E Washington fa la corte a Fausto di Maurizio Molinari

E Washington fa la corte a Fausto E Washington fa la corte a Fausto I colloqui discreti con l'ambasciatore Foglietta ROMA. C'è un'agenda ufficiale ed una ufficiosa per i colloqui di questa mattina a Villa Madama del ministro della Difesa, Beniamino Andreatta, con il collega americano William Cohen. L'agenda ufficiale prevede quasi esclusivamente la situazione nel Kosovo e quindi l'ipotesi dell'invio di nostri contingenti se, e quando, una missione di pace venisse decisa dall'Onu o dalla Nato. Ma l'agenda ufficiosa è più ricca. Durante i briefing di preparazione di Andreatta con i suoi collaboratori - alcuni membri d'ufficio del Gruppo di Lavoro ad Alto Livello italo-statunitense - sono stati esaminati i temi prettamente bilaterali, come il rinnovo dei trattati sulle basi americane nella Penisola e il caso politico legato alle difficoltà della maggioranza neh" approvare alla Camera la ratifica dell'allargamento ad Est dell'Al- leanza Atlantica. «D'altra parte non è un mistero per nessuno - si apprende negli ambienti del ministero Difesa - l'interesse di Washington per una rapida approvazione dell'allargamento della Nato». Interesse confermato dai discreti passi americani nei confronti del partito all'origine dell'impasse parlamentare, Rifondazione Comunista. «L'invito rivolto dall'ambasciatore Foglietta a Fausto Bertinotti ed Armando Cos- sutta lo scorso 4 giugno dimostra la loro rinnovata attenzione per noi» spiega Ramon Mantovani, responsabile Esteri di Prc. Quell'incontro non è stato un fulmine a ciel sereno. «Oramai esistono fra noi e loro - racconta - rapporti aperti: ci sentiamo, ci incontriamo, ci parliamo. Con franchezza ed anche con qualche meraviglia da parte loro, quando ascoltano concetti che infrangono consolidati pregiudizi». Insomma a piccoli passi Thomas Foglietta sta aprendo un canale con Rifondazione, sperando forse in tempi migliori. «Ognuno di noi resta sulle proprie posizioni, ma ci parliamo» sintetizza Mantovani. Ed anche se il caso Baraldini resta in cima alle richieste di Rifondazione negli «incontri rossi» in via Veneto si è parlato anche di Nato. «L'ipotesi sollevata da Bertinotti con Thomas Foglietta di una sospensiva del voto alla Camera - spiega Mantovani - non è un segnale di disponibilità sulla Nato ma solo un modo per far capire che il governo ha corso troppo. Prodi poteva aspettare la fine dell'anno per il voto. Ma lo ha voluto subito. L'intenzione era sembrare i più filo-americani di tutti. Il risultato è l'attuale situazione». Il dialogo Usa-Rifondazione è il nuovo tassello della sottile diplomazia di Foglietta, già nota per le colazioni a Villa Taverna con i big dell'Ulivo e del Polo. Tanto lavoro e tanta discrezione, nello stile della non-ingerenza del dopo Guerra Fredda, danno i loro frutti. Maggioranza ed opposizione, pur ai ferri corti, litigano su tutto tranne sulla questione di fondo: il sostegno all'allargamento. L'opposizione prepara una mossa che va nella direzione di Washington. «Lavoriamo al testo di una risoluzione parlamentare firmata da Berlusconi e Fini - rivela Marco Zacchera, feluca di An in buoni rapporti con gli americani - in favore dell'allargamento della Nato, che sarà presentata prima del voto in aula sul disegno di legge». La maggioranza da parte sua è salda sulla linea filo-Nato: «Rifondazione deve prendere atto che l'Alleanza non è più quella della guerra fredda e il Polo è chiamato a non negare con il voto i suoi valori» riassume Umberto Ranieri, «ministro degli Esteri» di Botteghe Oscure. Insomma, il caso-Nato non è una questione di valori ma di equilibri politici e di prassi parlamentare. Questo risponderà Andreatta a Cohen a Villa Madama. Forte anche del fatto che l'amerikano Francesco Cossiga - sostenuto dal presidente dell'Aspen, Carlo Scognamiglio - ha già promesso i voti dell'Uni alla maggioranza. Casomai non bastassero gli americani hanno una carta di riserva: confidano nei buoni uffici del tedesco Helmut Kohl e dello spagnolo Maria José Aznar, atlantisti e di ferro e neo-compagni di partito degli azzurri a Strasburgo. Maurizio Molinari E il Polo prepara una sua risoluzione in favore dell'allargamento A sinistra Fausto Bertinotti Qui accanto l'ambasciatore americano Thomas Foglietta . .

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