Dini da Castro: non chiediamo controrivoluzioni

Dini da Castro: non chiediamo controrivoluzioni Il ministro a Cuba: «Sostegno contro l'isolamento internazionale e apprezzamento per le aperture in corso» Dini da Castro: non chiediamo controrivoluzioni «Riforme ma il sistema ha dei meriti» ROMA. Il ministro degli Esteri italiano, Lamberto Dini, è arrivato a Cuba esprimendo «sostegno contro l'isolamento internazionale dell'isola» ed auspicio per «il progredire delle riforme interne». Primo ministro europeo ad atterrare sull'isola dalla promulgazione delle sanzioni americane previste dalla legge «Helms-Burton», Dini ha visto in mattinata il suo collega Roberto Robaina, che gli ha rivolto un appello per una «maggiore intensità e continuità nei rapporti con l'Europa», prima dell'appuntamento notturno con Fidel Castro. Il capo della Farnesina ha espresso a Robaina «apprezzamento per le aperture in corso» e quindi la richiesta di «consolidarle e renderle irreversibili». Come dire: il dialogo con Cuba deve andare avanti ma assieme al rispetto dei diritti umani. I cambiamenti «devono avvenire nel rispetto di un sistema che ha la sua storia e i suoi meriti e che non vogliamo sovvertire», ha detto Dini. La missione del ministro degli Esteri all'Avana - dopo i precedenti viaggi dei sottosegretari Patrizia Toia e Rino Serri - conferma che l'Italia è «in prima linea per porre fine all'isolamento internazionale dell'isola», in sintonia quindi con l'appello lanciato da Giovanni Paolo II affinché «il mondo si apra a Cuba e Cuba si apra al mondo». Proprio a tal fine Lamberto Dini, durante il faccia a faccia con Robaina, ha sottoposto le «forti attese» per le riforme interne a Cuba, sia in tema di diritti umani che di ristrutturazione economica. Ed a Robaina, che ribadiva la necessità di più stretti rapporti con l'Unione europea, Dini ha risposto con 1'«auspicio» che maturino le condizioni fra Europa e Cuba affinché l'Avana possa entrare a far parte della Convenzone di Lomè che lega l'Ue ai paesi di Africa, Oceano Pacifico e Caraibi. «Da parte di Cuba c'è grande desiderio di reintegrarsi nella comunità internazionale», ha affermato Dini, facendo capire che l'Europa può attendersi dei «segnali positivi sul rispetto dei diritti del singolo». La condanna delle sanzioni è da tempo un cardine della politica estera italiana «Bisogna cercare di avvicinare le parti - commenta il sottosegretario agli Esteri per l'America Lati na, Patrizia Toia - individuando punti di contatto e non di divisio ne per ottenere il rispetto delle li berta individuali, dei diritti urna ni e di quelli economici. A tutto ciò le sanzioni non servono». I colloqui con Robaina - assieme al quale Dini ha deposto una corona di fiori ai piedi del monumento a José Marti, padre dell'indipendenza cubana - hanno affrontato anche gli aspetti più tecnici della cooperazione bilaterale. I due ministri degli Esteri hanno discusso infatti l'apertura di una «Casa della cultura italiana» all'Avana, le prospettive di investimento per le nostre piccole e me¬ die aziende grazie ad una ripresa dell'azione della Sace, e una più serrata cooperazione nel settore del turismo. Dini ha anche fatto presente che sarebbe «molto positivo» se Cuba decidesse di aderire, dopo le polemiche innescate dagli esperimenti nucleari pakistani ed indiani, al Trattato contro la proliferazione ed al bando totale dei test. Tema poi in agenda per il faccia a faccia con il «lider maxime» Fidel Castro previsto per la sera inoltrata, quando in Italia era oramai notte fonda. All'Avana il capo della Farnesina ha affrontato anche la questione della globalizzazione dei mercati, un processo economico guardato con forte sospetto dai leaders cubani. A tali timori il ministro degli Esteri ha risposto difendendo il significato di «rinnovata vitalità del mercato» espresso dalla globalizzazione, ma esprimendo anche comprensione per la preoccupazione di chi teme l'affermarsi di un nuovo modello di scambio che distrugge la solidarietà. [m. mo.] Il ministro degli Esteri Lamberto Dini a Cuba con il collega Roberto Robaina