Casaroli, l'uomo del dialogo tessitore vaticano nel disgelo di Marco Tosatti

Casaroli, l'uomo del dialogo tessitore vaticano nel disgelo Il cardinale è morto a 84 anni, venerdì mattina in San Pietro i funerali celebrati dal Papa Casaroli, l'uomo del dialogo tessitore vaticano nel disgelo CITTA' DEL VATICANO. Il «cardinal Sottile» si è spento come ha vissuto, con discrezione, e lavorando. Agostino Casaroli, nato il 24 novembre del 1914 a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, è morto nella notte fra lunedì e martedì in una clinica romana, per complicazioni cardiocircolatorie seguite a un'infezione. E' stato uno dei grandi protagonisti della storia mondiale di questo secolo, e in particolare di quella singolare, difficile missione che fu il dialogo fra la Chiesa i regimi ufficialmente atei dell'Est Europeo. Un percorso che na marcato la sua vita; non a caso decise di ritirarsi dall'attività dopo la caduta del Muro; e la morte lo ha colto mentre stava lavorando intensamente alla sua opera unica: un libro, un testamento spirituale, destinato a essere pubblicato postumo, che racconta trent'anni di confronto-scontro diplomatico con le dittature comuniste, da Tito a Kadar fino a Gorbaciov. Fu un altro personaggio insigne, Giovanni XXIII, a incamminarlo sul sentiero che poi divenne totalmente suo. Nel 1963 il «Papa buono» lo incaricò di recarsi a Budapest e Praga. Anni durissimi, quelli, segnati dal martirio fisico e psicologico dei cardinali Beran e Mindsenty. Casaroli comincia a inanellare le sue vittorie diplomatiche: «modus vivendi» con l'Ungheria, accordo diplomatico con la Jugoslavia, e soprattutto la creazione di una tela paziente di contatti. Con decisioni a volte apparentemente inutili. Classica quella di firmare - il Vaticano! - il trattato di non-proliferazione nucleare, nel 1971. Ma il trattato si firmava a Mosca; e Casaroli fu_qpsì il primo esponente vaticano a giungere nella capitale sovietica dal tempo della Rivoluzione d'Ottobre. «Il mio - disse un giorno - è il metodo della possibilità e dell'opportunità». E della pazienza. «Se la pazienza dei cinesi è infinita, quella di Casaroli è eterna», amavano ripetere nelle Logge della Segreteria di Stato, quando Pechino rispondeva con ima sgarberia alle delicate avances vaticane (come d'altronde fa ancora oggi). Una pazienza che di tanto in tanto persino il cardinale Casaroli perdeva. Accadde quando le autorità dell'Urss negarono a noB noa !«nui<i in ami; ilA Giovanni Paolo II la possibilità di recarsi in Lituania, a celebrare l'anniversario della conversione del Paese al cristianesimo. Il Papa non ne fu felice; e lo fece sapere pubblicamente. Un gesto di rottura, esattamente il contrario dello stile e della prassi di Casaroli. Per vari mesi i rapporti furono molto freddi e lontani; e per un certo periodo - a quanto sembra - il Segretario di Stato disertò le udienze pontificie. «Don Agostino!», disse Karol Wojtyla, neo eletto, uscendo dalla CapeÙa Sistina, e andando ad abbracciare il piccolo monsignore che aveva avuto modo di co¬ noscere e apprezzare. Due caratteri che più diversi non si può, e probabilmente complementari. Papa Wojtyla nomina Agostino Segretario di Stato, e non ha motivo di pentirsene. In molte contingenze il porporato risolve problemi, anche difficih, come l'uscita dal «caso Ior». 0 il Concordato; anche se avrebbe voluto un accordo più «aperto», e specialmente che invece dell'insegnamento della religione cattolica vi fosse mia lezione di storia delle religioni. Il suo stile era poco appariscente. «Quando suona la tromba, i violini tacciono», rispose a chi gli chiedeva un'opinione su un argomento trattato poco prima dal Papa. Sarà Giovanni Paolo II, venerdì prossimo, a celebrare le esequie del suo stretto collaboratore. In San Pietro, all'altare della Cattedra, alle 11,30; il collegio cardinalizio concelebrerà. Il pontefice è stato informato ieri mattina, non appena sveglio, della morte di Casaroli. Ha appreso la notizia con commozione, e si è raccolto in preghiera. (Appassionato tessitore dei rapporti di pace fra gli individui e le nazioni»; così Giovanni Paolo II ha definito ieri il porporato scomparso. Per Casaroli pregherà in Cina la Chiesa ufficiale, e soprattutto, i «suoi» ragazzi del carcere minorile di Casal del Manno che lo chiamavano «padre Agostino». Casaroli da molti anni si occupava dell'assistenza spirituale e morale dei detenuti. L'ultimo regalo è stato un paio di scarpe nuove, consegnate quando il cardinale era già morto dal cappellano del carcere. «Quando gli ho dato le scarpe mi ha detto: digli grazie da parte mia. A malincuore sono stato costretto a dirgli che padre Agostino non c'era più. Ha risposto: dimmi che non è vero! Poi se ne è andato sconsolato». Marco Tosatti