UNA CRUCIALE PROVA DI SERIETÀ' di Aldo Rizzo
UNA CRUCIALE PROVA DI SERIETÀ' DALLA PRIMA PAGINA UNA CRUCIALE PROVA DI SERIETÀ' centrosinistra, per la dissociazione del partito di Bertinotti. Può un test elettorale significativo, ma non certo traumatico, far decadere regole di «civiltà» democratica finalmente invalse anche da noi? Si può sperare, e anzi prevedere, che alla fine anche questa nuova prova sarà superata positivamente, in qualche modo. Lo stesso alleato americano mostra di non formalizzarsi, per quanto è in suo potere, circa la maniera in cui il Parlamento italiano dirà definitivamente di sì alla nuova architettura della sicurezza euro-atlantica. E quanto ai deputati di Forza Italia, sarebbe ben strano che, appena entrati nel gruppo parlamentare europeo di Kohl e Aznar, contribuissero a una crisi della strategia generale della Nato. Detto questo, restano alcune considerazioni di fondo. La prima riguarda appunto Rifondazione comunista. Bertinotti è arrivato a definire una provocazione l'ipotesi che il governo Prodi ponga la questione di fiducia sulla Nato. Come se si trattasse di un problema di terz'ordine. Aggiunge di essere mosso da intenti europeistici, nel senso, s'immagina, di voler difendere l'autonomia dell'Europa dall'America. Potrebbe anche essere un argomento, per quanto molto opinabile, se ci si dimenticasse della tenace battaglia anti-Maastricht dei neo (o paleo?) comunisti. Un bel problema, per Prodi, e per D'Alema. Bertinotti a parte, se si può, l'altra considerazione riguarda la politica estera italiana, quella ufficiale di Prodi e Dini. Essa ha indubbiamente acquistato un profilo più alto che in passato, grazie alle circostanze del dopo-guerra fredda e anche a un nuovo spirito d'iniziativa, che ci ha portati su posizioni persino di frontiera (Dini è a Cuba, andrà in Algeria, è stato in Iran, dialoga con Gheddafì e così via). Tutto bene e tutto giusto, purché le escursioni non ci conducano troppo lontani dal porto di partenza, che è anche il porto di approdo, insomma la nostra base strategica, vale a dire, appunto, la Nato, oltre naturalmente all'Unione europea. In altre parole, tanto più sarà utile e realistica la nostra nuova mobilità geopolitica, quanto più mostreremo di considerarci pur sempre parte stabile e indiscutibile dell'Europa e dell'Occidente. E la ratifica dell'allargamento della Nato (ora che, dopo complesse discussioni, si tratta di una decisione collettiva dell'Alleanza) è in tal senso una cruciale prova di serietà. Questa è la posta in gioco. Bertinotti a parte, se si può. Aldo Rizzo
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