La crociata di Di Pietro

La crociata di Di Pietro La crociata di Di Pietro «Daremo una martellata al sistema» ROMA. Altro che stressato, Antonio Di Pietro è gasatissimo. Camicia rosa a maniche rimboccate, infiamma la platea del Movimento dei Valori in assemblea. Ovunque un volantino con la sua foto e la dida «Il movimento sarà un ufficio dei valori smarriti». «Siamo qui dice Di Pietro - a vedere "come" fare e non "cosa" fare. Ma posso dire che le uniche che si faranno sono le riforme che vorremo noi, che vorranno i cittadini. Abbiamo visto giusto sul momento di scendere in campo. Abbiamo visto che l'aspirante Repubblica "in prova" non è in grado di fare le riforme e quindi tocca a noi: devono smetterla di sputare nel piatto, perché il referendum non ce lo toghe nessuno». «Noi - spiega Di Pietro - abbiamo cominciato da zero. Non sapevamo nemmeno cos'erano i depliants, i volantini, i banchetti. Adesso siamo nel gioco. Benvenuti, benvenuti a tutti, proprio a tutti. Perché non dobiamo essere chiusi nella raccolta delle firme. A firmare da noi, sono già venuti sia da An che da ds, dobbiamo dirlo... Qualcuno ha pro¬ posto lo "scorporo"... ma che è? Una nuova posizione di kamasutra? Altro che "Mattarellum uno o due", dalle firme che abbiamo raccolto gli arriva la "martellata". Da qualche giorno non abbiamo più nemmeno la necessità di convincere nessuno, i cittadini vengono a firmare da soli. Ma dobbiamo attrezzarci, quelli che ci mancane sono i banchetti». Di Pietro sottolinea che il movimento dei Valori è trasversale, apartitico: «Siamo tutti uguali - aggiunge - nessuno è responsabile, siamo tutti responsabili». Willer Bordon, Elio Veltri, Federico Orlando («ideologo» del movimento), gli fanno da corona sul palco della presidenza. Nella sala un'atmosfe¬ ra involontariamente ma indiscutibilmente berlusconiana: Di Pietro sembra alle prese con uno stage di venditori mentre suggerisce di guardare bene i moduli, li spiega, mentre invita tutti a fare «come i Testimoni di Geova»: «Bussate condominio per condominio, non abbiate paura, mica cercate soldi... Il tempo stringe, bisogna far presto. Bisogna "occupare" gli spazi giusti. Mettere il maggior numero possibile di banchetti, passare parola, formare "squadre speciali" con pensionati, con chi non ha niente da fare, con quelli che sono veloci nello scrivere, con chi ha capito tutto sul referendum... Ricordate che noi siamo l'unico movimento politico nuovo, vero, gli altri non esistono». Secondo Di Pietro inoltre, «i Poh sono imbavagliati, ingessati, ibernati: soltanto noi possiamo fare la differenza. Dobbiamo essere noi quelli che portano la barca sull'altra riva. Abbiamo parlato di apertura a tutti, a destra e a sinistra, uniti dallo stesso obiettivo. Io sono deirulivo, certo, ma essere dell'Ulivo non vuol dire essere degli "yes men", perché come noi rispettiamo gli altri, anche gli altri devono rispettare la nostra "carta dei valori". Ognuno poi, voterà secondo coscienza». Infine, un invito: «Stasera tutti in discoteca... i biglietti li troverete all'ingresso, prendetene quanti ne volete e fate venire la gente a firmare: entrata e consumazione sono gratuiti». Ir. L] Il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro: è uno dei promotori del referendum contro la quota proporzionale

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