Il progetto conservatore del New labour di Fabio Galvano

Il progetto conservatore del New labour Nelle casse dello Stato entrerebbero 1500 miliardi. Il governo sulle orme della Thatcher Il progetto conservatore del New labour Tony Blair: «Privatizziamo il servizio dei controllori di volo» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quasi a riprova che questo Labour è deciso ad andare controcorrente, ecco la macchina di Downing Street avviarsi sulla strada di un'altra privatizzazione. La più controversa, perché erano stati proprio i laboristi a dire di no quando la volevano i conservatori. La più inattesa, perché a tutto faceva credere la «terza via» di Blair ma non a un altro passo su orme thatcheriane. La più curiosa, perché è facile pensare a fabbriche, treni, aerei, telefoni, insomma a tutto quello che è stato oggetto negli ultimi dieci anni delle maggiori privatizzazioni britanniche, ma molto meno a un «servizio puro». Forse anche la più pericolosa, poiché ne va della sicurezza - ogni giorno - di decine di migliaia di vite. E' la privatizzazione dei controllori di volo. Precisano notizie di stampa, cui il «Times» dedica ampio spazio, che il progetto è ormai in fase finale: messo a punto dal vicepremier John Prescott, che è anche responsabile di Ambiente e Trasporti, sebbene ieri sera proprio quel ministero abbia definito tali notizie «speculative». Che qualcosa stia muovendosi è fuori dubbio; e anche Downing Street lo ammette, precisando tuttavia che «nulla è stato deciso». Ma proprio perché controversa, la privatizzazione dei controllori aerei - il National Air Trafile Service - va affrontata con la massima cautela e annunciata soltanto quando tutte le tessere del delicato mosaico abbiano trovato precisa collocazione. La spiegazione che si dà è che Prescott - di fronte alla rigorosa politica economica del governo - abbia deciso che cedendo il controllo aereo all'impresa privata (gli acquirenti non mancherebbero) potrebbe raggranellare 500 milioni di sterline, quasi 1500 miliardi di lire: proprio quello che gli servirebbe per avviare un robusto programma di migliorie stradali, tenute a freno dall'austerità e anzi condannate dalla politica del borsellino chiuso attuata dal cancelliere Gordon Brown anche ora che l'economia nazionale è in fiore. Quando i conservatori lanciarono l'idea di quella privatizzazione si levarano alti lai dalle file laboriste. Andrew Smith, allora responsabile per i trasporti, la definì «pazza». Ma Margaret Beckett, allora ministro dell'Industria nel governo-ombra di Tony Blair, disse che non c'era una posizione definitiva: sospettava, o forse sapeva, che prima o poi quel nodo sarebbe venuto al pettine anche di un governo laborista. Alla fine non se ne fece nulla, soprattutto per il timore che la gestione privata del controllo aereo avrebbe potuto compromettere la sicurezza. Ora tale timore, a quanto pare, non c'è più. Anche perché la proposta del governo sarebbe di una gestione privata ma con una partecipazione pubblica. Con lo Stato fra gli azionisti oltre che in un ruolo di controllore come già accade per le aziende privatizzate d'interesse pubblico, dal gas all'elettricità, dall'acqua ai telefoni alle ferrovie. Ma quello che i cittadini si domandano è se, dopo avere dato una svolta al New Labour abrogando la celebre «clausola 4» (quella delle nazionalizzazioni), ora Blair intenda cautamente riprendere la via imboccata da Maggie Thatcher e successivamente seguita da John Major. Si domandano, cioè, se dopo il controllo aereo non verrà il turno di quello che la smania della privatizzazione aveva allora risparmiato, vuoi per le obiettive difficoltà, vuoi per la vociante opposizione politica. Se neppure i controllori aerei sono sacri, con gli occhi puntati sul milione e mezzo di aerei che ogni anno passano sui loro schermi, come possono esserlo le Poste o, addirittura, il Fisco? I tabù di ieri, con il New Labour, non tengono. Fabio Galvano

Persone citate: Andrew Smith, Gordon Brown, John Major, John Prescott, Maggie Thatcher, Margaret Beckett, Thatcher, Tony Blair

Luoghi citati: Londra