Appena fuori il confine dell'Istituto psicopedagogico di via Mura di Sant'Erasmo, quando avrebbero dovuto assaporare l'inserimento col mondo esterno e trovare l'equilibrio di una conquistata autosufficienza, ecco che cinque giovani donne, quasi tutte orfane o con famiglie disastrate alle spalle, hanno incontrato sulla loro strada Giovanna, anche lei orfana, 14 dei suoi 33 anni trascorsi in quella stessa struttura per un lieve handicap psichico. Un destmo comune che, invece di spingerla allo solidarietà, le ha solo consentito di affinare le capacità di persuasione, il talento per circuire e convincere le giovani a fare il suo gioco. Ovvero incontrare attempati pregiudicati del cen- tro storico che, abituati a frequentare le tossicodipendenti in vendita a poco prezzo nei vicoli per la dose, hanno trovato un nuovo e ancor meno costoso mercato delle schiave, probabilmente molto più folto dei cinque casi accertati dalle indagini. Giovanna viveva con un pregiudicato di 23 anni più vecchio, Giuseppe. Docili, alcune quasi del tutto inconsapevoli di quanto stava acca¬ dendo, tutte tra i 20 e i 30 anni, le ragazze venivano avvicinate alla fermata dell'autobus, quando andavano a lavorare. La donna le convinceva a seguirle nel centro storico, soprattutto nella zona di San Bernardo, dove contattava i clienti, consegnando loro un foglietto di «prenotazione», con l'appuntamento fissato. Gli incontri avvenivano in auto, in casa della donna o degli stessi anziani pre¬ giudicati. Per 50 mila lire i clienti senza scrupoli potevano avere quello che volevano. Alle ragazze restavano diecimila lire a incontro, oltre alle promesse di vestiti nuovi e di divertimenti da andarsi a godere insieme, lontane dalla noia e dal rigore protettivo dell'istituto. Ma se la docilità finiva, allora ecco che dalle promesse Giovanna passava agli schiaffi. Qualche ragazza, insofferente della vita dell'istituto, è stata accolta da Giovanna nel misero alloggetto che condivideva nei vico li. Per pagarsi l'ospitalità, la giova ne doveva però avere rapporti ses suali con Giuseppe, rapporti ai quali, secondo gli inquirenti, Gio vanna gradiva assistere. Difficile stabilire da quanto tempo andasse avanti l'incredibile si tuazione, agevolata dalla possibi lità dell'ex ricoverata di frequen tare ancora l'istituto e quindi diventare un volto conosciuto per le giovani da reclutare. La media accertata era di un incontro al giorno, sino a dicembre, quando le de licate indagmi del commissariato di piazza Matteotti, iniziate nell'a gosto '97, hanno portato alla denuncia di due persone per sfrutta mento e circonvenzione d'incapa ce e di sei clienti per violenza ses suale. A far scoprire il traffico di giova ni corpi e fragili menti, la denuncia di una delle ragazze che incontrato un giovane operaio ha trovato l'a more e la solidarietà per presen tarsi alla polizia. Alessandra Pieracci

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