Raid per fermare Milosevic

Raid per fermare Milosevic Il presidente jugoslavo riunisce il Consiglio militare. Eltsin promette a Kohl: farò pressioni su Belgrado Raid per fermare Milosevic //piano Nato: 7 mila soldati e aerei ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Il blocco degli investimenti in Serbia è una decisione negativa e provocatoria e probabilmente non aiuterà il dialogo tra le autorità jugoslave e gli albanesi del Kosovo». E' quanto ha dichiarato ieri a Istanbul il ministro degli Esteri jugoslavo Zivadin Jovanovic nella riunione dei capi della diplomazia di nove Paesi balcanici. A conferma delle sue parole le truppe serbe hanno continuato ad attaccare i villaggi albanesi nella zona di Decani e Djakovica, al confine con l'Albania. Ma i bombardamenti più violenti sono avvenuti a Suho Grlo, villaggio tra i Comuni di Srbica e Istok, nel Kosovo occidentale. Una quarantina di case sono state distrutte e date alle fiamme. Ci sarebbero numerosi morti e feriti tra le macerie, anche se la gran parte degli abitanti è fuggita di fronte all'avanzata dei cannoni serbi. Ma a detta del centro informativo del Kosovo nelle ultime ore le forze jugoslave hanno avuto forti perdite sia in uomini che in armi. Una battaglia violenta è cominciata ieri mattina nel villaggio di Skiyjani, a poca distanza da Djakovica. La popolazione è stata costretta ad abbandonare le case. Di fronte alla gravità della situazione il presidente jugoslavo Milosevic ha convocato, per la prima volta dall'inizio della crisi del Kosovo, una riunione del Consiglio militare supremo, la massima istanza preposta alla sicurezza dello Stato. Alla riunione ha preso parte anche il presidente montenegrino Milo Djukanovic. Si tratta del primo incontro fra i due. Sin dal giorno della sua investitura il riformista Djukanovic ha criticato apertamente la politica di Milosevic, compreso l'intervento militare nel Kosovo. Proprio per questo 8 mila profughi del Kosovo, in gran parte albanesi, hanno cercato rifugio nel Montenegro. Di certo è che la riunione di emergenza di ieri denota la preoccupazione crescente del regime di Belgrado di fronte agli ultimi avvenimenti. Anche se i media ufficiali jugoslavi si sono limitati a criticare la decisione dell'Unione Europea e degli Stati Uniti di reintrodurre le sanzioni economiche contro la Serbia, definendola irragionevole, i giornali indipendenti di Belgrado pubblicano notizie allarmanti riguardo alla posizione della Jugoslavia. Sottolineano che non bisogna sottovalutare la minaccia di un intervento militare della Nato, ma nemmeno il pericolo della guerra contro gli albanesi. Sono infatti sempre più numerosi i poliziotti jugoslavi che non voghono battersi nel Kosovo, dove l'esercito di liberazione controllerebbe ormai un terzo del territorio. «La Nato ha avuto l'ordine di esaminare anche un piano di intervento militare nel Kosovo», ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano James Rubin, confermando così che Gran Bretagna e Stati Uniti stanno cercando di ottenere il consenso del Consiglio di Sicurezza dell'Orni per una risoluzione che prevederebbe «l'uso di tutti i mezzi necessari» per impedire che il conflitto si estenda a macchia d'olio. A quanto scrive il Washington Post uno degli scenari allo studio prevede il dispiegamento dai 7 ai 23 mila uomini lungo i confini tra Jugoslavia, Macedonia e Albania. Ma alcuni analisti militari reputano che questa soluzione, con il conseguente blocco del flusso di uomini e armi nel Kosovo, sarebbe in realtà un grande favore per il presidente Milosevic. Un'altra possibilità è esaminata nel divieto di volo agli aerei jugoslavi sopra il Kosovo. Tutte queste misure verranno discusse domani alla riunione dei ministri della Difesa alleati a Bruxelles. «La Nato deve intervenire nel Kosovo anche senza il mandato dell'Orni. Richiederò agli alleati di bombardare le postazioni militari serbe del Kosovo per fermare la violenza», ha dichiarato il ministro della Difesa olandese alla vigilia della riunione. Un'eventuale risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Orni sarebbe probabilmente bloccata dal¬ la Russia e dalla Cina. «Il presidente Boris Eltsin eserciterà la sua influenza sul governo jugoslavo per contribuire a risolvere il conflitto nel Kosovo», ha dichiarato ieri il cancelliere tedesco Khol, annunciando un prossimo incontro tra Eltsin e il presidente Milosevic. Il portavoce di Eltsin ha confermato che Mosca non avallerebbe un intervento multare della Nato nel Kosovo. Ingrid Badurina Militari serbi pattugliano la periferia di Decani uno dei villaggi lungo il confine con l'Albania attaccati dalle milizie jugoslave