Nemico di un regime
Nemico di un regime Paziente nei rapporti, durissimo contro il potere Nemico di un regime DA giovane prete, appena uscito dall'Alberoni, collegio per seminaristi poveri e intelligenti, voleva fare il filosofo. Invece, lo inviarono a Roma, all'Accademia dei Nobili, a studiare diplomazia vaticana. I preti suoi concittadini mormorarono di lui che non sarebbe stato certamente quel giovane sacerdote gracile, pio e riservato, a far onore alla memoria del suo celebre compatriota Giulio Alberoni, cardinale machiavellico e avventuroso. Si sbagliarono tutti. Non divenne machiavellico e avventuroso, ma diplomatico sottile e di grande pazienza. Il suo capolavoro è stata la costruzione della Ostpolitik della Santa Sede: aveva cominciato sotto papa Giovanni, nel 1963, attraverso la Cortina di ferro per la prima volta, andando a Budapest per cercare una soluzione al caso del cardinale Mindszenty. Da allora si dette a sviluppare una politica che mirava in un primo tempo a salvare o salvaguardare le strutture della Chiesa cattolica nei Paesi comunisti per arrivare poi a un qualche tipo di normalizzazione nei rapporti tra Stati e Santa Sede. I successi di Casaroli erano celebrati soprattutto all'esterno della Chiesa. All'interno, la sua politica è stata talvolta sottoposta a critiche, soprattutto da qualcuno della gerarchia ecclesiastica dell'Est, come ad esempio dal card. Wyszynski, arcivescovo di Varsavia, che avrebbe preferito trattare direttamente con il governo comunista senza intromissioni della diplomazia vaticana. C'è chi ha pensato che Casaroli, per questa sua attività diplomatica soprattutto con l'Est, fosse in qualche modo accondiscendente verso i regimi comunisti. Il suo giudizio su quel periodo storico e su quei regimi è stato invece durissimo. Diceva di vedere uno storico confronto tra l'«7iomo sovieticus)) e \'«homo christianus». «L'homo sovieticus)), spiegò una volta, «è fallito storicamente, perché l'ideale di un uomo nuovo, costruito su un rivolgimento delle strutture sociali, è svanito per erosione interna del proprio sistema. Il duro confronto con 1' "homo christianus" non ha retto nemmeno per un secolo. La Santa Sede sapeva che il futuro era della Chiesa». Sui regimi comunisti, Casaroli sapeva giocare anche con la sua ironia. Nel giugno del 1987, nel terzo viaggio di Wojtyla in Polonia, il generale Jaruzelski fece un discorso quasi di contrapposizione ad alcune impostazioni del Papa. I redattori dell'Osservatore Romano chiesero a Casaroli: «Eminenza, che cosa facciamo?». Il cardinale stette un poco a pensare, poi, con un piccolissimo sorriso, disse: «Pubblicatelo tutto, ma in polacco». Domenico Del Rio
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